Creato da: rosadelvento il 12/02/2005
Si dice che ognuno di noi emana un profumo e viene percepito solo da un’altra persona ... una soltanto. Cosa sei? Forse sei vento o solo un pensiero. Qualunque cosa tu sia, sei la parte migliore di me ...

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Messaggi del 22/10/2019

 

buongiorno

Post n°775 pubblicato il 22 Ottobre 2019 da rosadelvento




Esistono molte cose nella vita che catturano lo sguardo,
ma solo poche catturano il tuo cuore .... segui quelle." 

(dal web)

 
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I due funghetti

Post n°774 pubblicato il 22 Ottobre 2019 da rosadelvento
 
Tag: autunno





I due funghetti
(di G. Fabiani - https://www.poesie.reportonline.it/racconti-d-autunno/i-due-funghetti-g-fabiani.html)
- immagine creata da me -



Era una giornata di ottobre. Nel bosco, il sole penetrava attraverso i rami degli alberi e faceva luccicare le ultime gocce di pioggia.
Ai piedi di un grandissimo albero erano nati due funghi.
Il primo fungo era molto bello: aveva il gambo sottile, bianco e viola; in alto un bel cappello rosso a puntini bianchi.
L'altro fungo era più modesto: aveva un grosso gambo, bianco, con un cappello marrone scuro che si confondeva con le foglie appassite.
Com'era buffo!
Il primo fungo diceva pavoneggiandosi:
Come sono bello! Queste mie tinte vivaci attireranno l'attenzione di tutti ed ognuno vorrà avere l'onore di cogliermi.
Che ne dici di questi puntini bianchi sparsi sul mio cappello?
Sono belli, vero?
Amico mio, vuoi che ti dica la verità? Tu sei molto bello, ma quei puntini mi dicono che sei un fungo velenoso.
Brutto villano! Che cosa dici? Ah, capisco!
Tu muori d'invidia e parli così perché sai quanto sei brutto.
Ma non poté finire la frase, perché scorse non lontano un ragazzo in cerca di funghi. Camminava adagio sull'erba molle e guardava attentamente il terreno.
Ecco, ora si avvicina, si china, coglie il fungo porcino e butta lontano quello velenoso, che finisce spezzettato e calpestato.

 
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Sara alla ricerca di Babbo Natale

Post n°773 pubblicato il 22 Ottobre 2019 da rosadelvento
 





Sara alla ricerca di Babbo Natale
(https://www.fabulinis.com/favole/sara-alla-ricerca-di-babbo-natale/)
- immagine creata da me -



