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Nickname: pauca
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Post n°1 pubblicato il 07 Settembre 2006 da pauca
Questo blog ha , al momento , l'unico scopo di riassumere, in modo più organico e fluido di quanto possa fare il forum, i vari interventi nel racconto senza titolo e in sviluppo , che ho "lanciato" in community il 5 set u.s. Titolo del FORUM è "un bravo lettore è un bravo scrittore!". ( E' UNA PROVOCAZIONE, VEDIAMO L'EFFETTO CHE FA) INTRODUZIONE E' noto che siamo un popolo di scrittori, infatti un notevole numero di persone ha nel cassetto, oltre che i propri sogni , anche la bozza di un libro che reputa di sicuro successo e sicura pubblicazione. CAPITOLO PRIMO e con aria indifferente allungò lo sguardo. Era solo un petardo. Qualche ragazzo probabilmente lo stava osservando nascosto e deluso imprecava per il petardo andato sprecato. Era troppo assorto e come lo scorso anno il pensiero era il medesimo: avrebbe passato il Natale solo, di nuovo."Allungò il passo per raggiungere il proprio posto di lavoro, come tutte le mattine arrivò in via rosina- angolo via taddea e l'altro Giovanni - la sua voce di dentro- si fece sentire << e allora ? Se anche passi un altro natale solitario che male c'è?In fondo cos’è il Natale, se non una stupida invenzione di gente bigotta che snocciola continuamente rosari per accaparrarsi un posto in un ipotetico Paradiso e volta disgustata la faccia dall’altra parte quando le si avvicina un barbone a chiedere soldi per un panino, per non parlare poi di chi ne fa solo un’occasione per spendere i loro lerci soldi . No, per fortuna io non ho nulla a che vedere con questo Natale, io ho altre cose più importanti da fare, spero solo che tutto questo trambusto passi al più presto>> entrò nel suo ufficio, un luogo stretto e maleodorante per l’umidità, appese all’appendiabiti di legno posto sulla parete il suo sgualcito cappotto grigio e la sua sciarpa di tela scozzese, inforcò gli occhiali e si sedette alla scrivania sommersa di carte, ne sarebbe riuscito a notte fatta….!Torna in cima Fatta.....la notte.....mille pensieri che popolano in modo incontrollabile la mente.....riaffiorano quelli più insistenti, come quella ragazza che ti ha colpito, come l'incidente lungo la strada, con tutte le persone che rallentano il traffico per guardare, come la discussione avuta in ufficio, per motivi come al solito "stupidi".....così, ormai stanco di tutto cerchi di addormentarti.....e.....sogni.....!Una specie di boato , proveniente dalla strada, fece vibrare i vetri delle finestre e in successione voci concitate , urla e lamenti riportarono velocemente Giovanni alla realtà! Cosa accadrà adesso?come mi comporto?"pensò Giovanni con il volto incredulo e spaventato...mentre la ragazza sanguinante iniziava a parlargli:"per favore...non urlare, non voglio farti del male, e a meno che tu non me dia motivo non lo farò.Dalla tasca della sua giacchetta leggera estrasse lentamente una piccola pistola e gliela puntò alla testa. L'arma era appena più piccola della mano, e sembrava in ceramica, per poter essere occultata ai metal-detector. "Presto, portami alla tua macchina. Fai solo quello che ti dico e non ti succederà niente". In lontananza si sentiva la sirena di un auto della polizia. Giovanni pensava febbrilmente ad un modo di uscire da quella situazione. "Perlomeno", pensava in un remoto angolo della sua mente, "ora non sono più certo di passare il natale da solo. Potrei anche non passarlo affatto." La ragazza pareva non avere un’aria davvero aggressiva: sembrava lei stessa molto più atterrita di quanto non lo potesse essere Giovanni. Ma lui decise comunque di non rischiare: per quanto ritenesse la sua vita miserabile e inutile, aveva ancora troppa paura di morire. CAPITOLO SECONDO Giornalisti, vigili del fuoco, curiosi, infermieri, poliziotti già si precipitavano sul posto quando Giovanni si alzò di scatto strabuzzando gli occhi. Miliardi di pensieri, di ricordi, di immagini gli affollarono la mente come un turbine: la ragazza, la pistola, la macchina… ah sì! La bomba! |
Post n°3 pubblicato il 08 Settembre 2006 da pauca
l'angolo sembrava isolato dal resto del mondo, si trovavano forse in una dimensione parallela,ma il luogo era pieno di gente di ogni tipo,soprattutto feriti che impauriti scappavano...giovanni non riusciva a rendersi conto di quanto accadeva, non sapeva cosa fare... "....si sta svegliando , presto avvertite il dottore..." sentì le voci intorno a lui arrivare ovattate e lontane mentre mille luci brillanti come piccoli soli trafissero i suoi occhi appena dischiusi costringendolo a serrarli con forza.......... nel momento in cui aprì gli occhi un forte boato e una lunga sparatoria costrinsero giovanni a richiuderli a inginocchiarsi e rannicchiarsi di nuovo...poi qualcosa lo colpì alla nuca.svenne... CAPITOLO TERZO "IRINA si alzò con un cerchio alla testa ed un senso di vuoto allo stomaco , non aveva dimenticato quello che era successo la sera precedente durante la riunione a casa di Denise, ma c'era un vuoto...un