Creato da: rosadelvento il 12/02/2005
Si dice che ognuno di noi emana un profumo e viene percepito solo da un’altra persona ... una soltanto. Cosa sei? Forse sei vento o solo un pensiero. Qualunque cosa tu sia, sei la parte migliore di me ...

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Sara alla ricerca di Babbo Natale

Post n°773 pubblicato il 22 Ottobre 2019 da rosadelvento
 





Sara alla ricerca di Babbo Natale
(https://www.fabulinis.com/favole/sara-alla-ricerca-di-babbo-natale/)
- immagine creata da me -



C’era una volta una bimba che non era per niente convinta dell’esistenza di Babbo Natale.
Sara, questo era il suo nome, aveva sempre chiesto di essere portata a vedere la casa di Babbo Natale, ma nessuno era mai riuscito ad accontentarla.
La sera della Vigilia di Natale, mamma e papà le avevano messo il pigiamino e portata in cameretta per darle il bacio della buona notte.
Quando fu tutta sola, Sara iniziò a parlare al suo caro orsacchiotto.
"Io non capisco perché nessuno mi riesce a dire dove abita Babbo Natale .... io vorrei tanto incontrarlo di persona!"
L’orsacchiotto la fissava con i suoi grandi occhioni neri, ma non poteva darle una risposta.
"Nessuno sa dove sia Babbo Natale e nessuno l’ha mai visto, secondo me non esiste."
In quel momento nella stanza si sentì come il suono di un campanellino.
"Ne sei proprio sicura?" disse una vocina leggera che non si sapeva da dove arrivasse.
Sarà si guardò intorno per capire chi avesse parlato, poi guardò il suo orsacchiotto, che la guardava col solito sorriso.
"Sei sicura che Babbo Natale non esista?" continuò la vocina.
"Bè no, non ne sono sicura, è che vorrei tanto vederlo, ma nessuno mi sa dire dove sia"
"E cosa ti dice il tuo cuore?"
Sara esitò un attimo.
"Che esiste"
"Allora infilati le pantofole, forse questa sera il tuo desiderio verrà esaudito"
Sara balzò giù dal letto e infilò le pantofole, che però non erano proprio le sue, erano pantofole magiche! Ma Sara non ci fece nemmeno caso.
Una volta infilate le pantofole, la finestra della cameretta si aprì e come per magia i suoi piedini si staccarono dal pavimento e Sara uscì dalla stanza volando leggera come un soffio di vento.
Sara era tutta circondata da piccole scintille e continuò a salire sempre più in alto finché le luci delle case del paese diventarono piccole piccole.
Sara iniziò a sorvolare prati innevati, foreste e pianure, finché ad un certo punto arrivò ad una vallata tutta piena di abeti addobbati con luci e festoni. In mezzo c’era una piccola casetta, tutta illuminata.
Piano piano Sara cominciò a scendere verso la casetta, fino a posarsi proprio di fronte alla porta.
Sara era ancora tutta emozionata per il volo appena fatto e per i meravigliosi paesaggi visti ed era rimasta davanti alla porta con la bocca aperta.
Dalla casetta tutta illuminata si sentivano provenire dei bellissimi canti di Natale.
Sara alzò la manina per bussare, ma la porta si aprì ancor prima di averla toccata. Davanti a lei c’era un elfo vestito di verde, tutto sorridente.
"Ciao!" esclamò l’elfo "benvenuta nella casa di Babbo Natale!"
Sara, sempre più meravigliata e piena di gioia, entrò.
Si ritrovò in un enorme e fiabesco salone, dove c’era l’albero di Natale più grande che avesse mai visto.
Nella sala cantavano e saltellavano un sacco di elfi, tutti indaffarati per i preparativi della Vigilia di Natale e tutt’intorno all’albero era un tripudio di regali, dolci, festoni e colori.
Sara era talmente sbalordita da tutta quella meraviglia che continuava a guardarsi intorno ancora a bocca aperta.
Finché, da una porta laterale, entrò un grande omone, tutto vestito di rosso e bianco. Era Babbo Natale!
