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La porta dell'inverno

Post n°397 pubblicato il 01 Febbraio 2022 da pasquale.zolla
Foto di pasquale.zolla

La Candelora  

Nella ruota dell’anno, la Candelora è una sorta di porta tra l’inverno, ormai al declino, e l’imminente primavera. È il periodo adatto ai riti propiziatori per attirare fecondità e fertilità, riti che saranno determinanti per l’annata agricola che sta per ricominciare. Questo passaggio contrassegna simbolicamente il transito dal periodo oscuro del calendario indoeuropeo contarssegnato dal freddo, dal buio e dalla morte dell’inverno verso il rinnovamento del cosmo che magnificamente si esprime con la primavera.

La Chiesa cattolica festeggia la presentazione di Gesù al tempio, conosciuta come Candelora, festa delle candele, poiché nel passo evangelico Cristo è chiamato da Simeone luce per illuminare le genti.

La candela che viene distribuita ai fedeli sta a significare la luce che ognuno deve portare nella propria vita. In precedenza la festa era detta anche della purificazione di Maria. Nel Lievito è infatti prescritto che ogni madre, che avesse dato alla luce un figlio maschio, sarebbe stata considerata impura per sette giorni e che per altri trentatre non avrebbe dovuto partecipare a qualsiasi forma di culto.

Andando più indietro nel tempo, in Italia, a Roma, risaliamo ai Lupercalia che si celebravano alle Idi di febbraio, per i romani ultimo mese dell’anno, che servivano per purificarsi prima dell’avvento dell’anno nuovo e a propiziarne la fertilità. In questa celebrazione, dedicata a Fauno Lupercus, due ragazzi di famiglia patrizia venivano condotti in una grotta sul Palatino, consacrata al dio, al cui interno i sacerdoti, dopo aver sacrificato delle capre, segnavano loro la fronte con il coltello tinto del sangue degli animali che veniva, poi, asciugato con della lana bianca bagnata nel latte, e subito i due giovani sorridevano.

A quel punto i ragazzi indossavano le pelli degli animali sacrificati e, con la medesima pelle, venivano realizzate delle strisce ( februa o amiculum lunonis) da usare a mo’ di fruste. Così conciati e con le strisce in mano, i due giovani correvano attorno alla base del Palatino percuotendo chiunque incontrassero, in particolare le donne che si offrivano volontariamente ad essere sferzate per purificarsi ed ottenere la fecondità.

Un altro simbolo particolare della festa era la februatio, la purificazione della città, in cui le donne giravano per le strade con ceri e fiaccole accese, simbolo della luce.

Fu papa Gregorio I che durante il suo episcopato (492/496) ottenne dal senato romano l’abolizione dei Lupercali che venne sostituita, nella devozione popolare, dalla festa della Candelora, che anticamente veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l’Epifania).

Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano I di Bisanzio al 2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi.

Il 2 febbraio, oltre ad essere la festa delle candele, è anche il Giorno della marmotta e dell’orso. In questo giorno  l’orso si sveglierebbe dal letargo e uscirebbe fuori dalla sua tana per vedere com’è il tempo e valutare se sia o meno  il caso di mettere il naso fuori. Ci sono molti, inoltre,  ad andare ad osservare i comportamenti della marmotta rinchiusa in una scatola. Tradizione vuole che se la marmotta guarda la propria ombra l’inverno sarà breve, se guarda verso il cielo l’inverno durerà ancora per sei settimane.

Teretéte d’a Kannelòre

Kannelòre Kannelòre

de chjù lustre è venute l’òre;

vìje ‘a néve, vìje u kitre:

sckitte sóle ngile sópe!

Vìje ‘a vernate è u kitre suje,

kavete vulime a tutte l’óre!

Frònne nòve, frutte è fjure

d’è kelure bèllassaje!

Favugnètte sckitte ‘a sére

kume succéde mbremavére.

Nen chjù vernate finedamò:

Kannelòre Kannelòre!

 

Filastrocca della Candelora

Candelora Candelora

di più luce è giunta l’ora;

via la neve, via il gelo:

solo sole su nel cielo!

Via l’inverno e il suo gelo,

caldo vogliamo a tutte le ore!

Foglie nuove, frutti e fiori

dai bellissimi colori!

Venticello solo di sera

come accade in primavera.

Non più inverno fin da ora:

Candelora Candelora!

 


 

 

 
 
 
 

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