C’era una volta una bimba che non era per niente convinta dell’esistenza di Babbo Natale.
Sara, questo era il suo nome, aveva sempre chiesto di essere portata a vedere la casa di Babbo Natale, ma nessuno era mai riuscito ad accontentarla.
La sera della Vigilia di Natale, mamma e papà le avevano messo il pigiamino e portata in cameretta per darle il bacio della buona notte.
Quando fu tutta sola, Sara iniziò a parlare al suo caro orsacchiotto.
"Io non capisco perché nessuno mi riesce a dire dove abita Babbo Natale .... io vorrei tanto incontrarlo di persona!"
L’orsacchiotto la fissava con i suoi grandi occhioni neri, ma non poteva darle una risposta.
"Nessuno sa dove sia Babbo Natale e nessuno l’ha mai visto, secondo me non esiste."
In quel momento nella stanza si sentì come il suono di un campanellino.
"Ne sei proprio sicura?" disse una vocina leggera che non si sapeva da dove arrivasse.
Sarà si guardò intorno per capire chi avesse parlato, poi guardò il suo orsacchiotto, che la guardava col solito sorriso.
"Sei sicura che Babbo Natale non esista?" continuò la vocina.
"Bè no, non ne sono sicura, è che vorrei tanto vederlo, ma nessuno mi sa dire dove sia"
"E cosa ti dice il tuo cuore?"
Sara esitò un attimo.
"Che esiste"
"Allora infilati le pantofole, forse questa sera il tuo desiderio verrà esaudito"
Sara balzò giù dal letto e infilò le pantofole, che però non erano proprio le sue, erano pantofole magiche! Ma Sara non ci fece nemmeno caso.
Una volta infilate le pantofole, la finestra della cameretta si aprì e come per magia i suoi piedini si staccarono dal pavimento e Sara uscì dalla stanza volando leggera come un soffio di vento.
Sara era tutta circondata da piccole scintille e continuò a salire sempre più in alto finché le luci delle case del paese diventarono piccole piccole.
Sara iniziò a sorvolare prati innevati, foreste e pianure, finché ad un certo punto arrivò ad una vallata tutta piena di abeti addobbati con luci e festoni. In mezzo c’era una piccola casetta, tutta illuminata.
Piano piano Sara cominciò a scendere verso la casetta, fino a posarsi proprio di fronte alla porta.
Sara era ancora tutta emozionata per il volo appena fatto e per i meravigliosi paesaggi visti ed era rimasta davanti alla porta con la bocca aperta.
Dalla casetta tutta illuminata si sentivano provenire dei bellissimi canti di Natale.
Sara alzò la manina per bussare, ma la porta si aprì ancor prima di averla toccata. Davanti a lei c’era un elfo vestito di verde, tutto sorridente.
"Ciao!" esclamò l’elfo "benvenuta nella casa di Babbo Natale!"
Sara, sempre più meravigliata e piena di gioia, entrò.
Si ritrovò in un enorme e fiabesco salone, dove c’era l’albero di Natale più grande che avesse mai visto.
Nella sala cantavano e saltellavano un sacco di elfi, tutti indaffarati per i preparativi della Vigilia di Natale e tutt’intorno all’albero era un tripudio di regali, dolci, festoni e colori.
Sara era talmente sbalordita da tutta quella meraviglia che continuava a guardarsi intorno ancora a bocca aperta.
Finché, da una porta laterale, entrò un grande omone, tutto vestito di rosso e bianco. Era Babbo Natale!
Sara non credeva ai propri occhi, era lui, era veramente lui! Finalmente ogni dubbio era svanito.
Babbo Natale le andò incontro per salutarla.
" Ciao piccolina, come ti chiami?" le chiese con la sua vociona bella e calda.
