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Messaggi del 10/12/2013

Quando un uomo riesce a fare assurgere la Dignità Umana alla gloria dei Cieli

Post n°88 pubblicato il 10 Dicembre 2013 da pasquale.zolla

Nelson Mandela

L’emblema della Dignità Umana

Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo 18 luglio 1918 – Johannesburg % dicembre 2013) è stato il primo presidente sudafricano ad essere eletto dopo la fine dell’apartheid in Sudafrica e premio Nobel per la pace nel 1993.

Ebbe un ruolo determinante nella caduta dell’apartheid , pur passando in carcere gran parte degli anni dell’attivismo anti-segregazionista.

Venne eletto presidente nel 1994, nelle prime elezioni multirazziali del Sudafrica, rimanendo in carica fino al 1999.

Il nome Rolihlahla “colui che provoca guai!” gli fu attribuito alla nascita; Nelson gli fu, invece, assegnato alle scuole elementari. Il nomignolo Mandiba è il suo nome all’interno del clan di appartenenza, Xhosa.

Nel 1941, all’età di ventidue anni, di fronte all’obbligo di doversi sposare con una ragazza scelta dal capo del clan, decise di scappare insieme al cugino a Johannesburg per non perdere la propria libertà di scelta.

Da giovane Mandela fu coinvolto nell’opposizione al minoritario regime sudafricano che negava i diritti politici, sociali e civili alla maggioranza nera sudafricana.

Nel 1942 fondò l’associazione giovanile Youth League, insieme a Walter Sisulu, Oliver Tambo e altri.

Dopo la vittoria elettorale del 1948 da parte del Partito Nazionale, Mandela si distinse nella campagna di resistenza nel 1952, organizzata dall’ANC, ed ebbe un ruolo importante nell’assemblea popolare del 1955, la cui adozione della Carta della Libertà stabilì il fondamentale programma della causa anti-apartheid.

Coinvolto nella battaglia di massa, fu arrestato insieme ada altre 150 personeil 5 dicembre 1956, e accusato di tradimento. Il processo durò ben cinque anni, dal 1956 al 1961, al termine del quale tutti gli imputati furono assolti.

Nel 1961 divenne il comandante dell’ala armata Umkhonto we Sizwe “Lancia della nazione”, della quale fu c0-fondatore. Coordinò la campagna di sabotaggio contro l’esercito e gli obiettivi del governo, ed elaborò piani per una possibile guerriglia per porre fine all’apartheid. Raccolse anche fondi all’estero per il MK e dispose addestramenti para militari. Nell’agosto 1962 fu arrestato dalla polizia sudafricana, in seguito ad informazioni fornite dalla Cia e venne imprigionato per 5 anni con l’accusa di viaggi illegali all’estero e incitamen to allo sciopero. Durante la prigionia venne considerato, insieme ad altri arrestati l’11 luglio 1963 presso la Liliesleaf Farm, fra i responsabili e accusato di sabotaggio e altri crimini equivalenti al tradimento.

Tutti furono ritenuti colpevoli e condannati all’ergastolo, il 12 giugno 1964.

Per tutti i successivi 26 anni, Mandela fu sempre maggiormente coinvolto nell’opposizione dell’apartheid e lo slogan “Nelson Mandela Libero” divenne l’urlo di tutte le campagne anti apartheid del mondo intero.

Mentre era in prigione riuscì a spedire un manifesto all’ANC, pubblicato il 15 giugno 1980, che recitava: “Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid!”

Rifiutando un’offerta di libertà condizionata in cambio di una rinuncia alla lotta armata (febbraio 1985) rimase in prigione fino al febbraio 1990.

Le crescenti proteste dell’ANC e le pressioni della comunità internazionale portarono al suo rilascio l’11 febbraio 1990, su ordine del presidente sudafricano F: W: de Klerk, il quale ottenne, assieme allo stesso Mandela, il premio Nobel per la pace nel 1993.

