Creato da paoloalbert il 20/12/2009

CHIMICA sperimentale

Esperienze in home-lab: considerazioni di chimica sperimentale e altro

 

 

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Sintesi della Fenilidrossilammina

Post n°131 pubblicato il 30 Settembre 2011 da paoloalbert

In ambiente acido e fortemente riducente, i nitrocomposti aromatici portano alla formazione della corrispondente ammina; è noto per esempio che il classico metodo di produzione dell'anilina parte dal nitrobenzene che viene ridotto con ferro e acido cloridrico diluito.
Il processo di riduzione non è unico e risente fortemente delle condizioni e del pH di reazione, tanto che usando ambienti riducenti intermedi si possono isolare prodotti diversi.
Semplificando, si può dire che la riduzione completa del nitrobenzene può essere così riassunta:



Fenilidrossilammina 1

 

la reazione procede dal nitrobenzene, al nitrosobenzene, alla fenilidrossilammina, all'anilina.
In ambiente alcalino si possono formare anche azoxibenzene, azobenzene, idrazobenzene, quindi la situazione pratica se vogliamo è molto variegata.

Ho trovato una procedura su un vecchio testo (Cumming, 1937) per la sintesi della fenilidrossilammina C6H5-NH-OH, procedura del tutto attendibile perchè ho verificato che è quasi identica a quella del Vogel, che è indubbiamente una delle massime Bibbie dell'organica sperimentale.

Materiale occorrente

- nitrobenzene C6H5-NO2
- ammonio cloruro NH4Cl
- zinco polvere Zn
- cloruro di sodio
- etere

- In un becker da 250 ml, sciogliere 6 g di NH4Cl in 250 ml di acqua e aggiungere 12 g (10 ml) di nitrobenzene.
(Ricordo che questa sostanza va maneggiata con le necessarie cautele, essendo decisamente tossica).
Porre su agitatore magnetico e aggiungere in quattro porzioni distanziate di un quarto d'ora un totale di 18 g di zinco in polvere.
La reazione Zn/NH4Cl è esotermica e la temperatura si innalza verso i 50°e in una mezz'oretta complessiva il processo di riduzione dovrebbe completarsi e l'odore forte e caratteristico del nitrobenzene dovrebbe sparire.
Nel mio caso, avendo usato della polvere di zinco molto vecchia, la temperatura stentava a salire ed ho lasciato in agitazione per un paio di ore, senza riuscire ad eliminare del tutto l'odore di mandorle amare.
Sicuramente la riduzione non è stata completa, ma essendo questa una sintesi "provvisoria", come poi vedremo, mi sono accontentato della situazione non essendo questa volta importante il problema della resa finale.
Filtrare ora alla pompa l'abbondante residuo di zinco e suoi ossidi derivati dalla reazione; il filtrato è un liquido giallastro un po' torbido.
La fenilidrossilammina si separa da questo liquido saturandolo con NaCl (ne servono 35 g ogni 100 ml), inizialmente sotto forma di un precipitato flocculento molto voluminoso di colore giallastro.
Filtrare su buchner, ridisciogliere nella minima quantità di acqua calda (solub. 1/20), raffreddare in ghiaccio e e riprecipitare ancora saturando con NaCl.
Per separarla completamente dal cloruro di sodio residuo sciogliere in etere, decantare ed evaporare.
Ho ottenuto 5 g di prodotto (47%), in aghetti giallastri marroncini che rapidamente scuriscono all'aria.

 

Fenilidrossilammina 2

 

Fenilidrossilammina 3


Purtroppo la fenilidrossilammina è estremamente reattiva e si può conservare per un po' di tempo solo se purissima (altrimenti va rapidamente a finire come si vede nella foto sopra), quindi sarebbe comunque destinata ad una sorte "provvisoria".

L'impiego sicuramente più interessante che se ne potrebbe fare è la sintesi del Cupferron, partendo dalla fen.idr.amm. appena prodotta.

Il cupferron è il sale di ammonio della N-nitrosofenilidrossilammina, sostanza, come tutte le nitrosoammine, proprio niente affatto salutare...

Comunque sarebbe un bellissimo reattivo per il rame e per il ferro, ma la sua sintesi presuppone l'impiego di grandi quantità di ammoniaca gassosa proveniente da bombola e quindi tale lavoro è del tutto improponibile per un home-lab.

Conclusione: accontentiamoci di vederla per un po', questa fenilidrossilammina, poi una volta nella sua bottiglietta sarà libera di degradarsi a tutto ciò che vorrà, senza alcun rimpianto da parte mia.
L'ho fatta solo per curiosità e sapendo in partenza della sua vita effimera, e che già domani sarà schifosamente scura e fra una settimana un liquido nero, del quale a dire il vero mi piacerebbe assai conoscere l'ignota composizione derivata dai suoi prodotti di ossidazione.

