spirito e anima

un blog per tutti quelli che vogliono dialogare della mente umana un mondo sconosciuto e difficile capirlo il cervello !!

 

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pc

Post n°9 pubblicato il 22 Luglio 2010 da Terapia_Intesiva_118

dipendenza-da-pc-come-una-droga-causa-di-comportamenti-ossessivi-ansia-e-depressione.jpegPer gli italiani il computer “è come una droga”. L’ uso eccessivo del pc, infatti, può causare una vera e propria dipendenza psicologica, tanto che l’ Eurodap (Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico) ha lanciato l’ allerta per il nuovo fenomeno che affligge gli italiani. Si tratta di “uomini e donne drogati di pc - spiega il presidente di Eurodap, Paola Vinciguerra - con la convinzione di potersi allontanare dal computer in qualsiasi momento e incapaci di avere rapporti veri con le persone“.
Infatti, è anche ciò che emerge da un sondaggio on line sul sito Eurodap che ha coinvolto 800 persone tra i 20 e 75 anni che posseggono un computer: “é emerso che per il 70% degli intervistati al di sotto dei 55 anni usare il Pc, al di là del lavoro, per più di 2 ore al giorno, è normale e sano. Solo il 15%, e non a caso compreso nella fascia di età più alta 55-75 anni, ne fa un uso più moderato e non considera il pc un miglioramento per i rapporti sociali” prosegue Vinciguerra.
Il rimanente 15%, conclude l’ esperta, “pur non facendone un uso eccessivo, è lontano dal chiedersi come questo nuovo fenomeno potrà incidere sulla nostra qualità di vita“.

LA DIPENDENZA DAL PC
Analizzando le risposte degli intervistati - rileva Vinciguerra – si ha la sensazione di trovarsi di fronte a persone completamente dipendenti dal pc ma che non si ritengono tali, con la convinzione di poter smettere in qualsiasi momento. Chi passa ore davanti al pc, inoltre, pensa che non ci sia il pericolo della dipendenza“.
Al contrario, afferma la presidente Eurodap, “l’ uso del computer in maniera incontrollata è molto pericoloso e l’ uso eccessivo di chat, social network, sms ed e-mail può generare comportamenti ossessivi, ansia e depressione“.

E allora, per staccare, provate a uscire a fare una passeggiata, chiamate qualche amico al telefono oppure… prendetevi un po’ di tempo per leggere un sano, caro vecchio libro… è più rilassante e si può fare anche all’ aperto!

 
 
 

la tesi

Post n°8 pubblicato il 05 Giugno 2010 da Terapia_Intesiva_118

eccomi e da un po che non scrivo un pensiero.

penso che e arrivato il momento di scrivere la mia tesi di un

lungo studio osservando la chat e il comportamento della gente

da oltre due anni ho fatto grande esperienza in un mondo virtuale,

in cui ancora oggi mi stupisce  il grande numero di disaggio riscontrati

in questo mondo virtuale dove tutto e inreale ma che sembra,

un modo normale reale ,e anche lo  sento  a pelle come la gente

la vive in modo molto convinti di essere. in un mondo reale quando

di reale alcuni non pensa che lo sia, e un pó difficile dire che nel bene e nel male

questo mondo lo si vive in modo pazzesco,se penso che ci sono

persone con gravi disaggio di personalitá che in qualche modo vivono di questo

gravi  patologie come la patologia della perseguzione vivono

solo perseguitando  la gente si fissano e non ce nulla da fare vivono solo,

per loro pensano a loro non mangiano non dormono vivono qui tutto il giorno aspettando

la vittima che arriva solo per dire e fare quello che li fa sentire bene cióe

le offese gratis perché in questo mondo virtuale e tutto gratis anche le offese,

e questa e un altro sassolino che un po tutti abbiamo, e vogliamo togliere,

sempre studiando il comportamento di alcuni personaggi di questo mondo,

e il poter essere cosi meschini da dimenticare anche di avere vicino i  bambini,

che piangono per la fame e il papá non gli da nulla perché e preso dalla chat

dove e cosi fissato che annulla il suo dovere di genitore faccendo piangere, la sua

