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Le notti bianche...

Post n°675 pubblicato il 19 Gennaio 2010 da kiss_and_knife

Al parco. Erano al parco, i due ragazzi. Era una giornata radiosa, con un sole caldo e soffice. Lo si sentiva che era morbido, solo a guardarlo. Una giornata  così è un regalo che viene fuori dritto dritto dal cuore egoista dell’inverno, disse il ragazzo baciando lievemente il polso di lei.

Erano seduti su una panchina, al sole soffice. Il parco era pieno di ragazzini. Qualcuno giocava a pallone, qualun altro si dedicava allo scivolo e all’altalena. Le mamme parlavano, con gli occhi nascosti dietro a grandi occhiali scuri. Qualche ragazzo era seduto sull’erba. Uno , da solo, un po’ in disparte suonava la chitarra. Si esercitava sugli accordi. Non cantava, faceva una specie di mugolìo che accompagnava il movimento delle dita, ancora poco esperte.

Il ragazzo e la ragazza si sentivano soli in mezzo a tutta quella gente. Ma di quella solitudine bella, sana. La solitudine che solo l’amore ti fa sentire in due e non più in uno.Una sorta di comune fuori dal mondo e per questo  invincibile Erano soli in due, adesso. Lui si sdraiò sulla panchina, appoggiando la testa sulle gambe della ragazza. Poco prima di uscire da casa, lei aveva portato con sé un libro. Lo leggiamo insieme ?, chiese. Lui fece un cenno con il capo. Aprì il libro e si fece subito sfiorare dalle parole impalpabili di Turgenev, perché quel libro iniziava con una citazione dello scrittore russo. Il ragazzo leggeva ad alta voce. Aveva una voce lenta, strascicata, sottile. Era una delle cose per cui lei lo amava. La sua voce, sempre, l’ accarezzava. Anche quando diceva cose brutte. Anche quando era scocciato o arrabbiato.

La tua voce è porpora pura,pensò lei, mentre lo ascoltava leggere. Stavano leggendo uno dei romanzi più belli che la letteratura russa ricordi. Ma per  loro era la prima volta, non sapevano ancora della bellezza pura , dolce e diamantina di quel libro.

Si trattava de “ Le notti bianche “, di F. Dostoevskji.

Il ragazzo leggeva i pensieri del sognatore. Leggeva e vedeva i suoi passi, la solitudine della sua vita non condivisa. Quelle strade di Pietroburgo percorse tutti giorni,le strade e le case sempre uguali. Anche la ragazza vedeva. Guardava il sognatore passeggiare nella notte con la giovane Nasten’ ka e tremeva per l’amore soffocato che Dostoevskji aveva saputo far sentire così bene, tanto che il lettore non poteva non sentire una stretta al cuore.

Il sole li scaldava, mentre loro su quella panchina stavano leggendo di quattro notti fredde a Pietroburgo. Il ragazzo continuava la sua lettura. Non si fermò un attimo, mentre lei accarezzava i suoi capelli chiari e sentiva dentro, sempre, quella stretta al cuore che fluiva dalle pagine.

Non si mossero fino a quando non arrivarono all’ultima pagina.

Fino a quando non arrivarono all’ultima riga.

Dio mio ! Un minuto intero di beatitudine ! E’ forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?”

Il ragazzo aveva gli occhi lucidi.

E’ la frase finale…di un libro.. più bella che abbia mai letto, disse.

In effetti racchiudeva in sé tutto il senso del libro. Racchiudeva in sé la gioia che si prova nell’ascoltare parole regalate a noi . A noi e a nessun altro.  E la felicità impareggiabile che può dare un incontro, anche solo un incontro che poi non diventa amore condiviso.

Perché incontro e condivisione sono due parole bellissime, disse la ragazza.

Le puoi fare a pezzi e poi rimetterle insieme.

Andare in contro a .

Condividere con.

Sono parole che possono nascondere dentro un’intera vita. Non credi ?

Il ragazzo sorrise.

Il cuore di lei si sciolse da quella stretta. Strinse il suo amore. E in mezzo ai loro corpi, silente e gioioso, c’era il libro.

////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// 

C’è il sole anche oggi. Anche oggi che il ragazzo cammina da solo. Anche oggi che è passato del tempo da quella giornata al parco. Guarda le vetrine, la sua immagine riflessa. Ripensa alla ragazza. Ai suoi capelli color del grano. Ai suoi baci ormai lontani. E alle ultime parole prima del  commiato.Un po’ come Naste’ ka, anche lei si era innamorata di un altro.

E’ strano , ma prima di oggi, il ragazzo non aveva più pensato a quel libro, a quella storia.

Sente una stretta al cuore. Passa in libreria. Compra “ Le notti bianche “.

Lo porta a casa con sé. Ma non riesce a leggerlo. Sono passati giorni ma ancora non riesce a leggerlo. Sulle sue labbra,però, vibra ancora la frase più bella posta nell’ultima pagine di un libro.

Dio mio ! Un minuto intero di beatitudine ! E’ forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?”

E allora pensa che anche se dentro sente un dolore immenso, è felice, tanto felice di aver incontrato e amato la ragazza con i capelli color del grano. Pensa che è stato fortunato a conoscere quella stretta e che se nella sua vita, non gli capiterà più di sentirla, beh…conserverà il calore di interi minuti di beatitudine. Perché non sono poco, ma sono invece moltissimo, per colmare tutta la vita di un uomo.

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Commenti al Post:
faust81
faust81 il 25/05/10 alle 16:08 via WEB
Dalla data di pubblicazione di questo post ho l'impressione che sia stato abbandonato. Le notti bianche e memorie dal sottosuolo di Dostoevskji sono sicuramente i due libri della lettura russa che mi hanno lasciato emozioni di indicibile intensità. “Dio mio ! Un minuto intero di beatitudine ! E’ forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?” No, non è poco, non è per niente poco. Credo d'aver vissuto quel minuto e non lo dimenticerò mai. Un saluto, Faust.
 
 
kiss_and_knife
kiss_and_knife il 01/06/10 alle 13:51 via WEB
ciao faust, questo blog e di tutti e dopo questo mio racconto, ho notato solo oggi che più nessuno ha pubblicato, puoi farlo anche tu...è uno spazio aperto a tutti...
 
sottolaquercia
sottolaquercia il 07/07/10 alle 20:46 via WEB
Bel blog....originale...complimenti. Ciao e buona serata
 
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