Divenuto libero cittadino  concorse contro de Klerk  per la carica di Presidente del Sudafrica e vinse, diventando il primo capo di Stato di colore. De Klerk, invece, fu nominato vice presidente.

Come presidente (maggio 1994 – giugno 1999) Mandela presiedette la transizione dal vecchio regime basato sull’apartheid alla democrazia, guadagnandosi il rispetto mondiale per il suo sostegno alla riconciliazione nazionale e internazionale.

Dopo aver abbandonato la carica di presidente nel 1999, ha proseguito il suo impegno e la sua azione di sotegno alle organizzazioni per i diritti sociali, civili e umani. Ottenendo onorificenze in ogni parte del Mondo.

Nel giugno 2004, all’età di 85 anni, ha annunciato di volersi ritirare dalla vita pubblica e di voler passare il maggior tempo possibile con la sua famiglia. Ha, comunque, fatto un’eccezione nel luglio 2004 confermando il suo impegno nella lotta contro l’Aids recandosi a Bangkok per parlare alla XV conferenza internazionale sull’Aids.

Il 28 marzo 2013 venne ricoverato in un ospedale di Pretoria per una grave infezione polmonare, connessa ad una tubercolosi subita durante il periodo di prigionia; venne dimesso poco dopo, il 6 aprile, ma due mesi dopo, l’8 giugno 2013, venne nuovamente ricoverato in condizioni preoccupanti ma stabili.

Nella notte del 24 giugno le condizioni di Madiba si aggravano notevolmente e il 4 luglio venne dichiarato in stato vegetativo permanente.

Morirà il 5 dicembre 2013 nella sua casa di Johannesburg.

Mi piace qui riportare alcune frasi, per meglio inquadrare la grandezza di quest’uomo nobile di animo e di sentimento:

 

Noi siamo nati per testimoniare la gloria di Dio dentro di noi. Non soltanto in qualcuno, ma in ognuno di noi.

 

La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarci ogni volta che cadiamo.

 

Nessuno è nato per odiare un’altra persona a causa del colore della sua pelle, o il suo passato o la sua religione. La gente deve imparare ad odiare, e se si può imparare ad odiare, si può insegnare ad amare, perché l’amore è più naturale per il cuore umano che il suo contrario.

 


Madebbe: Sande d’a Deggnetà Umane

”Stènghe akkuà gògge a ‘nnanz’a vvuje,

nnò kum’a nu pruféte, ma kum’a nu

pòvre vajasse d’u pòple. Mètt’i restanne

anne d’u kambbà mìje nd’i mane vòstre.

‘N’nume d’a ‘ròjeke lòtte d’u pòple nustre

pe fà cegghjà ‘a justizzje è ‘a lebbertà

pe tuttekuande nd’u pajése nustre!”

Ke sti paróle a nnireve è janghe kapì

have fatte k’abbesuggne vassce scelljà

si u munne se vóle servì è kka nessciune

nassce vajasse, né seggnóre, né pe kambbà

‘m’mesèrje, ma tuttekuande nasscime

pe ghèsse tatucce. “Tuttekuande sime

figghje de Ddìje è ‘a pace nenn’éje

nu sunne: rjartà póde addevevdà;

ma p’a tenè bbesuggn’èsse kapace de sunnà!”

 

 

 

Madiba: Santo della Dignità Umana

“Sono qua oggi davanti a voi,

non come un profeta, ma come un

umile servitore del popolo. Metto i restanti

anni della mia vita nelle vostre mani.

In nome dell’eroica lotta del nostro popolo

per instaurare la giustizia e la libertà

per tutti nel nostro paese!”

Con queste parole aneri e bianchi capire

ha fatto che bisogna  volare basso

se si vuole servire il mondo e che nessuno

nasce schiavo, né signore, né per vivere

in miseria, ma tutti nasciamo

per essere fratelli. “Tutti siamo

digli di Dio e la pace non è

un sogno: può diventare realtà;

ma per custodirla  bisogna essere capaci di sognare!”