bimba, da vomito comportamento inresponsabile da  genitore la cosa piú

peggiore che ce in questo mondo far piangere una bimba per il suo egoismo,

e un paziente nuovo che ho aquisito in chat di pazienti ne ho molti ma questo e un

caso davvero da segnalare e far capire cosa e essere un genitore,

peccato che non posso mettere alcune schermate dove sempre studiando la

agresivita la volgaritá come si esprimono e da far alzare i capelli in testa,

ma prego per loro per la loro anima poveri piccoli esseri senza contegno,

e ne educazione la pazienza e dei piú forti e questo certo non mi manca

continuero sempre ad osservare e studiare non mi arrendo e non mi piego

davanti a nessuno che lo sappiate potete scrivere fare tuttop quello che volete

non mi tocca per nulla io studio e penso chi legge questo blog capisce,che

non tutti sono pazzi ho deliranti ma che ce gente che osserva tutto

quello che non siete capaci a fare voi  e mi rivolgo a e mie pazienti che spero sempre

e una pronta guarigione, il DR.Igor vi da aputamento alla prossima tesi ,

Prevenire

Affronta le cose sul nascere:metti ordine prima che si manifesti il disordine

Compromesso

Saggio é colui che, pur avendo ragione.cerca un punto di incontro,

con gli avversari

Saggezza

Vedere senza guardare,udire  senza ascoltare,respirare senza

chiedere.

 

 

 
 
 

Dr.Igor

Post n°7 pubblicato il 16 Maggio 2010 da Terapia_Intesiva_118

 

 

ciao 

scrivero questo posto dedicandolo e i mie 3 pazieti

di chat in cui voglio fare un regalo perché e un cane speciale per loro

se e capace di farli delirare e di far star bene e un cane fantastico

spero  che il suo contributo per i mie pazienti e una cosa positiva

vorrei decare a lupetto bomba e all´essere che gufa questo

post

dove la loro patologia e qualcosa davvero grave e mi procupa un po che

non riescono a pensare ad altro che a lui questa cosa mi fa pensare che

dove nasce la normalita e dove finisce La pazzia?

sempre se di normalitá possiamo parlare in chat,

dove e un modo cosi strano in se che figurarsi poter capire  la pazzia,

essere ll´animale e da un po di anni considerato una ottima cura per

pazienti malati terminali e gravi e consigliata hai bambini malati

ma va anche bene per i pazienti oltre i 50enne dove hanno delle patologié

gravi di comprendere e di fisicitá  dove hanno problema di rabbia non

potendo controlare e dove hanno patologie di saper tutto e non sa nulla

quella convinta di saper come e fatto il mondo sono convizioni patologiche,

che si curano anche pensando ad un cane come il mio io sono orgogliosa

e felice che il cane fa questo a i miei pazienti sperando ad una loro

guarigione imediata,lo spero che il delirio si placa e si placano i sensi,

del pensiero nel  modo assoluto auguro al 50enne di stare sereno e contare fino

a 100 prima di pensare al cane.. e al bomba di poter in qualche modo placare questo

suo astio e il delirio della rabbia e come Dr. Jekyll und Mr. Hyde

di giorno e bravo  lecca e la notte uccide

dopo ce la gufetta che osserva ma haime non vede bene

e dice quello che non vede grave patologia e spero che trovera

la pace in se stessa questi mie 3 pazienti gli auguro con questo pensiero

solidare buona guarigione e una di queste sere

siete invitate a parlare di questa grave forma di patologia che

cerco di placare io e il mio cane Igor..

