pasqualezollaIl blog di Pasquale Zolla |
Messaggi del 30/03/2021
Post n°368 pubblicato il 30 Marzo 2021 da pasquale.zolla
La nuova Quarantena Con il diffondersi della variante inglese del Coronavirus-19 siamo costretti ad affrontare un’altra quarantena stando chiusi in casa ed evitando ogni rapporto sociale. Oggi la situazione ci riporta al 9 marzo scorso, quando l’Italia entrava in lockdown, anche se personalmente preferisco la parola italiana “Quarantena” perché meglio specifica l’isolamento forzato che si attua per evitare il diffondersi di una malattia contagiosa. Siamo nel pieno della terza ondata e la situazione è persino peggiore di quella di un anno fa. La chiusura di per sé, che sia utile o meno, non è sufficiente se non viene adeguatamente accompagnata da uno sforzo ancora maggiore di quello finora messo in campo che miri a tracciare seriamente i contagi e i loro contatti, ad isolare i casi anche in altre strutture (alberghi da attrezzare subito per ricoveri in terapia intensiva o ospedali da campo) e incoraggiare la quarantena domiciliare di tutti i contatti dei casi sospetti. Noi tutti dobbiamo affrontare questa terza ondata con la responsabilità a rispettare i divieti introdotti per evitare un ulteriore peggioramento. Il ricordo degli amici è dolce. Come i dolci raggi del sole al tramonto, scivola teneramente, ma tristemente, sul cuore. Ma non possiamo abbassare la guardia andando a trovarli o fissando incontri in luoghi ritenuti scevri dal coronavirus. Stiamo combattendo la sfida più importante degli ultimi decenni, la più grave del dopoguerra e per vincerla serve il contributo responsabile di tutti. Un giorno, finita l’emergenza e considerati gli effetti benefici della quarantena sull’ambiente, bisognerà pensare seriamente non ad una giornata della memoria della pandemia, ma ad una sospensione delle attività umane per un breve periodo dell’anno, da dedicare a Madre Terra, che potremo chiamare: Giubileo della Terra!
Nu ‘nizje sèmbe ‘na fine téne ‘A lebertà nòstre nu béne éje, ma u kambà nustre de chjù u éje. Avvòte u timbe ne ndenime de ce n’akkòrge. I kòse kapetene nda menuskele mumènde. Tutte kagne. Sime vive. Sime murte. È u munne annande vace. Sime felatille kume a karte. Ndimbe de pannemìje ‘a kase devendate éje u uneke luke andò s’have angòre ‘na senzazjòne de kujéte. Nu luke andò ce se sènde alluveramènde libere: Ninde masckerine, uande, destanzjaminde suciale.Besugne pacènze avè. Ka nenn’éje aspettà k’apatìje, ka sarrìje kume a èsse ndulènde. Ma jì annande kuanne u jì éje deffekurtuse è fjakke. I lagreme de gògge i arkuvaléne sarranne d’u kraje. U delòre d’a devesjòne ninde éje ngumbrònde a’ prjèzze de nguntrarze ‘n’ata vòte. Besugne avè pacènze è suppurtà: ‘a mbelecetà de gògge nu jurne utle sarrà. I cile cennerine i nuvele sònne ka vanne. Tuttekuille ka téne nu ‘nizje, ‘na fine sèmbe have.
Un inizio ha sempre una fine La nostra libertà è un bene, ma la nostra vita lo è di più. A volte non abbiamo il tempo di accorgercene. Le cose capitano in pochi secondi. Tutto cambia. Siamo vivi. Siamo morti. E il mondo va avanti. Siamo sottili come carta. In tempo di pandemia la casa divenuta è l’unico luogo dove si ha ancora una sensazione di normalità. Un luogo dove ci si sente veramente liberi: Niente mascherina, guanti, distanziamento sociale. Bisogna avere pazienza. Che non è aspettare passivamente, che equivarrebbe ad essere pigri. Ma andare avanti quando il cammino è difficile e lento. Le lacrime di oggi saranno gli arcobaleni di domani. Il dolore della separazione è nulla in confronto alla gioia di incontrarsi di nuovo. Bisogna avere pazienza e sopportare: l’infelicità di oggi un giorno sarà utile. I cieli grici sono nuvole di passaggio. Tutto ciò che ha un inizio, ha sempre una fine.
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