 

 



 

 
 
 

Mandela: Quando la Dignità dell'uomo assurge a lla gloria del Mondo

Post n°87 pubblicato il 10 Dicembre 2013 da pasquale.zolla

Nelson Mandela

L’emblema della Dignità Umana

Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo 18 luglio 1918 – Johannesburg % dicembre 2013) è stato il primo presidente sudafricano ad essere eletto dopo la fine dell’apartheid in Sudafrica e premio Nobel per la pace nel 1993.

Ebbe un ruolo determinante nella caduta dell’apartheid , pur passando in carcere gran parte degli anni dell’attivismo anti-segregazionista.

Venne eletto presidente nel 1994, nelle prime elezioni multirazziali del Sudafrica, rimanendo in carica fino al 1999.

Il nome Rolihlahla “colui che provoca guai!” gli fu attribuito alla nascita; Nelson gli fu, invece, assegnato alle scuole elementari. Il nomignolo Mandiba è il suo nome all’interno del clan di appartenenza, Xhosa.

Nel 1941, all’età di ventidue anni, di fronte all’obbligo di doversi sposare con una ragazza scelta dal capo del clan, decise di scappare insieme al cugino a Johannesburg per non perdere la propria libertà di scelta.

Da giovane Mandela fu coinvolto nell’opposizione al minoritario regime sudafricano che negava i diritti politici, sociali e civili alla maggioranza nera sudafricana.

Nel 1942 fondò l’associazione giovanile Youth League, insieme a Walter Sisulu, Oliver Tambo e altri.

Dopo la vittoria elettorale del 1948 da parte del Partito Nazionale, Mandela si distinse nella campagna di resistenza nel 1952, organizzata dall’ANC, ed ebbe un ruolo importante nell’assemblea popolare del 1955, la cui adozione della Carta della Libertà stabilì il fondamentale programma della causa anti-apartheid.

Coinvolto nella battaglia di massa, fu arrestato insieme ada altre 150 personeil 5 dicembre 1956, e accusato di tradimento. Il processo durò ben cinque anni, dal 1956 al 1961, al termine del quale tutti gli imputati furono assolti.

Nel 1961 divenne il comandante dell’ala armata Umkhonto we Sizwe “Lancia della nazione”, della quale fu c0-fondatore. Coordinò la campagna di sabotaggio contro l’esercito e gli obiettivi del governo, ed elaborò piani per una possibile guerriglia per porre fine all’apartheid. Raccolse anche fondi all’estero per il MK e dispose addestramenti para militari. Nell’agosto 1962 fu arrestato dalla polizia sudafricana, in seguito ad informazioni fornite dalla Cia e venne imprigionato per 5 anni con l’accusa di viaggi illegali all’estero e incitamen to allo sciopero. Durante la prigionia venne considerato, insieme ad altri arrestati l’11 luglio 1963 presso la Liliesleaf Farm, fra i responsabili e accusato di sabotaggio e altri crimini equivalenti al tradimento.

Tutti furono ritenuti colpevoli e condannati all’ergastolo, il 12 giugno 1964.

Per tutti i successivi 26 anni, Mandela fu sempre maggiormente coinvolto nell’opposizione dell’apartheid e lo slogan “Nelson Mandela Libero” divenne l’urlo di tutte le campagne anti apartheid del mondo intero.

Mentre era in prigione riuscì a spedire un manifesto all’ANC, pubblicato il 15 giugno 1980, che recitava: “Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid!”

Rifiutando un’offerta di libertà condizionata in cambio di una rinuncia alla lotta armata (febbraio 1985) rimase in prigione fino al febbraio 1990.

Le crescenti proteste dell’ANC e le pressioni della comunità internazionale portarono al suo rilascio l’11 febbraio 1990, su ordine del presidente sudafricano F: W: de Klerk, il quale ottenne, assieme allo stesso Mandela, il premio Nobel per la pace nel 1993.

