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Post n°159 pubblicato il 01 Novembre 2015 da pasquale.zolla
2 Novembre: commemorazione dei defunti Il 2 Novembre è il giorno in cui si ricordano coloro che hanno sfiorato la nostra vita e che la vita ce l’hanno donata. È il giorno dedicato alle persone che si sono amate e che non ci sono più, ma che vivono nei nostri ricordi, ogni giorno. L’idea di commemorare i defunti in suffragio nasce su ispirazione di un rito bizantino che celebrava tutti i morti, la domenica che precedeva di due settimane l’inizio della quaresima, all’incirca tra la fine di gennaio e il mese di febbraio. Nella chiesa latina il rito viene fatto risalire all’abate benedettino San Odilone di Cluny, nel 998. Sempre a proposito di origini, nel libro Il culto dei morti si legge: «La mitologia di tutti i popoli antichi è intessuta degli avvenimenti del diluvio … Ne è prova la celebrazione di una grande festa dei morti in memoria di quell’avvenimento, non solo da parte di nazioni più o meno in comunicazione le une con le altre, ma di altre lontanissime e separate sia da oceani che da secoli. Per di più questa festa è celebrata da tutti più o meno lo stesso giorno in cui secondo il racconto di Mosè ebbe luogo il diluvio, e cioè il diciassettesimo giorno del secondo mese, che corrisponde al nostro novembre.» J. Garnier: The Worship of the Dead – Londra 1904. Queste celebrazioni, pertanto, iniziarono in onore di persone che Dio aveva distrutto per la loro cattiveria ai giorni di Noè. (Gen. 6:5 – 7; 7:11) È consuetudine, nel giorno dedicato al ricordo dei defunti, visitare i cimiteri e portare in dono fiori sulle tombe dei propri cari. In molte località è ancora oggi diffusa l’usanza di preparare dolci. A Lucera la notte di Ognissanti era d’uso attaccare al camino una calza di lana vuota, che al mattino successivo si trovava piena di frutta: mele, pere, melagrane, noci, castagne, ecc.. Ai ragazzi che durante l’anno non si erano comportati tanto bene, soprattutto nello studio, la calza si trovava piena di carboni. Ai ragazzi veniva detto che la calza era stata riempita dai «cari defunti» usciti dalle loro tombe in occasione della loro festività. I ragazzini, appena alzati, prendevano la calza e andavano in giro per il quartiere canticchiando la filastrocca: ‘A kavezètte de l’anem’i murte, addefrisscke tutt’i (ki t’è) murte (ki t’è mmurte). = La calza dell’anima dei morti, siano benedetti tutti i morti (chi ti è morto). Oggi le calze si comprano colme d’ogni ben di Dio! Il dolce era (lo è ancora oggi) i ciccekutte: Grano tenero (bianchetta) messo a bagno per almeno 24 ore e poi cotto e condito con vincotto (o miele), mandorle tritate, melagrano, melacotogno, noci tritate e cioccolato fondente fatto a dadini. curiosità: I ciccekutte rappresentano la vita che rinasce nell’aldilà; u granate (il melograno) l’immortalità e l’abbondanza; u vinekutte (il vincotto) l’amicizia, la compagnia e il flusso della fecondità femminile. (Notizie tratta dal mio dizionario: Parle kume t’ha fatte mammete!) Lassame ka i murte kujéte se ne vanne Lassame ka i murte se ne vanne kujétamènde, nenn’i ndrattenime k’i celizzje nustre è i suffrènze nòstre. Pe lóre grazzjune decime, sènde facime lór’u ammòre nustre, akkussì ka s’agavezene sèmbe cchjù dind’a lustre. Nu jurne sarrime ke lóre è pp’i putè ngundrà l’uneke mizze éje kultùuà i medèsme kualetà ka se nzendèvene è sse apperzavene dind’a lóre kuanne sóp’a tèrre stèvene. Nen verzame lagreme ka nda negghjarèlle vanne nè mettime fjure sóp’è sebbuleke, ma òbbre bbòne facim’è ddecime ‘na grazzjòne pe l’alma lóre ka pòzze ghèsse bbòne akkugghjute da Ddìje! Lasciamo che i morti partano tranquilli Lasciamo che i morti partano tranquillamente, non tratteniamoli con i nostri dolori e le sofferenze nostre. Preghiamo per loro, facciamo sentire loro il nostro amore, così che si elevino sempre più nella luce. Un giorno saremo con loro e per poterli incontrare l’unico mezzo è coltivare le stesse qualità che si sentivano e si apprezzavano in loro quando erano in vita. Non versiamo lacrime che evaporano né mettiamo fiori sui sepolcri, ma facciamo opere buone e recitiamo una preghiera per la loro anima che possa essere ben accolta da Dio!
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