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Commenti al Post:
mmcapponi
mmcapponi il 01/10/11 alle 22:01 via WEB
Potresti sfruttare la reazione di Bamberger e trasformare la fenilidrossilammina in para-amminofenolo, ad esempio...
 
 
paoloalbert
paoloalbert il 01/10/11 alle 22:18 via WEB
Ottima idea se il riarrangiamento di Bamberger non mi fosse del tutto sfuggito... come se ne è andata la fenilidrossilammina... ormai è troppo tardi, è diventata il liquidaccio nero!
 
   
mmcapponi
mmcapponi il 01/10/11 alle 22:39 via WEB
ok! Ho capito... sarà per un'altra volta allora! Cmq ti racconterò che ho preso contatti per la tesi e fatalità ha a che fare con il composto celebrato da questo tuo post. A presto!
 
     
paoloalbert
paoloalbert il 02/10/11 alle 00:25 via WEB
OK Marco e OK Margheritefiorite! Si vede che la fe.id.am. piace alle tesi o le tesi piacciono alla fe.id.am! Per quanto riguarda i prodotti di decomposizione ci sarà senz'altro anche dell'azobenzene (e magari suoi derivati) dato che è un bel papabile per la formazione di colori scuri e intensi; poi... chissà che altro! Il liquido è quasi nero e solubile in acqua. Ma farà una brutta fine...
 
margheritefiorite
margheritefiorite il 01/10/11 alle 22:05 via WEB
La mia tesi di laurea ha come protagonista la fenilidrossilammina... :D è stato bello dover fare 40 volte la retta di taratura!!
 
 
paoloalbert
paoloalbert il 01/10/11 alle 22:23 via WEB
Cara Margherita Fiorita, allora tu sei proprio la persona giusta per risolvere la mia piccola curiosità finale: è possibile sapere con discreta approssimazione a che cosa si è degradata (per ox) la fe.id.am. per dare il liquidaccio nero che ho tutt'ora a disposizione? Ciao, grazie anche a te!
 
   
margheritefiorite
margheritefiorite il 01/10/11 alle 22:40 via WEB
Eheh questo è un mistero, io ho studiato la riduzione del nitrobenzene a 4-amminofenolo... Ricordo che quando facevo la retta di taratura nel giro di tre quarti d'ora la soluzione da giallina diventava marrone.... quante parole che non ho detto a sproposito!!!!
 
B.lab
B.lab il 03/10/11 alle 19:26 via WEB
Ciao, noi avevamo provato il riarrangiamento con assai miseri risultati. Un peccato sarebbe stato bello usare questo prodotto per preparare il paracetamolo ;) Saluti B-lab
 
 
paoloalbert
paoloalbert il 07/10/11 alle 21:46 via WEB
Ciao B-Lab! OK per il riarrangiamento, così mi avete virtualmente risparmiato una prova con scarsi risultati (suppongo che abbiate seguito una procedura bibliografica...). Fatti sentire ogni tanto. Buon lab!
 
   
mmcapponi
mmcapponi il 07/10/11 alle 22:27 via WEB
Per aver rese quantitative con il riarrangiamento di Bamberger bisogna operare in condizioni molto particolari, messe a punto dal gruppo di ricerca presso il quale sto svolgendo il tirocinio in queste settimane. I risultati (lusinghieri) sono stati presentati a fine estate ad un convegno in Scozia. Ma la ricerca continua...
 
     
paoloalbert
paoloalbert il 08/10/11 alle 00:15 via WEB
Molto bene per la precisazione: allora aspettiamo qualche notizia in più, ed eventualmente se ne riparlerà! Ciao Marco.
 
     
B.lab
B.lab il 09/10/11 alle 17:05 via WEB
Se si riuscisse a saperne qualcosa di più sarei anche io interessato. Quimico aveva parlato di una possibile interferenza della luce con il composto... ma non saprei dirti di più... Saluti B-lab
 
     
paoloalbert
paoloalbert il 11/10/11 alle 10:23 via WEB
Grazie del contributo B-lab, ma per ora rimaniamo allo status quo... Ciao!
 
     
mmcapponi
mmcapponi il 25/10/11 alle 21:57 via WEB
Ciao PA! Ti racconto che su queste molecole sto lavorando in tesi. Troppo bello e curioso. Sto imparando un sacco di cose... peccato non poter dire nulla: ma se un giorno scriverò la tesi, te ne manderò una copia. Intanto ti segnalo il vecchio caro Gattermann: su quel vangelo del lab di chimica organica trovi molto in merito, anche perché Gattermann stesso (con Haber) studiò la sintesi di questi composti per via elettrochimica, riducendo con la corrente il nitrobenzene.
 
     
paoloalbert
paoloalbert il 25/10/11 alle 23:42 via WEB
...se un giorno scriverò...? Cosa dici mai? La dò per fatta la tua tesi! e ti assicuro che la leggerò con piacere. Grazie del pensiero. "Sto imparando un sacco di cose" è molto positivo. Il Gattermann? Basta associarlo al MAESTRO Primo Levi, e si è detto tutto di questo libro. Ogni tanto trovo qualcosa anche da lì!
 
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