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« "Svegliati dal sonno che...Vita dell'Istituto e ra... »

Vita dell’istituto e rapporto con gli operatori  (I parte)

Post n°67 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da geko1963
 

 

Le prime ore da detenuto

 

Questa guida le è stata consegnata assieme alla fornitura (lenzuola, piatti, etc.) e le serve per capire cosa le sta succedendo, come esercitare i diritti che le sono riconosciuti e conoscere le regole che è tenuto a rispettare. Lei è già passato per l’Ufficio Matricola, dove è stato perquisito, le hanno preso le impronte, le foto e i dati anagrafici.

In Matricola le chiedono anche se ha problemi di convivenza con gli altri detenuti e, se ne ha, lo faccia presente, per la sua sicurezza.

Le hanno tolto i soldi e tutti gli oggetti di valore (anelli, catenine, etc.), l’orologio, la cintura, e gli altri oggetti che necessitano di un controllo: in seguito potrà richiedere, con domanda scritta indirizzata al Direttore, la restituzione della cintura, dell’orologio (se non ha un valore superiore ai 155 Euro).

Viene visitato dal dottore che le chiede, tra le altre cose, se è tossicodipendente: la sua dichiarazione è importante, perché da essa dipenderà il tipo di trattamento cui sarà sottoposto.

Terminate le operazioni collegate all’ingresso, sarà accompagnato nella sua stanza. L’agente le darà un foglio, nel quale sono descritte le condizioni della stanza. Prima di firmarlo, controlli che tutti gli oggetti siano nelle condizioni descritte e, se c’è qualcosa di rotto, chieda che sia scritto sul foglio, perché eventuali danni riscontrati in seguito, durante o al termine della sua permanenza, le saranno addebitati.

Se si trova in regime di isolamento è perché lo ha disposto il magistrato e rimarrà isolato fino a quando la disposizione non verrà revocata.

È stato informato del suo diritto di avvertire i familiari (o altre persone) che si trova in carcere. Lo può fare con un telegramma, o con una lettera. Le spese postali sono a suo carico ma, se non ha soldi, l’amministrazione si fa carico della spedizione della lettera (a busta aperta), o del telegramma.

Nel telegramma può solamente dare notizia del suo ingresso nell’istituto, dalla libertà o per trasferimento da un altro carcere. Può chiedere, con una domandina, il necessario (francobollo e carta) per la lettera, oppure l’inoltro del telegramma a spese dell’amministrazione. Si ricordi di specificare che chiede questo perché si trova senza soldi.

Se non ha un difensore, può nominarlo: chieda di andare all’Ufficio Matricola, dove trova l’albo degli avvocati del circondario. (La lettera o il telegramma del precedente paragrafo possono essere inviati anche al difensore nominato).

Se lei è straniero può chiedere che l’Ambasciata o il Consolato del suo paese siano avvertiti del suo arresto: questo verrà fatto dall’Ufficio Matricola.

 

Le norme di comportamento

 

La vita carceraria è regolata da una legge denominata Ordinamento Penitenziario. L’ordine e la disciplina sono condizioni per realizzare il trattamento rieducativo, quindi il carcere è un luogo dove ci sono regole precise: conoscerle e rispettarle serve anche a non peggiorare la sua situazione. L’Ordinamento Penitenziario prevede che lei:

osservi le norme che regolano la vita dell’Istituto;

osservi le disposizioni impartite dal personale;

abbia un comportamento rispettoso nei confronti di tutti.

il richiamo (è la sanzione più leggera);

l’ammonizione;

l’esclusione dalle attività ricreative e sportive fino a un massimo di 10 giorni (non si può andare nella saletta, né si può partecipare alle attività ricreative; a scuola, però, si può andare);

l’isolamento durante la permanenza all’aria aperta, per non più di dieci giorni;

l’esclusione dalle attività in comune fino a un massimo di quindici giorni (è la sanzione più grave: si resta isolati in cella; si può uscire soltanto per un’ora d’aria e per la doccia, da soli, e non è possibile effettuare acquisti al sopravvitto, se non per materiali di corrispondenza).

Tutte le infrazioni del regolamento comportano una sanzione, che può essere:

Un comportamento scorretto, inoltre, può farle perdere lo sconto di pena previsto per la buona condotta (si chiama liberazione anticipata ed è di 45 giorni per ogni semestre).

