Creato da Pate.de.Foie.Gras il 20/11/2006

épater les bourgeois

Gourmet

 

 

Brasato al Barolo

Post n°12 pubblicato il 10 Febbraio 2007 da Pate.de.Foie.Gras

immaginePreparazione: 30 minuti

Cottura: 130 minuti

Difficoltà:  * * * *

Portata: Secondi piatti

                                                               (Dosi per 4 persone)


Ingredienti:

  • Aglio :  1 spicchio  
  • Alloro : 2 foglie
  • Brandy : una spruzzata
  • Burro : 60 grammi
  • Cannella : un pezzetto
  • Carne bovina : vena o cappello di prete (1 kg.)
  • Carote : 2
  • Chiodo di garofano : 3
  • Cipolla : 1
  • Farina : q.b.
  • Pancetta : 50 grammi      
  • Pepe : 4 grani
  • Rosmarino : 1 rametto
  • Sedano : 2 costole
  • Vino : Barolo (una bottiglia)          

 Presentazione:

Il brasato al Barolo è un piatto tipico della tradizione culinaria Piemontese molto gustoso ma altrettanto laborioso nella preparazione.
Questa ricetta è sicuramente una delle più rappresentative del Piemonte per l'utilizzo, innanzitutto, del Barolo, tipico vino di questa regione, ed in secondo luogo della carne di bovino piemontese, il fillone, allevato con dei criteri particolari.
Per quanto riguarda l'origine di questo piatto, non si sa molto, anche perchè il metodo di cottura per la preparazione del brasato era conosciuto già in antichità.
Naturalmente, l'aggiunta del Barolo ha dato alla ricetta quel tocco in più, quell'aroma particolare ed il gusto inconfondibile che fanno del brasato al Barolo una delle ricette più conosciute ed apprezzate della cucina Italiana, anche all'estero.


Preparazione:

La prima cosa da fare nella preparazione di questa ricetta è fare marinare la carne: mettete quindi il vostro pezzo di carne in una casseruola dopo averlo sfregato col sale, insieme alle verdure, alle spezie e gli aromi che, per comodità, potete chiudere in un sacchettino di garza.
Aggiungete il Barolo, coprite con un piatto e lasciate marinare il tutto per 12 ore in un posto fresco.
Trascorse le 12 ore, fate soffriggete in una casseruola il burro insieme alla pancetta e fate rosolare la carne, ben scolata ed infarinata, fino ad ottenere la crosticina tipica degli arrosti.
A questo punto aggiungete alla carne tutta la marinatura e portate a bollore: dopo circa 15 minuti togliete il sacchetto con gli aromi e le spezie e lasciate cuocere il vostro brasato per almeno 2 ore a fuoco basso girandolo ogni tanto per farlo cuocere per bene da tutti i lati.
Una volta brasata la carne, toglietela dalla casseruola e mantenetela in caldo mentre preparate il sughetto che la accompagnerà: passate tutte le verdure insieme al vino nel passaverdure e rimettete il sugo ottenuto sul fuoco per farlo addensare.
Regolatelo di sale, facendo attenzione a non esagerare visto che avete precedentemente sfregato la carne col sale, e spruzzatelo con il Brandy   .
Portate il tutto a bollore per qualche minuto, quindi ancora caldo versatelo sul brasato affettato...ed ecco pronto il vostro brasato al Barolo.


Consigli:

Questa pietanza è ottima se accompagnata con piatti come la purea di patate o la polenta, in modo da formare un gustosissimo piatto unico.
Se volete ottenere più sughetto, ricordate che basterà aggiungere più verdure (in particolar modo carote e cipolle) durante la cottura.
Inoltre, per rendere lo stesso più sughetto più denso, basta aggiungere una patata a metà cottura in modo che l'amido possa far addensare il tutto.


Curiosità:

Se non avete a disposizione il Barolo ma volete consumare del vino rosso che avete in casa, potete farlo tranquillamente aumentando il tempo di marinatura ad almeno 18- 20 ore.
Naturalmente per la ricetta in sè, sarebbe meglio utilizzare il Barolo o altri vini derivati dall'uva nebbiolo, ad esempio il Ghemme, che esaltano il sapore della carne.


