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Messaggi del 30/03/2020
Post n°312 pubblicato il 30 Marzo 2020 da pasquale.zolla
Rondini: simbolo di rinascita Stamane, penultimo giorno del mese di marzo, verso le ore 8 ho guardato in alto attraverso i vetri della finestra e ho visto volteggiare in cielo un piccolo stormo di rondini. Mi sono sentito rincuorato, dopo tanti proclami di lutti e morte a causa del Covid – 19, perché le ho viste come portatrice di pace tra il cielo e la terra. Erano lì come per dirmi: «Siamo qui per annunciarti che presto la tempesta passerà e potrai tornare a passeggiare in villa.» Ho reso consapevole mia moglie del loro arrivo e, dopo i soliti convenevoli (barba e doccia) mi sono portato sul terrazzo dove sullo stendino era stesi i panni ad asciugare. L’ho spostato al centro del terrazzo e, con la fantasia, ho creato la pista del Circo Massimo dell’antica Roma, ma non giravano le aurighi, ma il sottoscritto che anziché correre passeggiava intorno con passi di formica. Il percorso completo, da me contato, era di 37 passi. Ho detto alle mie gambe: «È da un po’ che non ci muoviamo. Vediamo per quanto tempo riuscite a sostenere le mie stanche e vecchie membra.» E mentre giravo e rigiravo intorno a quello stendino, mi sono sovvenute alla mente i ricordi del dopoguerra quando, per riempire il lamentoso stomaco, mi recavo all’anfiteatro romano alla ricerca di qualche ciuffo di erba caprina che tingevano la mia bocca, le labbra e la lingua di un verde denso. Naturalmente ho pensato anche al buon Dio che ringraziavo per avermi fatto trovare quel cibo che mi teneva in vita e gli ho chiesto come mai ancora non interviene per salvare i suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza, dal flagello del coronavirus. Ma risposta non ho avuto perché ho capito subito che non è opera del cielo la pandemia che sta colpendo l’intera umanità, ma è opera dell’uomo che sta distruggendo tutta la bellezza del creato sul nostro bellissimo pianeta. E il Buon Dio è lì che, dispiaciuto da ciò che gli uomini hanno fatto, ci invita a riprendere la nostra vita attendendo con pazienza e rispettando noi stessi con l’esimerci dal metterci in condizione da nuocere a noi stessi. Vi chiederete: Come? Rispettiamo le regole impartite da chi ci governa: STIAMO IN CASA E TUTTO ANDRA’ BENE! Una ventina di minuti dopo l’inizio della mia passeggiata, una coppia di piccioni tubanti si è posata sul muro di un terrazzo distante una decina di metri dal mio. Si è zittita nel vedermi e mi ha guardato come per dirmi: «Te ne vuoi andare o no, che vogliamo accoppiarci!» Vedendo la mia testardaggine a continuare a girare, la femminuccia è volata via, seguita subito dopo dal maschietto impaziente! La schiena, intanto, cominciava a fare capricci e mia moglie, vedendomi girare come uno scemo: «Che fai?», e io: «Sto facendo una gara contro il tempo!» Gara che ha vinto il tempo, perché dopo 37 minuti di quei giri a vuoto, anche le gambe si son messe a fare giacomo-giacomo e mi sono seduto sulla sedia. Ma ancora una volta la voce di mia moglie: «Il sole di marzo fa male! Entra in casa prima che ti buschi il raffreddore!» A quell’ordine ho risposto: "Obbedisco!"
Rònnene: simmele de renascete ‘A premavére n’òbre trjatrale éje dinde a chjù atte. Ògnè jurne ce stace ‘a trasute sóp’a scéne de nu ndrèppete devirze: ‘na rònnene k’akkumbare, nu fjòre ka cighje, ‘na frònne ka s’arape, ‘na lustre ka luccekéje. Ma ‘a vucille ka pòrte ‘a premavére, ‘a vite, ‘a prjèzze d’u kambà, u kande, u sinze d’a famighje, d’a kujéte, d’a kungòrdje ‘a rònnene éje, kunzederate prutettrice d’a kase. Èsse simmele éje d’u cile sblènnete, d’a kòcchje chjéne de prjèzze, d’a federtà pekkè finakkuanne kambe arretòrne sèmbe ò’ nide pròbete. I rònnene scelljèjene akkum’a cekate è i vule lòre assemèghjene jettate de kurjannele, k’appiccene sóp’a facce d’i ummene ‘na mòrvede rerute ka éje speranze de ‘na renascete dòppe u jelate virne, pe nu munne ka maje fine avarrà! Rondine: simbolo di rinascita La primavera è un’opera teatrale in più atti. Ogni giorno c’è l’entrata in scena di un attore diverso: una rondine che appare, un fiore che sboccia, una foglia che si schiude, una luce che brilla. Ma l’uccello che porta la primavera, la vita, la gioia di vivere, il canto, il senso della famiglia, della pace, della concordia è la rondine, considerata protettrice della casa. Essa è simbolo del cielo sereno, della coppia felice, della fedeltà perché finché vive ritorna sempre al proprio nido. Le rondini volano come cieche e i loro voli sembrano lanci di coriandoli, che accendono sul viso degli uomini un tenero sorriso che è speranza di una rinascita dopo il freddo inverno, per un mondo che non avrà mai fine!
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