 

 

 
 
 

delirium

Post n°5 pubblicato il 12 Maggio 2010 da Terapia_Intesiva_118

Tipi di delirio

 

Le numerose forme di delirio possono essere classificate da diversi punti di vista, per esempio in funzione della causa fisiologica scatenante, della durata, o della sintomatologia. Fra le specificazioni del termine delirio si possono citare le seguenti:

  • delirio da collasso: condizione transitoria che si verifica frequentemente nelle malattie acute, in concomitanza con la cessazione di stati febbrilli ;
  • delirio di influenzamento o delirio di riferimento: il paziente attribuisce un significato speciale a oggetti, eventi o persone a lui prossime;
  • delirio da toccamento: consiste nella mania eccessiva di toccare alcuni oggetti;
  • delirio nichilista: si riscontra nelle depressioni melanconiche , ed è costituito da un ammasso incoerente di idee negative;
  • delirio onirico: consiste in un perturbamento della coscienza che conduce a emozioni simili a quelli presenti nella fase orinica  ; la coscienza del perturbato entra in una fase tale da non riuscire a distinguere la realtà dal profilo onirico   di essa stessa.
  • delirio professionale o di occupazione: consiste nel ricreare, da parte del paziente, le condizioni e i luoghi abituali di lavoro;
  • delirio residuale: rappresentato dal perdurare di rappresentazioni deliranti a livello del pensiero, anche dopo la cessazione del perturbamento;
  • delirio interpretativo: il soggetto interpreta fatti casuali come fatti a lui legati, sentendosi l'attore principale o sentendosi indicato come parte in causa;
  • delirio di persecuzione: il paziente ritiene di essere oggetto di una persecuzione (situazione spesso identificata anche col termine paranoia );
  • delirio bizzarro: il paziente aderisce a un sistema di credenze totalmente non plausibili (nella cultura di riferimento);
  • delirio di controllo: il paziente è convinto che i propri pensieri o le proprie emozioni siano sotto il controllo di qualche forza esterna;
  • delirio di inserimento: simile al precedente; il paziente è convinto che alcuni dei suoi pensieri gli vengano imposti da una forza esterna;
  • delirio erotomanico o erotamia : il paziente è convinto che una certa persona (spesso una celebrità) sia segretamente innamorata di lui;
  • delirio di gelosia: il paziente ha la convinzione infondata e ossessiva di essere tradito dal proprio partner;
  • delirio di grandezza o melagomania : il paziente ha la convinzione di essere estremamente importante, per esempio di essere stato prescelto da Dio  per compiere una missione di fondamentale importanza, o di essere l'unico detentore di conoscenze o poteri straordinari;
  • delirio somatico: il paziente è convinto che il proprio corpo abbia qualche cosa di inusuale, come una rara malattia, qualche tipo di parassita o un odore sgradevole;
  • delirio di trasmissione del pensiero: il paziente è convinto di esprimere inconsapevolmente i propri pensieri a voce alta, o comunque che gli altri possano percepirli;
  • delirio da party: il paziente si trova in uno stato confusionario e provocato da  
  •    alcool musica ad alto volume

 
 
 

Internet

Post n°4 pubblicato il 30 Aprile 2010 da Terapia_Intesiva_118

 

 


 
 
E' nata una psicopatologia dovuta all'abuso del Web
Nella sindrome da Rete gli stessi sintomi dei tossicodipendenti
I malati di Internet
di UMBERTO GALIMBERTI

Se ti svegli alle 3 di notte per andare in bagno e ti fermi a controllare la tua e-mail sulla via del ritorno, se spegni il tuo modem e provi un vuoto terribile perché per te il mondo reale non ha ormai più alcuna consistenza, se passi metà del tuo viaggio in treno o in aereo col portatile sulle gambe, se ridi delle persone che hanno un modem 2400 baud di velocità, se chiami i tuoi figli Eudora, Mozilla, Puntocom, allora è arrivato il momento di farsi curare perché evidenti si sono fatti i segni di quella vera e propria patologia che ricerche americane hanno etichettato Internet Addiction Disorder (disturbo da dipendenza da Internet).

