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Post n°168 pubblicato il 23 Gennaio 2016 da pasquale.zolla
Il giorno della memoria (Shoah) Il 27 gennaio è la giornata dedicata al ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico. Una giornata per ricordare che milioni di donne, uomini e bambini sono stati perseguitati dall’odio o da interessi politici ed economici, strappati alla loro vita e portati nei lager. È stata la più lucida manifestazione della programmazione della morte. Una macchina di morte nella quale la razionalità dell’orrore era finalizzata alla morte degli ebrei, con la maniacalità omicida dell’annientamento. Il 27 gennaio del 1945 l’esercito sovietico varcava i cancelli di Auschwitz aprendo gli occhi a un mondo che non aveva visto, costringendo alla realtà dei fatti tutti coloro che sapevano e avevano taciuto. Spalancarono gli occhi del mondo sulla più grande tragedia dei nostri tempi e che ci porta ancora oggi a dire “Mai più!”, come una speranza perché si possa impedire il ripetersi di tragedie simili. Il giorno della memoria, pertanto, non deve essere ridotto a semplice manifestazione socio-politica, ma deve fare da tramite alle nuove generazioni per prendere il testimone del ricordo e passarlo alle future generazioni onde non permettere più un altro olocausto che al giorno d’oggi evrebbe conseguenze peggiori. La storia è sempre quella e noi non possiamo affermare di vivere in una società quando il benessere è precario e si basa solo su delle utopie. Stramigghje de ‘nnucènde: ògge kum’a ‘jìre U jurne d’a mammòrje éje u jurne pe penzà sóp’a tuttekuille ka éje state è ssóp’a kuille ka ce putarrà èsse, sóp’a vestjaletà de l’ummene ka póde tuttekuande arravugghjà kum’a ‘na malatìje ka tutt’ammèscke. Arrekurdamece de uèrre sènza sinze, de mille è mmille fjure vjulendate, sòtt’è pite miss’è kkum’a vèstje skannate, de lukkule nen nzendute, de vite akkute sènza kòlpe ka u male d’u munne have vulute stutà. ‘A vòcia nòstre da vajasse adda fà nen nzurtande pe nen skurdà, ma pure a nenn’azzettà ke ndeffrènze è rrassegnaminde i nuve stremigghje de tanda ‘nnucènde k’a facce d’a tèrre de sanghe jènghene!
Stragi di innocenti: oggi come ieri Il giorno della memoria è il giorno per riflettere su tutto ciò che è stato e su quello che ci potrà essere, sulla malvagità degli uomini che può coinvolgere tutti come una malattia infettiva. Ricordiamoci di guerre assurde, di mille e mille fiori violentati, calpestati e immolati, di urla non ascoltate, di vite colpite senza colpa che il male del mondo ha voluto spegnere. La nostra voce serva non soltanto per non dimenticare, ma pure a non accettare con indifferenza e rassegnazione le nuove stragi di tanti innocenti che il volto della terra riempiono di sangue!
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