"Io mi chiamo Sara .... Ma tu .... ma tu .... sei Babbo Natale!?" chiese esitante Sara.
"Certo, mia piccola Sara!" e ridendo per la domanda, Babbo Natale fece un “Oh oh oh” che rimbombò per tutto il salone.
La bocca di Sara si spalancò dalla gioia come mai si era spalancata prima.
"Ma allora esisti!"
Babbo Natale annuì con un gran sorriso, e accarezzandole i capelli, le rispose:
"Mi spiace solo di non poterti dedicare molto tempo mia piccola Sara. Purtroppo stasera è la Vigilia di Natale e io e i miei amici Elfi siamo molto indaffarati a preparare tutti i regali da consegnare ai bambini, vedi?" e indicò con la mano il grande salone e tutti i doni posti intorno all’albero.
Sara si voltò a guardare gli elfi che correvano come matti in ogni dove a prendere e spostare i pacchi regalo.
"Con tutto quello che ha da fare, Babbo Natale è riuscito a trovare un momento tutto per me e salutarmi."
Sara era commossa da tanta gentilezza.
"Scusami piccola Sara, ma ora devo proprio andare – disse Babbo Natale sorridendole."
Sara lo guardò ed in un impeto di coraggio gli chiese:
"Posso venire con te sulla tua slitta? Sono piccolina, mi metto in un angolino e prometto di non disturbare!"
Babbo Natale guardò il suo aiutante elfo, che sorrise.
"Va bene, vieni con me!" la prese per mano e la portò fuori sul retro della casa, dove c’era la grande slitta di Babbo Natale.
Era la più grande slitta che avesse mai visto, strapiena di regali, con le renne scalpitanti pronte a partire.
Babbo Natale prese Sara e la fece sedere accanto a lui.
"Tieniti forte al mio braccio!" le disse facendole l’occhiolino. Partirono veloci veloci sulla neve finché, come per magia, la slitta cominciò a volare sopra gli alberi della vallata e poi sempre più su!
A Sara sembrava di vivere in un sogno. Sotto di lei il mondo era piccolo piccolo e la slitta andava così veloce che in un attimo furono sopra una città.
Babbo Natale si fermava sopra i tetti, spariva giù per i camini a consegnare i regali e, in un batter di ciglia, era di nuovo accanto a lei.
E continuarono così di città in città, fino ad arrivare al paesello dove viveva Sara.
Babbo Natale accostò la slitta alla finestra ancora aperta della cameretta di Sara, la accompagnò dentro e le rimboccò le coperte.
Sara sentì gli occhietti chiudersi dalla stanchezza: quante emozioni aveva vissuto in così poco tempo…
"Buon Natale mia piccola Sara, e sogni d’oro."
Mentre Sara chiudeva gli occhi, Babbo Natale le fece un’altra carezza e prima di ripartire con la sua grande slitta a consegnare tutti i regali, andò dove c’era l’albero di Natale di Sara
Così arrivò il mattino di Natale. Non appena sveglia, Sara infilò le pantofole, prese il suo orsacchiotto e corse in salone, dove c’era l’albero di Natale.
E il suo regalo era proprio lì sotto, una bellissima scatola rossa con un fiocco d’oro sopra.
Papà e mamma la presero in braccio e le augurarono buon Natale.
Lei li abbracciò entrambi tutta felice e raccontò loro la meravigliosa avventura della notte appena trascorsa. I suoi genitori erano un po’ confusi, non si erano accorti di niente e stentavano ad immaginare la loro bambina in compagnia di Babbo Natale a consegnare i regali ma non importava.
Per Sara quello era stato il Natale più bello della sua vita, già non vedeva l’ora che arrivasse quello successivo!
Perché ora sapeva che Babbo Natale esiste veramente, le era bastato ascoltare il suo cuore.