La dipendenza implica tre meccanismi: la tolleranza (per cui si è costretti ad aumentare le dosi di una sostanza per ottenere lo stesso effetto), l'astinenza (con comparsa di sintomi specifici in seguito alla riduzione o sospensione di una particolare sostanza), in "craving" o smania che porta a un fortissimo e irresistibile desiderio di assumere una sostanza, desiderio che, se non soddisfatto, causa intensa sofferenza psichica e a volte fisica, con fissazione del pensiero, malessere, alterazione del senso della fame e della sete, irritabilità, ansia, insonnia, depressione e, nei casi più gravi sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione.

Questi tratti, che sono tipici della tossicodipendenza, del tabagismo, dell'alcolismo, del gioco d'azzardo, dell'attività sessuale irrefrenabile, dell'assunzione di cibo seguita da vomito, oggi sono riconoscibili in quanti fanno un uso eccessivo di Internet per soddisfare sul piano virtuale quel che non riescono a ottenere sul piano della realtà, fino al punto di percepire il mondo reale come un semplice ostacolo o impedimento all'esercizio della propria onnipotenza che sperimentano con immenso piacere nel mondo virtuale.

In riferimento alle patologie sopraelencate, la dipendenza da Internet ha in comune il tratto ossessivo-compulsivo che tende ad aumentare la propria capacità di controllo della realtà. E non c'è dubbio che Internet rappresenti in questo senso il mezzo tecnologico più avanzato, rispetto al quale le crudeli pratiche di controllo (del proprio peso) messe in atto dalle anoressiche appaiono rituali medioevali. Con una differenza però: che la compulsione da Internet si basa sul "piacere" anziché sulla "fobia". E proprio perché si basa sul piacere, anziché sul disagio e la sofferenza, eliminarla risulta molto difficile.

Si prenda ad esempio lo shopping compulsivo online dettato non tanto dal bisogno di eliminare una sensazione spiacevole, quanto dal piacere di catapultarsi in qualsiasi centro commerciale del mondo, frugare incuriosito senza essere visto da nessuno, entrando e uscendo dal negozio in corrispondenza alle proprie esitazioni dettate dall'ansia e dal desiderio, senza suscitare il riso del commesso che, nella realtà, osserverebbe divertito lo svolgersi di questo rituale.

Lo stesso dicasi per il trading online a cui si applicano quanti giocano in Borsa attraverso Internet. Il trader oscilla solitamente tra due estremi: la paura e l'avidità che, quando entrano in cortocircuito, minano le capacità di controllo dell'investitore, spinto da una sensazione di invincibilità a correre rischi sempre più grandi e a prendere decisioni più frettolose. Questo processo viene esaltato da Internet, perché la Rete dà la sensazione di poter tenere sotto controllo la situazione, in quanto permette di conoscere l'andamento dei mercati a qualunque ora del giorno e della notte con la contemporanea possibilità di operare online.

