Creato da paoloalbert il 20/12/2009

CHIMICA sperimentale

Esperienze in home-lab: considerazioni di chimica sperimentale e altro

 

Messaggi di Dicembre 2012

Buon compleanno Transistor!

Post n°213 pubblicato il 26 Dicembre 2012 da paoloalbert

Alla fine del 2012 il transistor compie 65 anni.
C'è qualcosa che ha cambiato la nostra vita, senza che ce ne accorgessimo, più di questo oggettino elettronico?
Sfido a trovarne un concorrente...

 

Transistor 1

 

Da quando Brattain, Bardeen e Shockley dei Bell Labs hanno appoggiato un paio di aghetti d'oro su una piastrina di germanio ottenendo un minuscolo triodo senza filamento e capace di amplificare, il mondo si è incamminato a rotta di collo verso un altro mondo, sempre più microscopico.
E allora addio vecchie valvole, elettrosauri che sopravvivono al piccoletto solo per impieghi High Power o in estetici esibizionismi di qualche audiofilo!

La legge di Moore, dagli anni '70, afferma che le prestazioni di un microprocessore (il Grande Moloch dei transistors) devono raddoppiare ogni anno e mezzo; il mio primo PC del 1987 (un 8088) era un vero morto di fame: aveva nel "core" solo 29mila semiconduttori...
Oggi abbiamo abbondantemente superato i 2.500.000.000 (due miliardi e mezzo!) in un solo microprocessore.

E quanti milioni di transistors ci sono in un banale cellulare? Milioni, milioni... così ultrapiccoli che non riusciamo nemmeno vagamente ad immaginare come facciano a farli.
Carola Frediani in un articolo sul Corriere della Sera dice che nel già lontano 2003 si stimava vi fossero nel mondo qualcosa come 10 elevato alla diciottesima transistors, vale a dire 100 volte la popolazione mondiale di formiche... e si parla del 2003, quando ancora erano pochi... di quanti ordini di grandezza saranno cresciuti in una decina d'anni?

Per festeggiare questo sessantacinquesimo compleanno tecnologico sono andato a rovistare nei miei cassetti, alla ricerca del transistor più vecchio che potevo recuperare (quasi un pezzo da museo), e lo voglio fotografare assieme ad una delle sue bisnonne, una cara, vecchia, buona, calda valvola.

 

Transistor 2


Il bimbo (guarda che pacioccone rispetto a quelli di adesso!) si chiama SP558 ed è nato nel 1959, mentre la vegliarda signora è una D404 del 1928.

 

Transistor 3


Buon compleanno Transistor!

Dicono che presto ti daranno un corpo fatto solamente di qualche atomo... beh, voglio vedere come ti attaccheranno i fili per darti da mangiare gli elettroni.

 
 
 

Buon Natale!

Post n°212 pubblicato il 21 Dicembre 2012 da paoloalbert

Natale 2012

 

... lo dice l'uccellino a tutti coloro che passano da queste parti!

 

 
 
 

Un elemento "inutile"...

Post n°211 pubblicato il 15 Dicembre 2012 da paoloalbert
Foto di paoloalbert

Ognuno ha le sue preferenze, perfino per i personaggi del Teatro mendeleeviano...
Mi piange il cuore a chiamarlo inutile, il Tulio!
Ma del resto  chi lo conosce questo ignorato numero sessantanove, eremita sulla tavola periodica?

Siccome parteggio sempre per le squadre deboli anzichè per quelle forti, così per me anche questo elemento è un personaggio per il quale provo particolare empatia.
Ma il Tulio non è debole... è solo raro, raro da morire, poveraccio!
Veramente "poveraccio" è per modo di dire, perchè per la sua rarità e difficoltà di preparazione è un metallo che costa, giustamente, una montagna di soldi. Tante migliaia di dollari al chilo!
Ma a cosa serve questo rarissimo metallo della famiglia dei lantanidi?
Ha trovato finora pochissime applicazioni, fisiche e chimiche; una delle più importanti (ma non certo quantitativamente) è come sorgente portatile per apparecchiature a raggi X, sia in medicina che per impieghi industriali, grazie alla emissione in raggi gamma del 171Tm, il principale fra i suoi 16 isotopi radioattivi.
Dicono che si usi pure per la fabbricazione di particolari materiali ceramici magnetici nel campo delle microonde e per emettitori laser di alta potenza, soprattutto militari (cioè dove il costo non è un problema).
Quindi proprio inutile non è; ma i suoi impieghi sono estremamente di nicchia ed in quantità proporzionata alla sua rarità.