 
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Yoel il pastorello

Post n°772 pubblicato il 22 Ottobre 2019 da rosadelvento
 




Yoel il pastorello
(dal web)
- immagine creata da me -



Era una notte luminosa e serena, le pecore dormivano tranquille e il fido cagnolino di Yoel se ne stava seduto accanto al suo padroncino, dormicchiando di tanto in tanto. Il bambino osservava pensieroso il piccolo villaggio di Betlemme dall’alto della sua collina, gli piaceva seguire con lo sguardo i vagabondi delle locande per vedere che cosa combinavano per strada. La luna e le stelle, quella notte, erano particolarmente luminose, e la luce illuminava tutto quasi come se fosse giorno.
Gli altri pastori erano più lontani da lui perché si occupavano di altre greggi e ognuno aveva trovato un riparo improvvisato per il freddo di quella notte. Yoel era un acuto osservatore e, qualche ora prima, aveva notato una coppia con un asinello avvicinarsi alla stalla mal messa. Evidentemente non c’era posto per loro e hanno preferito quella sistemazione così scomoda e modesta. Si ritrovò a pensare alla sua famiglia, che abitava in un villaggio molto più lontano e probabilmente non se la passavano altrettanto bene: con il suo lavoro di pastore avrebbe aiutato come poteva e avrebbe assicurato un po’ di cibo alla sua sorellina malata. Ecco che, all’improvviso, le orecchie del suo cagnolino si drizzarono di colpo e l’animale si mise in allerta. Yoel non fece neppure in tempo a rendersi conto di cosa stava accadendo che una luce accecante lo assalì. Si coprì il volto e urlò il nome dell’animale, cercando di capire se fosse ancora lì con lui o se era scappato via. Ma, in tutta risposta, udì una voce soave, serena, che gli disse: “Rallegrati, è nato” e la luce scomparve con la stessa velocità con cui era arrivata. Yoel ricominciò a vedere e notò che il cagnolino non era fuggito ma era rimasto accanto alle sue gambe, tranquillo, come se sapesse. Al di là della collina sentì dei rumori e vide gli altri pastori in movimento, con i loro greggi e gli animali tutti svegli.
Non aveva capito nulla ma seguì i suoi compagni e si incamminò verso Betlemme. Mentre correva insieme alle pecore, un altro pastore più adulto gli disse: “L’hai vista?” e indicò il cielo col dito. Yoel si fermò e guardò in alto: una stella enorme, luminosissima, capeggiava nel cielo e sembrava ferma proprio sopra alla stalla dove aveva visto rifugiarsi la coppia con l’asinello. Quando finalmente arrivò nei pressi di quel luogo, vide che tutti non capivano cosa era accaduto e di chi fosse la voce che tutti avevano udito. Nessuno osava entrare nella stalla e, mentre stavano decidendo il da farsi, si sentì un pianto di neonato. Yoel si fece coraggio ed entrò e vide una donna dal sorriso dolcissimo che teneva in braccio un neonato, l’uomo che le era accanto cercava di coprirli alla meglio con la paglia e l’asinello teneva loro caldo con il calore del suo corpo.
“Come si chiama?” chiese timidamente, indicando il bimbo. “Gesù… vuoi dargli un bacio?” rispose la donna, guardandolo con due occhi splendenti come le stelle del mattino. Yoel si avvicinò e osservò il neonato: ebbe l’impressione di guardare una cosa straordinaria, mai vista prima. Lo baciò timidamente sulla fronte e, per un istante, vide la sorellina dormire tranquilla nel lettino di casa sua. Era serena. La signora disse a Yoel: “Torna dalla tua famiglia e annuncia loro che questa notte è nata la Speranza”. Il cagnolino del pastorello spuntò tra le sue gambe e abbaiò di gioia. Yoel corse via, mentre tutti gli altri pastori iniziavano a entrare, corse fino a quando il respiro gli venne meno. Si fermò ansimando e si voltò verso la stella cometa che brillava sopra di loro: aveva capito che quella era la notte che tutti aspettavano da tempo e che la sua sorellina, da quel momento, sarebbe stata finalmente bene.

 
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LA LEGGENDA DELLA ROSA DI NATALE

Post n°771 pubblicato il 22 Ottobre 2019 da rosadelvento
 





LA LEGGENDA DELLA ROSA DI NATALE
(dal web)
- immagine creata da me -



La figlia piccola di un pastore era intenta ad accudire il gregge del padre in un pascolo vicino Betlemme, quando vide degli altri pastori che camminavano speditamente verso la città. Si avvicinò e chiese loro dove andavano. I pastori risposero che quella notte era nato il bambino Gesù e che stavano andando a rendergli omaggio portandogli dei doni. La bambina avrebbe tanto voluto andare con i pastori per vedere il Bambino Gesù, ma non aveva niente da portare come regalo. I pastori andarono via e lei rimase da sola e triste, così triste che cadde in ginocchio piangendo. Le sue lacrime cadevano nella neve e la bimba non sapeva che un angelo aveva assistito alla sua disperazione. Quando abbassò gli occhi si accorse che le sue lacrime erano diventate delle bellissime rose di un colore rosa pallido. Felice, si alzò, le raccolse e partì subito verso la città. Regalò il mazzo di rose a Maria come dono per il figlio appena nato. Da allora, ogni anno nel mese di dicembre fiorisce questo tipo di rosa per ricordare al mondo intero del semplice regalo fatto con amore dalla giovane figlia del pastore.

 
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