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Messaggi del 07/03/2018
Post n°242 pubblicato il 07 Marzo 2018 da pasquale.zolla
8 marzo: una festa per dire donna, perno del mondo “Virgo, vidua et mater” (Vergine, vedova e madre); “Quilibet in domo sua dicitur rex” (Qualunque uomo nella sua casa può considerarsi un re). Due massime che nel medioevo evidenziavano i soli ruoli femminili. Oggi invece la donna è al pari degli uomini, grazie agli ideali ispirati dalla rivoluzione francese: fraternità, eguaglianza e libertà che diedero origine al movimento femminista per la rivendicazione dei diritti della donna. La nascita ufficiale di detto movimento è avvenuta nel 1848, anno del congresso sui diritti delle donne (Senecals Falls – New York), nel quale fu chiesta la cittadinanza politica per neri e donne. In Italia arrivò più tardi, grazie alla repubblicana e mazziniana Anna Maria Mozzoni, la cattolica Teresa Labriola e la socialista Anna Kuliscioff, ispiratrici della legge per la tutela del lavoro femminile e dei fanciulli (1902) e del diritto al voto alla donna. Con il fascismo, mentre le suffragette inglesi avevano conquistate il diritto di eleggere ed essere elette, i diritti femminili delle donne italiane fecero un passo indietro: la concessione del voto amministrativo alle donne (1925) fu sospesa e si stabilirono le mansioni che erano adatte a svolgere le donne: dattilografe, telefoniste, stenografe, conta banconote e biglietti, segretarie, annunciatrici, cassiere, commesse e sarte. Con la seconda guerra mondiale le donne vennero chiamate a sostituire gli uomini in guerra e non esitarono ad impugnare il fucile durante la Resistenza. Alcide de Gasperi e Palmiro Togliatti capirono l’importanza della presenza femminile nella società. E con il DL del primo febbraio 1945 ebbero diritto al voto. Cosa che fecero il 2 giugno 1946, nel referendum tra monarchia e repubblica. La parità giuridica formale arrivò con la Costituzione del 1948 che stabilì: l’uguaglianza dei cittadini senza distinzione di sesso, la parità dei coniugi rispetto ai figli e la parità di uomo e donna sul lavoro. Non mi dilungo sulle successive tappe che hanno dato vita alle leggi sul divorzio, sulla tutela sociale della maternità e sull’aborto e la riforma del diritto di famiglia, che ha cancellato il capofamiglia e l’attenuante per delitti d’onore, stabilita dal codice Rocco nel 1930. Oggi la società è mutata molto, eppure la parità dei diritti non è ancora stata raggiunta perché all’obiettivo quantitativo più posti di lavoro non ha risposto quello qualitativo. E l’8 marzo sia non solo giorno di festa, ma anche giorno di lotta per la parità dei diritti con gli uomini che predominano in settori professionali di responsabilità e continuano a percepire salari più alti. Nu pirne sóp’a kuje tutte aggire Fèmmene: ‘na paròle ka pe l’arje và, ‘na paròle kè ammòre, delekìje è sengeretà dice. Bbèlle, ‘ròneke, de cerèbre fine, nzenzibele, dòrce è malezjòse, sènze u rire tuje u munne pessèmbe skurde sarrìje. Tu sì akkum’ò sòle ka s’aveze è lustrekéje u munne ndére; sì kum’a puvesìje ka kand’a pacchjanìje, i bbelizze, ‘a malìje, u kambà è l’ammòre ka face u kòre tremuljà. Nd’u jurne a tè addedekate nu kacchje de memòse, ka nasce nd’a stagiòne frèsche, cigghje ò’ prime kavete d’u sòle è arresiste o timbe mbernale è ò’ kitre, arrjalà vògghje, kume fà d’ammòre p’ajìre, pemmò, pe kraje, a tè ka saje ke kalòre strènge u kòre de k’i ndurne te stace kume a ‘na kavete kuvèrte dind’i nòtte chjù kitre. Mille agurje allèrje, kulurate è assaje assaje, kume è jalligne fjure de nu kacchje de memòse, a tè, fèmmene, ka sì pirne sóp’a kuje ògnèkkòse aggire.
Una vite su cui gira tutto Donna. Una parola che vola per l’aria, una parola che amore, delicatezza e sincerità esprime. Bella, ironica, arguta, sensibile, dolce e maliziosa, senza il tuo sorriso il mondo sarebbe eternamente buio. Tu sei come il sole che sorge e illumina il mondo intero; sei come poesia che canta l’eleganza, la bellezza, il fascino, la vita e l’amore che fa tremare il cuore. Nel giorno a te dedicato un ramo di mimosa, che nasce nella stagione fredda, sboccia al primo tepore del sole e resiste alle bufere e al freddo, voglio donare ,come atto d’amore per ieri, per oggi, per domani, a te che sai calorosamente avvolgere il cuore di chi ti sta vicino come calda coperta nelle notti più fredde. Mille auguri allegri, colorati e tanti, come i gialli fiori di un ramo di mimosa, a te, donna, che sei vite su cui tutto gira.
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