Sara non credeva ai propri occhi, era lui, era veramente lui! Finalmente ogni dubbio era svanito.
Babbo Natale le andò incontro per salutarla.
" Ciao piccolina, come ti chiami?" le chiese con la sua vociona bella e calda.
"Io mi chiamo Sara .... Ma tu .... ma tu .... sei Babbo Natale!?" chiese esitante Sara.
"Certo, mia piccola Sara!" e ridendo per la domanda, Babbo Natale fece un “Oh oh oh” che rimbombò per tutto il salone.
La bocca di Sara si spalancò dalla gioia come mai si era spalancata prima.
"Ma allora esisti!"
Babbo Natale annuì con un gran sorriso, e accarezzandole i capelli, le rispose:
"Mi spiace solo di non poterti dedicare molto tempo mia piccola Sara. Purtroppo stasera è la Vigilia di Natale e io e i miei amici Elfi siamo molto indaffarati a preparare tutti i regali da consegnare ai bambini, vedi?" e indicò con la mano il grande salone e tutti i doni posti intorno all’albero.
Sara si voltò a guardare gli elfi che correvano come matti in ogni dove a prendere e spostare i pacchi regalo.
"Con tutto quello che ha da fare, Babbo Natale è riuscito a trovare un momento tutto per me e salutarmi."
Sara era commossa da tanta gentilezza.
"Scusami piccola Sara, ma ora devo proprio andare – disse Babbo Natale sorridendole."
Sara lo guardò ed in un impeto di coraggio gli chiese:
"Posso venire con te sulla tua slitta? Sono piccolina, mi metto in un angolino e prometto di non disturbare!"
Babbo Natale guardò il suo aiutante elfo, che sorrise.
"Va bene, vieni con me!" la prese per mano e la portò fuori sul retro della casa, dove c’era la grande slitta di Babbo Natale.
Era la più grande slitta che avesse mai visto, strapiena di regali, con le renne scalpitanti pronte a partire.
Babbo Natale prese Sara e la fece sedere accanto a lui.
"Tieniti forte al mio braccio!" le disse facendole l’occhiolino. Partirono veloci veloci sulla neve finché, come per magia, la slitta cominciò a volare sopra gli alberi della vallata e poi sempre più su!
A Sara sembrava di vivere in un sogno. Sotto di lei il mondo era piccolo piccolo e la slitta andava così veloce che in un attimo furono sopra una città.
Babbo Natale si fermava sopra i tetti, spariva giù per i camini a consegnare i regali e, in un batter di ciglia, era di nuovo accanto a lei.
E continuarono così di città in città, fino ad arrivare al paesello dove viveva Sara.
Babbo Natale accostò la slitta alla finestra ancora aperta della cameretta di Sara, la accompagnò dentro e le rimboccò le coperte.
Sara sentì gli occhietti chiudersi dalla stanchezza: quante emozioni aveva vissuto in così poco tempo…
"Buon Natale mia piccola Sara, e sogni d’oro."
Mentre Sara chiudeva gli occhi, Babbo Natale le fece un’altra carezza e prima di ripartire con la sua grande slitta a consegnare tutti i regali, andò dove c’era l’albero di Natale di Sara
Così arrivò il mattino di Natale. Non appena sveglia, Sara infilò le pantofole, prese il suo orsacchiotto e corse in salone, dove c’era l’albero di Natale.
E il suo regalo era proprio lì sotto, una bellissima scatola rossa con un fiocco d’oro sopra.
Papà e mamma la presero in braccio e le augurarono buon Natale.
Lei li abbracciò entrambi tutta felice e raccontò loro la meravigliosa avventura della notte appena trascorsa. I suoi genitori erano un po’ confusi, non si erano accorti di niente e stentavano ad immaginare la loro bambina in compagnia di Babbo Natale a consegnare i regali ma non importava.
Per Sara quello era stato il Natale più bello della sua vita, già non vedeva l’ora che arrivasse quello successivo!
Perché ora sapeva che Babbo Natale esiste veramente, le era bastato ascoltare il suo cuore.

 
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