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Messaggi di Febbraio 2014

tra sguardi...il presente

Post n°1021 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da pantarei_2005


I tuoi occhi ruotano attorno a me, distratto fra le cose che stringo.

Un tempo promisi di saperli amare e mi credesti e nei miei occhi leggevi la vita.

Ora non so guardarti, ora so deluderti ogni volta che vorresti un gesto che sappia di carezza.

Io so che basterebbe il tocco delle mie labbra per ridarti il pensiero di ciò che è amore, il brivido intimo d’un piacere che per pudore non hai saputo confessare.

Io lo so…e mi trattengo oltre lo sguardo ed è farsi estranei fra le anime che si dividono.

Le mie gioie stanno fra i ricordi, gocce di amori che come un profumo hanno vissuto l’odore del loro tempo.

Dovrei tornare fra i ricordi per parlarne, per ritrovare l’essenza d’ogni parte di me.

Ma non so farlo, non credo che vivere sia ancorarsi al passato.

Ho bisogno di andare incontro ad ogni momento, e lontano dalla nostalgia immergermi nel presente che ho dentro. 

 
 
 

l'attesa...

Post n°1020 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da pantarei_2005

attendere…in qualunque attesa v’è una infinità di pensieri che stanno in fila a quel tempo che sembra nullo.

E’ così in una fila, in un ambulatorio, su un treno, in quel ticchettio di attesa dove ognuno sembra chiuso nel silenzio, solo con le sue riflessioni.

Lo sguardo si muove muto su ogni oggetto che passerebbe inosservato se vi fosse un’apertura al dialogo.

In quel silenzio le persone appaiono talvolta distanti, leapparenze di ognuno sembrano il critico momento d’un giudizio che non ha un confronto.

Il filo che smuove le esistenze è staccato niente intaccherà il nostro pensiero o l’umore.

Ma l’attesa è un vuoto che sa spezzarsi al primo sospiro, a un colpo di tosse, in uno sguardo di bimbo che si muove a cercare il chiasso del mondo, al fiato del primo che rompe l’attesa.  

Sono le parole di chi vuole spezzare un silenzio come a lasciare una testimonianza.

Ed è lui che riesce a imbastire un discorso e decidere talvolta come e su cosa incanalare le riflessioni dei presenti vogliosi o meno nel parteciparvi.

L’attesa crea il silenzio del disagio, crea l’impaccio capace a svuotarsi dentro le parole.

L’attesa dentro di noi è più di questo, sembra un deserto dove non si trova l’energia che disseta e l’arsura rende debole il ragionare,sbriciola la speranza legata al miraggio che inganna.

L’attesa non è il sorriso di occhi che sciolgono l’impaccio,né il senso d’una parola che smuove il dialogo.

Non è il volo di braccia allargate verso la speranza d’unincontro, l’affrettarsi o il rincorrere l’appuntamento d’un angolo di vita.

Non è.

Sa di spalle girate alla strada d’un appuntamento, del vuoto d’un non trovarsi mentre ognuno procede sul marciapiede, un isolato più in là.

E l’attesa non è il riso che rompe gli indugi, il brillio di sguardi o mani che s’intrigano in altre, il calore del tempo che incendia il bosco del cuore, la corsa verso la solitudine dell’altro.

L’attesa è lo spazio creato al tutto che si compie.

La porta lenta che nel chiudersi scricchiola il senso d’una attesa. E in quel chiudersi nel nostro sguardo vive la speranza perché non si svuoti alcuna attesa.    

 
 
 

io so da cosa ricomincio...

Post n°1019 pubblicato il 10 Febbraio 2014 da pantarei_2005

Ed ora da cosa ricomincio….?

 

La mia forza è questa, riuscire a distruggere, come se dietro di me non voglia lasciare nessuna traccia.

A ognuno ho restituito la parte d’amore che non ha saputo aderire.

Negli amori sono stato fortunato,ho avuto persone meravigliose.

Nel loro piccolo mi hanno regalato momenti che conservo.

Poi sono andate verso la loro strada.

Ed io ho portato la loro valigia fermandomi alla fine della strada.

 

Ed ora so da cosa ricomincio…

 

Dal nulla, è questo che so di avere intorno, una parte indefinita di spazio, in cui lasciare libero ogni pensiero. 

Il nulla è il vuoto in cui puoi inserire ogni cosa, dove non è stipata alcuna azione.

Nel nulla puoi tornare a sognare,a muoverti senza dubitare, a vivere lo spazio come se nessun campo di movimento ti fosse impedito.

La libertà di un nuovo lavoro, di un luogo totalmente sconosciuto, la libertà di tornare ad essere l’uomo da scoprire mentre muove il suo passo.

Il nulla mi porterà a stoppare il mio scrivere, a fermare ogni sensazione, a lasciare la mente libera da ogni verità condizionante, da ogni logica ferrata, da una coscienza che brontola.

Scriverò solo le idee che nascono e poi tornerò a misurare  il mio pensiero con le emozioni che avrò nascosto, raggranellato, sorvegliato.

Tornerò perché lo scrivere è la vera parte di me, già un tempo l’ho chiusa nel silenzio ma è tornata prepotente a macchiare d’inchiostro i fogli bianchi.   

 
 
 
 
 

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