                                                                                                                                   (da provare)

 
 
 

Premio Top Hundred

Post n°11 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da Pate.de.Foie.Gras

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La  D.O.C. Tintilia 2004  dell’Azienda Angelo D’Uva di Larino sarà  uno dei protagonisti della quinta edizione del prestigioso premio Top Hundred. La premiazione dell’evento ideato da Paolo Massobrio e Marco Gatti avrà luogo – domenica 12 novembre alle ore 12,00 presso il Palazzo Mezzanotte in Piazza Affari a  Milano -  nell’ambito di Golosaria, grande fiera enogastronomica organizzata dal Club Papillon.

Il premio Top Hundred,voluto  per rappresentare la vitalità del mondo enologico italiano, legato  alla qualità dei vini, intende dare visibilità ai produttori e riconoscere la particolarità del loro lavoro. L’inserimento del rosso D.O.C. Tintilia  2004 dell’Azienda Agricola D’Uva nella lista dei cento migliori vini di Italia è importante proprio perché riconosce l’opera di valorizzazione di un vitigno autoctono in passato  dimenticato, in favore di per varietà quantitativamente più feconde.

Il differente approccio alla produzione vinicola, basato unicamente su criteri qualitativi, ha dato la possibilità a varietà storiche di essere riscoperte grazie al caparbio lavoro di produttori profondamente legati al territorio. L’Azienda Agricola D’Uva di ubicazione molisana è  parte integrante di questa felice realtà:  stimoli nuovi e vitali nel panorama vinicolo nazionale.

La cantina in  Larino, impegnata nella valorizzazione delle espressioni più autentiche del territorio molisano, ha puntato sulla Tintilia. ha creduto  nella tipicità qualitative  del vitigno e dedicato a questo autoctono,  - un tempo capillarmente diffuso nelle  zone collinari e montane  più interne (ad altitudini variabili tra i 300 e gli 800 metri) sia nella  provincia  di Campobasso sia di Isernia.

I risultati sono stati immediati e  la prima annata di produzione 2004, posta in commercio lo scorso anno ha incontrato  immediatamente i favori degli addetti ai lavori e del pubblico.

L’Azienda Angelo D’Uva è riuscita a declinare al meglio le caratteristiche della Tintilia: la  raccolta determinata dalla maturazione polifenolica,  l’ altitudine a cui sono posizionati  i vigneti  portano  in dono una tannicità unica non disgiunta da altri tratti inconfondibili , figli della tipicità del vitigno che rendono questo vino ottenuto inconfondibile.

L’inserimento della Tintilia nella prestigiosa lista stilata da Paolo Massobrio e Marco Gatti è motivo di grande  orgoglio per la cantina molisana. La soddisfazione è doppia in quanto la Tintilia 2004 dell’Azienda Angelo D’Uva  è una novità e vederla, fin dalla  sua prima  presentazione sulla scena , figurare tra i migliori cento vini d’Italia conferma che la strada intrapresa è quella giusta.

La manifestazione che si terrà in  Milano il 12 novembre  sarà un’ occasione unica per far conoscere le sensazioni che questo vino  rosso ispira.  I partecipanti alla cerimonia di premiazione – produttori, ma anche ristoratori e titolari di enoteche e negozi – avranno, infatti, la possibilità di degustare i vini selezionati.

Il premio Top Hundred sarà consegnato nella suggestiva “area scavi” al piano inferiore della location.

In quella occasione verrà  allestito uno spazio degustazione chiamato Enoteca Permanente curato, con maestria,  dal sommelier Fabio Scarpitti.

 

 
 
 

BRUNELLO, NOBILE E CHIANTI A RISCHIO

Post n°10 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da Pate.de.Foie.Gras

 immagineFIRENZE - Nel giro di neppure un secolo, a causa del clima, il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico e il Nobile di Montepulciano rischiano di estinguersi. Potrebbero infatti non esserci più le condizioni climatiche che oggi caratterizzano quelle zone di produzione. E' lo scenario apocalittico che viene fuori dallo studio "Effetto della variabilità meteoclimatica sulla qualità dei vini", realizzato nel 2006 dall' università di Firenze e diffuso dall' agenzia Winenews.