Quindi, per non avere conseguenze spiacevoli, eviti i comportamenti non consentiti, che sono quelli indicati nel Regolamento di Esecuzione:

  1. negligenza nella pulizia e nell’ordine della persona o della camera;

  2. abbandono ingiustificato del posto assegnato;

  3. volontario inadempimento di obblighi lavorativi;

  4. atteggiamenti e comportamenti molesti nei confronti della comunità;

  5. giochi o altre attività non consentite dal regolamento interno;

  6. simulazione di malattia;

  7. traffico di beni di cui è consentito il possesso;

  8. possesso o traffico di oggetti non consentiti o di denaro;

  9. comunicazioni fraudolente con l’esterno o all’interno nei casi indicati nei numeri 2) e 3) del primo comma dell’articolo 33 della legge;

  10. atti osceni o contrari alla pubblica decenza (il carcere, cella compresa, è "luogo pubblico": i rapporti sessuali non sono consentiti);

  11. intimidazione di compagni o sopraffazioni nei confronti dei medesimi;

  12. falsificazione di documenti provenienti dall’Amministrazione affidati alla custodia del detenuto o dell’internato;

  13. appropriazione o danneggiamento di beni dell’Amministrazione;

  14. possesso o traffico di strumenti atti ad offendere;

  15. atteggiamento offensivo nei confronti degli operatori penitenziari o di altre persone che accedono nell’istituto per ragioni del loro ufficio o per visita;

  16. inosservanza di ordini o prescrizioni o ingiustificato ritardo nell’esecuzione di essi;

  17. ritardi ingiustificati nel rientro previsti dagli articoli 30, 30-ter, 51, 52 e 53 della legge;

  18. partecipazione a disordini o a sommosse;

  19. promozione di disordini o di sommosse;

  20. evasione;

  21. fatti previsti dalla legge come reato, commessi in danno di compagni, di operatori penitenziario di visitatori.

 
 
 
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IL MITO

 

HASTA SIEMPRE COMANDANTE GUEVARA

Il potere ha sempre paura delle idee e per arginare la lotta degli sfruttati comanda la mano di sudditi in divisa e la penna di cervelli sudditi. Assassinando vigliaccamente il Che lo hanno reso immortale, nel cuore e nella testa degli uomini liberi. Negli atti quotidiani di chi si ribella alle ingiustizie. Nei sogni dei giovani di ieri, di oggi, di domani!     

 

ART.1 L. 26 LUG 1975, N. 354

Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona.

Il trattamento è improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordine a nazionalità, razza e condizioni economiche e sociali, a opinioni politiche e a credenze religiose.

Negli istituti devono essere mantenuti l'ordine e la disciplina. Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili con le esigenze predette o, nei confronti degli imputati, non indispensabili a fini giudiziari.

I detenuti e gli internati sono chiamati o indicati con il loro nome.

Il trattamento degli imputati deve essere rigorosamente informato al principio che essi non sono copnsiderati copevoli sino alla condanna definitiva.

Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reiserimento sociale degli stessi. Il trattamento è attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti. 

ART. 27 COSTITUZIONE

La responsabilità penale è personale.

L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalla legge (La pena di morte non è più prevista dal codice penale ed è stata sostituita con la pena dell'ergastolo)

 

TESTI CONSIGLIATI

Sociologia della devianza, L. Berzano e F. Prina, 1995, Carocci Editore.
Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell'esclusione e della violenza,
E. Goffman, Edizioni di Comunità, 2001, Torino.
Condizioni di successo delle cerimonie di degradazione
, H. Garfinkel.
Perchè il carcere?,
T. Mathiesen, Edizioni Gruppo Abele, 1996, Torino.
Il sistema sociale,
T. Parsons, Edizioni di comunità, 1965, Milano.
Outsiders. saggi di sociologia della devianza,
Edizioni Gruppo Abele, 1987,
Torino. La criminalità, O. Vidoni Guidoni, Carocci editore, 2004, Roma.
La società dei detenuti, Studio su un carcere di massima sicurezza,
G.M. Sykes, 1958. Carcere e società liberale, E. Santoro, Giappichelli editore, 1997, Torino.

 

 

 

 


 

 

 

 

 
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