Creato da: CarloCarlucci il 22/08/2004
"Pensieri oziosi di un ozioso"

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Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 29 Settembre 2004 da CarloCarlucci

È solo nella poesia che incontriamo veramente le cose.
La poesia.
La poesia istituisce significati, ridona valore e vigore a parole consunte; le fa vibrare di nuovo. Perché ogni parola può essere compresa e spiegata solo con altre parole. La preziosità della parola poetica sta nel suo far risuonare, richiamare, evocare altre parole.
L’emozione che suscita la poesia – quando è vera poesia – sta nella sorpresa, e nella meraviglia, di essere investiti da una moltitudine di significati, di richiami, di evocazioni, di ricordi; a volte sopiti, altre volte dimenticati, più spesso inaspettati. Sta nella incapacità di formulare una spiegazione immediata: ascolti un verso e non sei in grado di pensare: “ecco, parla di questo e questo”.
La poesia, quando è poesia vera, ci lascia nella incapacità di formulare spiegazioni istantanee. Ci costringe a cercare parole adatte, ad interrogarci sulle implicazioni insospettate di termini altrimenti usuali, scontati.
Nel linguaggio comune, la parola si appiccica alla cosa, perde il suo traslucere, si fa opaca, monotona, indifferente. Le cose perdono così il loro interesse, il loro stimolare. Il mondo perde la sua meraviglia: tutto è scontato, banale, piatto, indifferente, indistinto nella sua unicità.
La parola poetica si stacca dalla cosa, la coglie da un altro lato, sorprendendola, rendendola nuovamente interessante, particolare, magica.
La magia della parola poetica sta nel suo non essere spiegabile in termini di pura denotazione: la parola poetica connota, sino a creare significati nuovi. E nell’interrogarci su di essi, incontriamo la cosa come se mai fosse accaduto prima: la poesia cambia le cose, cambia il modo in cui il mondo è mondo.
Nella poesia cogliamo il mondo nella sua differenza: le cose si staccano dal loro contesto, nascono nuovamente, brillano. La poesia è loro nuova epifania; crea nuove rivelazioni, nuovi rapporti tra le cose, e tra le cose e noi. E il mondo riacquista la magica capacità di rendere possibili le cose.
La poesia è il farsi dei significati possibili, inaspettati, sorprendenti, vitali. La poesia è creativa perché è lo slargo in cui illuminiamo di luci nuove le cose.
Nella parola poetica incontriamo il mondo nuovamente; e interrogandoci su di essa, incontriamo nuovamente noi stessi, il nostro modo di essere, perché siamo costretti ad interrogare le parole che noi siamo, e che lentamente, inavvertitamente, si fanno usuali, scontate, prive di interesse.
La poesia ci scuote dal sonno della banalità, ci rende vivi, attenti, partecipi; risveglia la nostra attenzione su ciò che siamo, che vogliamo, che speriamo.
La poesia ci scuote dal torpore piatto del presente, e ci proietta nel futuro: ci costringe a cercare, in un in-vista-di che appartiene al futuro. Ci proietta là dove la nostra vita ha da svolgersi: in ciò che ha da venire. La poesia è il futuro, ciò cui tendiamo. Noi siamo essere del desiderio, e il desiderio è possibilità, e la possibilità è futuro.
La poesia ci rende vivi.

 
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Commenti al Post:
soulplace
soulplace il 30/09/04 alle 16:36 via WEB
... bellissimo ...
(Rispondi)
 
soulplace
soulplace il 30/09/04 alle 16:39 via WEB
un'altra cosa... che mi ha girato per la mente tutto il tempo... la poesia è capace di richiamare le percezioni di tutti i sensi... partecipazione onnisensoriale... dona alla parola ciò che per natura le manca... estende il suo effetto ai campi che, solitamente, le sono preclusi...
(Rispondi)
 
john.keating
john.keating il 30/09/04 alle 17:04 via WEB
Probabilmente perché la poesia mette in gioco tutto noi stessi, e il modo in cui ci rapportiamo al mondo... :-)
(Rispondi)
 
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