Fisicamente è un metallo molto tenero, lucente, simile all'argento.

La sua storia è interessante, e comincia addirittura nel periodo dei lumi, 1787.

In quell'anno un ufficiale dell'esercito svedese (Arrhenius!) trovò uno strano minerale scuro vicino alla città di Ytterby.
Forse non cavando un ragno dal buco, lo passò ad un celebre professore di chimica dell'univesità di Åbo, Finlandia (Gadolin!), il quale scoprì un nuovo minerale nella roccia, chiamandolo Yttria.
Gadolin si trovò per le mani una bella gatta da pelare, perchè per svelare tutti i segreti contenuti in quell'yttria sarebbe occorso... qualcosa come un secolo di lavoro!
Prima per lui e poi per i chimici che avrebbero cercato di far luce sui componenti di quel minerale, alla fine riuscendoci solo nel 1879.

Nel 1879, Teodor Cleve, studiando uno dei nuovi elementi dell'yttria (l'Erbia di Mosander, una miscela prevalente di erbio e terbio), realizzò che si era in presenza di  un ulteriore nuovo elemento oltre a quelli già da poco individuati (erbio, terbio, olmio), tutti difficilissimi da separare l'un l'altro.
Chiamò Tulio questo nuovo elemento, dandogli anche nel nome quel senso sperdutezza che aveva la leggendaria "estrema Thule" scandinava.

Per vedere il metallo puro bisognerà aspettare infatti un'altra trentina di anni e soprattutto la pazienza infinita di Charles James.
Costui, partendo dai solfati di queste terre rare e precipitando con bromato di bario riuscì... con le sue famose 15mila cristallizzazioni frazionate (!!!) ad ottenere il Tm(BrO3)3 puro, da questo il fluoruro TmF3 e da quest'ultimo il metallo per riduzione con calcio a 1700°.
Industrialmente fu prodotto solo a partire dai primi anni '50, a dimostrazione delle difficoltà che comportano la lavorazione di questo elemento.

Oggi lo si prepara per estrazione dai suoi minerali xenotimo, gadolinite, euxenite, fergusonite, monazite e certe argille cinesi (e ragioniamo: se PERFINO il tulio è made in ciaina, allora...), nei quali comunque è sempre contenuto in piccolissime quantità.
La concentrazione avviene per mezzo di resine a scambio ionico, partendo da una preconcentrazione di circa 0,1-0,2% in Tm3+, con una batteria in serie di colonne e con eluente EDTA, il tulio si ritrova dopo la ripartizione nelle colonne di testa, assieme al terbio e all'ytterbio.
Si ottiene in tal modo una prima concentrazione di circa 10 volte.
Successivamente segue una separazione con eluente citrico, col quale si arriva a circa il 90%; giocando con le temperature e con l'aggiunta di ioni sodio, si arriva finalmente a  separarlo dall'erbio, l'unico che gli resiste tenacemente attaccato fino a questo punto.

La metallurgia si fa a partire dal fluoruro per trattamento con calcio metallico in crogioli di tantalio e successiva distillazione ad altissima temperatura.

Per non farla qui troppo lunga, la prossima volta metterò qualche notizia di alcuni composti di questo apparentemente "inutile" ma bello e sconosciuto elemento.
Tutto ciò anche per solidarietà con l'amico Massimo (tenacissimo appassionato di Terre rare), che prima o poi scommetto si metterà a giocare con qualche pezzetto di tulio per vederne il caratteristico colore verde dei composti...

 
 
 

Intervallo di Santa Lucia

Post n°210 pubblicato il 09 Dicembre 2012 da paoloalbert
Foto di paoloalbert

Quand'ero bambino sono sicuro che il giorno di Santa Lucia era il più bel giorno dell'anno.

Ora, nel secolo successivo, non è più così per la maggior parte dei bimbi; se son troppo piccoli non ragionano sulle date e se sono appena un pelino più grandi non han certo da aspettare le ricorrenze annuali... le occasioni (spesso pretestuose) sono anche troppe tra un dicembre e l'altro.

E così anche i regali vanno a subire l'inesorabile effetto della diluizione... ubi major, minor cessat... come il valore dei medesimi, vittime essi stessi di inflazione per sovradosaggio.