Divenuto libero cittadino  concorse contro de Klerk  per la carica di Presidente del Sudafrica e vinse, diventando il primo capo di Stato di colore. De Klerk, invece, fu nominato vice presidente.

Come presidente (maggio 1994 – giugno 1999) Mandela presiedette la transizione dal vecchio regime basato sull’apartheid alla democrazia, guadagnandosi il rispetto mondiale per il suo sostegno alla riconciliazione nazionale e internazionale.

Dopo aver abbandonato la carica di presidente nel 1999, ha proseguito il suo impegno e la sua azione di sotegno alle organizzazioni per i diritti sociali, civili e umani. Ottenendo onorificenze in ogni parte del Mondo.

Nel giugno 2004, all’età di 85 anni, ha annunciato di volersi ritirare dalla vita pubblica e di voler passare il maggior tempo possibile con la sua famiglia. Ha, comunque, fatto un’eccezione nel luglio 2004 confermando il suo impegno nella lotta contro l’Aids recandosi a Bangkok per parlare alla XV conferenza internazionale sull’Aids.

Il 28 marzo 2013 venne ricoverato in un ospedale di Pretoria per una grave infezione polmonare, connessa ad una tubercolosi subita durante il periodo di prigionia; venne dimesso poco dopo, il 6 aprile, ma due mesi dopo, l’8 giugno 2013, venne nuovamente ricoverato in condizioni preoccupanti ma stabili.

Nella notte del 24 giugno le condizioni di Madiba si aggravano notevolmente e il 4 luglio venne dichiarato in stato vegetativo permanente.

Morirà il 5 dicembre 2013 nella sua casa di Johannesburg.

Mi piace qui riportare alcune frasi, per meglio inquadrare la grandezza di quest’uomo nobile di animo e di sentimento:

 

Noi siamo nati per testimoniare la gloria di Dio dentro di noi. Non soltanto in qualcuno, ma in ognuno di noi.

 

La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarci ogni volta che cadiamo.

 

Nessuno è nato per odiare un’altra persona a causa del colore della sua pelle, o il suo passato o la sua religione. La gente deve imparare ad odiare, e se si può imparare ad odiare, si può insegnare ad amare, perché l’amore è più naturale per il cuore umano che il suo contrario.

 


Madebbe: Sande d’a Deggnetà Umane

”Stènghe akkuà gògge a ‘nnanz’a vvuje,

nnò kum’a nu pruféte, ma kum’a nu

pòvre vajasse d’u pòple. Mètt’i restanne

anne d’u kambbà mìje nd’i mane vòstre.

‘N’nume d’a ‘ròjeke lòtte d’u pòple nustre

pe fà cegghjà ‘a justizzje è ‘a lebbertà

pe tuttekuande nd’u pajése nustre!”

Ke sti paróle a nnireve è janghe kapì

have fatte k’abbesuggne vassce scelljà

si u munne se vóle servì è kka nessciune

nassce vajasse, né seggnóre, né pe kambbà

‘m’mesèrje, ma tuttekuande nasscime

pe ghèsse tatucce. “Tuttekuande sime

figghje de Ddìje è ‘a pace nenn’éje

nu sunne: rjartà póde addevevdà;

ma p’a tenè bbesuggn’èsse kapace de sunnà!”

 

 

 

Madiba: Santo della Dignità Umana

“Sono qua oggi davanti a voi,

non come un profeta, ma come un

umile servitore del popolo. Metto i restanti

anni della mia vita nelle vostre mani.

In nome dell’eroica lotta del nostro popolo

per instaurare la giustizia e la libertà

per tutti nel nostro paese!”

Con queste parole aneri e bianchi capire

ha fatto che bisogna  volare basso

se si vuole servire il mondo e che nessuno

nasce schiavo, né signore, né per vivere

in miseria, ma tutti nasciamo

per essere fratelli. “Tutti siamo

digli di Dio e la pace non è

un sogno: può diventare realtà;

ma per custodirla  bisogna essere capaci di sognare!”

 

 



 

 
 
 
 

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