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BRUNELLO, NOBILE E CHIANTI A RISCHIO

Post n°10 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da Pate.de.Foie.Gras

 immagineFIRENZE - Nel giro di neppure un secolo, a causa del clima, il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico e il Nobile di Montepulciano rischiano di estinguersi. Potrebbero infatti non esserci più le condizioni climatiche che oggi caratterizzano quelle zone di produzione. E' lo scenario apocalittico che viene fuori dallo studio "Effetto della variabilità meteoclimatica sulla qualità dei vini", realizzato nel 2006 dall' università di Firenze e diffuso dall' agenzia Winenews.

Lo hanno condotto Simone Orlandini, Giampiero Maracchi, Marco Mancini del Dipartimento di Scienze Agronomiche e Gestione del Territorio Agroforestale; Gaetano Zipoli e Daniele Grifoni dell'Istituto di Biometeorologia del Cnr di Firenze. Secondo qaunto affermato dal World Economic Forum all'Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change), dall'Onu alla Consultative Group on International Agricultural Research (Cgiar) il progressivo aumento dell'effetto serra, accelerato da processi di antropizzazione sempre più aggressivi, provocherà gravi anomalie climatiche, facendo crescere, entro il 2100, la temperatura della terra da 1,8 a 4 gradi centigradi, sulla fine del secolo precedente.

Una tendenza verso un aumento delle temperature che, nell'ultimo secolo, ha interessato anche il nostro Paese, con un aumento termico dell'ordine di 1,2 gradi centigradi (secondo la rilevazione del gruppo di Climatologia storica dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (Isac) del Cnr di Bologna. Fra le molte conseguenze del "global warming", anche il cambiamento della geografia enologica mondiale, con un progressivo innalzamento della latitudine ideale per la pratica della viticoltura, che interesserà, inevitabilmente, anche i terroir dell'eccellenza enologica toscana. Questo stesso fenomeno, oggi, ha anche degli aspetti positivi.

A partire, dagli anni Ottanta, infatti, il livello qualitativo dei vini delle tre grandi denominazioni toscane - sempre secondo lo studio realizzato nel 2006 dall' università di Firenze - ha fatto registrare apprezzabili incrementi, non solo imputabili ai progressi della viticoltura e dell'enologia, ma anche alle particolari condizioni climatiche, soprattutto in termini di più elevata disponibilità termica. Ma in futuro, la tendenza incrementale delle temperature attualmente in atto, insieme alla riduzione delle precipitazioni, porterebbe ad un'eccessiva disponibilità termica, con gravi ripercussioni sulla disponibilità idrica, che metterebbe a rischio la compatibilità dei tre territori toscani con una soddisfacente attività vitivinicola.
    (ANSA)

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