Creato da geko1963 il 24/04/2007
Una prospettiva deviante
 

Contatta l'autore

Nickname: geko1963
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 60
Prov: TO
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Tag

 

LE MISURE ALTERNATIVE AL CARCERE

BOX IN COSTRUZIONE

 

Area personale

 

Ultime visite al Blog

Windnessavv.mariangelaorioliZENO60gourmetvbclioservicestudiolegaletripepicarlorzauliGiuliaBZcartoleria.screncizoa2lazaratinaraccugliab550libertypdbiagioummarinoelenatognaro0000
 

GLOSSARIO CARCERE

IN COSTRUZIONE

 
Citazioni nei Blog Amici: 8
 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
 
 

 

« Quelli che non hanno voceVita dell’istituto e rap... »

"Svegliati dal sonno che s'è fatta mattina" 

Post n°66 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da geko1963
 

Il delitto non paga mai. Questo è un vecchio detto che rispecchia perfettamente il triste epilogo di chi, come noi, si sposa con il crimine e con le conseguenze che influiscono sull’andamento della nostra breve esistenza. Tutti noi ci ritroviamo aldilà di quel muro che ci divide dal mondo normale; ma facendo una piccola riflessione capiamo che dietro a questo muro ci siamo per nostra scelta, il salto non ci è imposto, ma affascinati da guadagni facili e accecati da una brama di denaro, non ci rendiamo conto che mettiamo nelle mani dei potenti i nostri migliori anni diventando un fascicolo di scartoffie che affluisce nelle procure.

Per spavalderia e superbia mi sentivo inafferrabile, arrivando a rapinate 2 banche in 25 giorni, non rendendomi conto che stavo solo stringendo il nodo del cappio alla mia gola. La sacrosanta verità è che se ci esponiamo a tanti rischi e sofferenze senza reagire, significa che siamo succubi e figli dell'ignoranza, stranamente questo è detto e guardato da me come un monito di verità dopo che ho provato sulla mia pelle la sferza della giustizia ed ora dico che non ci sto, non lascerò più che mi giudichino, non lascerò più che la legge mi estranei e mi emargini. Tanti miei amici sono in carcere come me e altri sono a guardare le margherite dal lato di sotto. Io cercherò con tutta l’anima di reagire e di sottrarmi a questo destino, che sembra deciso ma non è stato ancora scritto, scaverò dentro di me tirando fuori la capacità e gli stimoli giusti per andare avanti e viaggiare sotto la stella della legalità, che con la sua luce non ci darà le ricchezze che abbiamo sempre inseguito, ma darà quella tranquillità di vivere in modo sereno e soprattutto libero. Un detto napoletano dice "Svegliati dal sonno che s’è fatta mattina".

 

Massimo

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/outsider/trackback.php?msg=4091791

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 

IL MITO

 

HASTA SIEMPRE COMANDANTE GUEVARA

Il potere ha sempre paura delle idee e per arginare la lotta degli sfruttati comanda la mano di sudditi in divisa e la penna di cervelli sudditi. Assassinando vigliaccamente il Che lo hanno reso immortale, nel cuore e nella testa degli uomini liberi. Negli atti quotidiani di chi si ribella alle ingiustizie. Nei sogni dei giovani di ieri, di oggi, di domani!     

 

ART.1 L. 26 LUG 1975, N. 354

Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona.

Il trattamento è improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordine a nazionalità, razza e condizioni economiche e sociali, a opinioni politiche e a credenze religiose.

Negli istituti devono essere mantenuti l'ordine e la disciplina. Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili con le esigenze predette o, nei confronti degli imputati, non indispensabili a fini giudiziari.

I detenuti e gli internati sono chiamati o indicati con il loro nome.

Il trattamento degli imputati deve essere rigorosamente informato al principio che essi non sono copnsiderati copevoli sino alla condanna definitiva.

Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reiserimento sociale degli stessi. Il trattamento è attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti. 

ART. 27 COSTITUZIONE

La responsabilità penale è personale.

L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalla legge (La pena di morte non è più prevista dal codice penale ed è stata sostituita con la pena dell'ergastolo)

 

TESTI CONSIGLIATI

Sociologia della devianza, L. Berzano e F. Prina, 1995, Carocci Editore.
Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell'esclusione e della violenza,
E. Goffman, Edizioni di Comunità, 2001, Torino.
Condizioni di successo delle cerimonie di degradazione
, H. Garfinkel.
Perchè il carcere?,
T. Mathiesen, Edizioni Gruppo Abele, 1996, Torino.
Il sistema sociale,
T. Parsons, Edizioni di comunità, 1965, Milano.
Outsiders. saggi di sociologia della devianza,
Edizioni Gruppo Abele, 1987,
Torino. La criminalità, O. Vidoni Guidoni, Carocci editore, 2004, Roma.
La società dei detenuti, Studio su un carcere di massima sicurezza,
G.M. Sykes, 1958. Carcere e società liberale, E. Santoro, Giappichelli editore, 1997, Torino.

 

 

 

 


 

 

 

 

 
Citazioni nei Blog Amici: 8
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963