Qui da noi, nella mia città e provincia, quando eravamo bambini "Santa Lucia" e "giocattoli" erano entità inscindibili e sinonime; una tanto rara, quanto gli altri tanto preziosi ad un tempo!
In omaggio all'innocenza, faccio gli

 

A U G U R I   D I   S A N T A   L U C I A
A   T U T T I   I   B I M B I
 


di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Udine e Verona (e chissà quante ne ho dimenticate!) che aspettano con ansia la mattina del 13 dicembre: che la gioia sia con loro!

Santa Lucia, fortemente legata anche alla tradizione religiosa svedese, ci dona questa bella e classica canzoncina che prelude al Natale: Natten går tunga fjät

 

 
 
 

Dopo la coniina... la brucina

Post n°209 pubblicato il 06 Dicembre 2012 da paoloalbert

Già che siamo in tema di alcaloidi "antichi" e dopo aver chiacchierato un po' con la scorbutica coniina, perchè non ridare un attimo di gloria anche ad un'altra vecchia protagonista della chimica?
Possiamo dar sfogo alla fantasia e figurarci un attimo i vecchi laboratori di analisi come dei palcoscenici?
Non sono forse io il regista di un giocoso teatrino quando faccio interagire tra di loro i miei reagenti, per così dire... umanizzandoli?

Beh, allora io la brucina (perchè di lei oggi si parla) me la immagino interpretare la parte di una compita signorina, magra e riservata, decisa, sempre vestita con un soprabito bianco con sotto un vivace abitino rosso.
Appare raramente sul palcoscenico, in brevi uscite, ma recita a pennello e le sue battute amare sempre sul medesimo tema riscuotono ogni volta una dose calorosa di applausi.
Ha i suoi fedeli fans, insomma.

Prendendo l'occasione da una discussione, ho voluto riportare in vita nel mio scalcinato lab questa vecchia attrice, ormai sempre più zitella e sempre amarissima come un tempo, ma che ancora ricorda bene la sua parte.
Ecco il costume della brucina, con la sua bella formuletta:

 

Brucina


Questo tossico composto è un bel reagente per la rilevazione dei nitrati: ho già detto che amo i reagenti organici nell'analisi dei cationi e degli anioni, e qui lo riconfermo!
Vieni amica rossa, vediamo come reciti dopo tanto tempo.

                                     Si alzi il sipario!


                                     ---°°°OOO°°°---

Il metodo classico per l'analisi dei nitrati con la brucina lo leggiamo sul Treadwell: preparare il reattivo facendone una soluzione allo 0,2% in acido solforico concentrato.
Al campione in cui ricercare lo ione NO3- aggiungere un volume triplo di H2SO4 e 1 ml di reattivo; la soluzione, in caso di esito positivo, si colora in rosso vivo, che dopo qualche tempo passa all'arancio e infine al giallo verdognolo stabile.
La reazione è sensibilissima, bastano pochi ppm di nitrato per dare la colorazione nettamente visibile rispetto ad una prova in bianco.

 

Brucina 1


Ritenevo che il colore rosato della soluzione fosse dovuto ad impurezze in HNO3 dell'acido solforico usato, ma non è così e la soluzione deve essere proprio rosa pallido; in ogni caso ciò non influisce minimamente nella prova.


Ho fatto il test su tre campioni di acqua:

- una "nitrata" artificialmente
- una di acqua potabile
- e una di acqua deionizzata come prova in bianco.

Per il primo campione ho usato una soluzione di 80 mg/l (ottenuta per diluizioni seccessive) di KNO3, pari a circa 50 mg/l di ione nitrico NO3-
Per il secondo campione ho usato l'acqua di rubinetto della mia zona, che secondo i dati ARPAV dovrebbe situarsi nella fascia 15-25 mg/l di nitrati.
In capsula di porcellana ho evaporato a secco 10 ml di ogni campione e ho ripreso il residuo con 3 ml di H2SO4 semiconcentrato.

 

Brucina 2


15 gocce di ogni ripresa sono state messe nei tre pozzetti di una piastrina di porcellana, con l'aggiunta di 5 gocce di reattivo.
Si nota subito l'arrossamento dovuto alla presenza di nitrati, più o meno intenso a seconda della concentrazione; la prova in bianco rimane praticamente incolora.
Considerando una quantità stimata di NO3- di 20 mg/l nell'acqua di rubinetto, nel pozzetto di centro ce n'erano 0,02 mg!

Recitata la sua parte con onore, la signorina brucina si è rimessa il soprabito bianco ed è tornata modestamente nel suo camerino, dove vive da tempo immemorabile.

 
 
 

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