Questa patologia ha un doppio profilo: uno legato alla piacevole perversione angoscia-eccitazione, comune tanto ai giocatori d'azzardo che agli investitori in Borsa, l'altro, tipico degli investitori, legato al bisogno di mantenere un controllo che, non essendo mai sufficiente, porta alla perdita dello stesso. Rispetto al gioco d'azzardo, il gioco in Borsa online è molto più pericoloso perché, grazie alla legittimità che gli viene attribuita, non è attraversato dai sensi di colpa di chi in Rete si accosta ai 700 casinò virtuali oggi esistenti, e quindi manca quel leggero freno che il senso di colpa può indurre in chi perde per aver "giocato", rispetto a chi perde per aver "investito".
E poi le chat, dove uno è libero di usare la fantasia nel presentarsi agli altri e nell'immaginarli. Non è difficile incontrare persone che dichiarano un'identità sessuale diversa da quella reale, così come caratteristiche fisiche, età, occupazione, stato civile. Qui mentire fa parte del gioco perché dà a ciascuno l'euforia di una libertà illimitata e forse, per la prima volta in vita, l'ebbrezza di essere affascinanti, mostrando lati della propria persona che solo in un contesto privo di riscontri visivi, si sente di poter esaltare. In questo modo chi chatta ha la possibilità di realizzare in modo virtuale il proprio ideale dell'io, e di riflesso sentirsi finalmente ideale.
Con queste sensazioni a portata di mano, come fa costui a spegnere il modem e tornare in famiglia o tra gli amici dove nessuno lo crede davvero ideale? A questo punto le ore al computer dedicate allo scambio di informazioni, sensazioni ed emozioni aumentano e diventa difficile passare troppo tempo senza connettersi. Se poi scatta la tentazione di incontrarsi, spesso la realtà non rispecchia le aspettative, allora l'illuso insoddisfatto diventa disilluso, e quello soddisfatto, ma respinto, diventa un depresso. Eppure, nonostante la realtà smentisca il virtuale, non per questo ci si astiene, perché se solo il virtuale dà quello che il reale nega, allora si prende casa nel virtuale, riducendo i contatti reali, quelli a tu per tu, ormai divenuti fonte d'ansia e quindi da evitare il più possibile.

Resta da ultimo il cybersesso, vera e propria dipendenza da sesso virtuale, dove la masturbazione individuale si arricchisce di una rappresentazione condivisa. La possibilità di essere espliciti, offerta dall'anonimato, porta l'utente a scoprire forme di eccitazione prima a lui stesso ignote e accogliere nelle proprie perversioni la loro valenza seduttiva. Giocando con la perversione e l'allucinazione del desiderio si allontana dai rapporti sessuali reali perché, rispetto a quelli virtuali, appaiono troppo insignificanti, troppo limitati dall'opacità della materia.

Per chi vuol saperne di più sulle psicopatologie da Internet e il loro possibile trattamento, consiglio la lettura di Perversioni in rete (Ponte alle Grazie, Milano, euro 13,50) da cui a mia volta ho tratto tutte queste informazioni. Gli autori, Giorgio Nardone e Federica Cagnoni, sono due psicologi cognitivo-comportamentali. Nardone ha lavorato alla scuola di Palo Alto con Paul Watziawick e con lui ha scritto L'arte del cambiamento e Paura, panico, fobie, editi sempre da Ponte alle Grazie. Leggo inoltre sul risvolto di copertina che Nardone ha fondato un Centro di terapia strategica ad Arezzo dove si sono cominciate a curare anche le dipendenze da Internet.
Ma per accedervi penso sia necessario che chi è preso nella "rete" di questa dipendenza si renda conto di essere come un pesce nella rete del pescatore, dove non è possibile salvarsi sbattendo le pinne. E allora la mia domanda è: come può chi accede alla Rete per soddisfare il piacere della propria onnipotenza percepire la propria impotenza e decidere di farsi aiutare? Qui resta ancora qualcosa da pensare. D'altra parte questo tipo di dipendenza è così recente che un po' di tempo ai ricercatori bisogna lasciarlo. L'invito è non pregiudicare la scoperta della specificità di questa dipendenza, appoggiandosi alle conoscenze che già si possiedono sulle sindromi ossessivo-compulsive.

Qui qualcosa di nuovo, che non so identificare, ci deve essere e, visto il numero crescente di persone imprigionate da questa dipendenza, bisogna far presto a trovarlo, anche a costo di andare oltre l'impalcatura teorica su cui oggi si basa la psicologia cognitivo-comportamentale a cui i nostri autori fanno riferim

 
 
 
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Un blog di: Terapia_Intesiva_118
Data di creazione: 26/04/2010
 

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