Lo hanno condotto Simone Orlandini, Giampiero Maracchi, Marco Mancini del Dipartimento di Scienze Agronomiche e Gestione del Territorio Agroforestale; Gaetano Zipoli e Daniele Grifoni dell'Istituto di Biometeorologia del Cnr di Firenze. Secondo qaunto affermato dal World Economic Forum all'Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change), dall'Onu alla Consultative Group on International Agricultural Research (Cgiar) il progressivo aumento dell'effetto serra, accelerato da processi di antropizzazione sempre più aggressivi, provocherà gravi anomalie climatiche, facendo crescere, entro il 2100, la temperatura della terra da 1,8 a 4 gradi centigradi, sulla fine del secolo precedente.

Una tendenza verso un aumento delle temperature che, nell'ultimo secolo, ha interessato anche il nostro Paese, con un aumento termico dell'ordine di 1,2 gradi centigradi (secondo la rilevazione del gruppo di Climatologia storica dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (Isac) del Cnr di Bologna. Fra le molte conseguenze del "global warming", anche il cambiamento della geografia enologica mondiale, con un progressivo innalzamento della latitudine ideale per la pratica della viticoltura, che interesserà, inevitabilmente, anche i terroir dell'eccellenza enologica toscana. Questo stesso fenomeno, oggi, ha anche degli aspetti positivi.

A partire, dagli anni Ottanta, infatti, il livello qualitativo dei vini delle tre grandi denominazioni toscane - sempre secondo lo studio realizzato nel 2006 dall' università di Firenze - ha fatto registrare apprezzabili incrementi, non solo imputabili ai progressi della viticoltura e dell'enologia, ma anche alle particolari condizioni climatiche, soprattutto in termini di più elevata disponibilità termica. Ma in futuro, la tendenza incrementale delle temperature attualmente in atto, insieme alla riduzione delle precipitazioni, porterebbe ad un'eccessiva disponibilità termica, con gravi ripercussioni sulla disponibilità idrica, che metterebbe a rischio la compatibilità dei tre territori toscani con una soddisfacente attività vitivinicola.
    (ANSA)

 
 
 

El bacalà

Post n°9 pubblicato il 08 Febbraio 2007 da Pate.de.Foie.Gras

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Ch'el sia a la vicentina, mantecato
Ch'el sia bianco, el sia rosso, el sia impanà
Mi digo che a sto mondo no ghè piato
Più bon de la polenta e bacalà

Par questo, provocado nel gargato
Mi meto in rima sta specialità
Che Dante me perdona sto pecato
Decado proprio da golosità

Son sicuro però del so bon ocio
Parchè i golosi lu el te ià cassà
A l'Inferno, la zo, drento nel pocio
Ma l'era pocio bon, de bacalà

L'è un pesse che diria quasi de lusso
Parchè l'è un pesse proprio navigà
El nasse ch'el se ciama anca merlusso
El more ch'el se ciama bacalà

Tiremo in pressia alora via i paneti
Che riva la polenta brustolà
E che in sta gran disfida tra poeti
El vinsa ancora lu: el BACALA'

Franco Ravazzin

 
 
 

il mio Buongiorno

Post n°8 pubblicato il 08 Febbraio 2007 da Pate.de.Foie.Gras

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E quando addentate una mela, ditele nel vostro cuore:

“I tuoi semi vivranno nel mio corpo,

E i tuoi germogli futuri sbocceranno nel mio cuore,

La loro fragranza sarà il mio respiro,

E insieme gioiremo in tutte le stagioni.”

Kahlil Gibran

 
 
 

PATE DE FOIE GRAS

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Tutta la storia umana attesta che la felicità dell’uomo, peccatore affamato, da quando Eva mangiò il pomo, dipende molto dal pranzo.

 

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