vuoto nei suoi ricordi che non riusciva a colmare. Il pensiero corse subito allo sconosciuto che avrebbe incontrato tra poco. Il distinto signore, però, quasi d'istinto parve mostrarle una smorfia, che lei non capì bene se effettivamente fosse una sua propria invenzione oppure, davvero, proprio quel signore, così ammodo, si stesse prendendo gioco di lei. Confusa, forse più confusa ancora di quel che era poco prima quando, prima d'incrociare "quell'uomo lì", sentiva nello stomaco una strana, quasi dolorifica sensazione e si domandava se fosse per via della colazione o per colpa di qualche pensiero. Qualche pensiero che ultimamente le ricorreva in testa a causa di quella situazione in ufficio, di quel fastidioso collega che, vuoi "che devo prendere una carta", vuoi "avresti mica una sigaretta", non mancava di venirla a scocciare. Se poi le avessero chiesto in seguito se la scocciatura più pungente fosse stata quella del collega, o quella di scoprire che davvero il signore incrociato si burlava di lei, lei non avrebbe avuto dubbi ed avrebbe evitato di rispondere, magari con uno dei suoi soliti stratagemmi, del tipo a cui spesso si aggrappava; illudendosi, per questo, d'essere prilvilegiata d'un'acume che certo, però, non le avrebbe dato così facile appiglio quando si sarebbe trovata dinnanzi a quella domanda, che spesso non viene da altri, alla quale una scappatoia non è concessa se non ci si vuole condannare. E davvero restò amaramente sorpresa di come il suo cosiddetto acume non riuscì a proteggerla, in un certo senso, quando un paio di giorni più tardi ella stessa (finalmente o purtroppo per Giovanni) si domandò se era innamorata... IRINA non sapeva che la smorfia di Giovanni nascondeva l'angoscia di un uomo che aveva vissuto un esperienza strana tra sogno e realtà alla quale non sapeva dare una spiegazione razionale. erano giorni che analizzava con risoluta concretezza e spietata autocritica tutti gli avvenimenti accaduti nella passata settimana ma su uno era assolutamente sicuro la ragazza dell'attentato , dello scoppio quella orrendamente sfigurata che poi era sparita sia dal sogno che dalla realtà l'aveva incrociata una mattina mentre andava in ufficio, ma non sembrava averlo riconosciuto per cui si era convinto che o le somigliava moltissimo ed era una straordinaria coincidenza oppure..... . Decise di schiarirsi le idee con una passeggiata...entrò nella cabina armadio e scelse la tuta pressurizzata più alla moda...rimpiangendo |
Post n°4 pubblicato il 27 Settembre 2006 da pauca
CAPITOLO QUARTO << che boiate ! >>, esclamò Antonio spegnendo il televisore al plasma ultima generazione con il telecomando ultrapiatto. Si versò qualcosa da bere, e mentre sorseggiava del pessimo rum messicano, sentì un rumore di chiavi e la porta d'ingresso che si apriva. Era Carla, la moglie che ormai da anni tradiva. Due grosse lacrime solcarono il volto di Carla, rabbia, umiliazione, sconforto per quel marito che ormai la considerava zerbino da calpestare. No, non era colpa sua se Angelo non c'era più! Quanto dolore aveva provato in quei mesi di ospedale. I giorni sembravano interminabili, ma le notti erano ancora più terribili. Se riusciva ad addormentarsi, anche per brevi istanti, continuava a rivedere il corpo dilaniato del suo piccino. Il suo piccolo! Era la sua unica ragione di vita. Antonio, così spesso irascibile e violento, sempre così concentrato sul suo ego e sul suo desiderio di carriera, non poteva più essere il dolce compagno conosciuto sui banchi di scuola. Non poteva più essere quel meraviglioso amico ed amante. Ma c'era una speranza...Gisella... Lei Gisella e Paola tre colleghe dello stesso reparto di clinica delle Rose, stuttura sanitaria alle porte di Milano , situata in un'antica villa patrizia con parco , convenzionata con il Servizio Sanitario era luogo di lavoro di tutti i medici impegnati nelle strutture pubbliche che riservavano ai pazienti più danarosi i loro servizi privati per appendiciti, cistifellie , raschiamenti, prostate e similari. Antonio prese la giacca di pelle , la scostò in malo modo facendola inciampare nel tavolino basso all'ingresso e uscì sbattendo fragorosamente la porta. Guarda chi si vede, Antonio, vecchio scorbutico intemperante, che ci fai qui a quest'ora, non si lavora oggi?" Antonio stava per rispondergli che non gli interessava, che con lui non avrebbe comprato neanche uno stuzzicadenti , che era il solito illuso , vecchio e bavoso Alberto , sorpreso più volte ad amoreggiare con le proprie studentesse, quelle maggiorenni e più disinvolte, ai giardini o nelle discoteche e rimproverato dal collegio degli insegnanti e qualche volta malmenato da genitori inferociti......ma le parole gli si bloccarono in gola mentre sulla soglia della zona bar del circolo apparve Eliana. Si accomodarono in un divanetto stile anni '60, rivestito da velluto rosso ormai consunto. Il silenzio cominciò a diventare quasi doloroso, ma l'emozione fra loro era forte, palpabile. Difficile era parlare, ma soprattutto difficile era dire qualcosa non banale. Banalità che avrebbero rovinato un attimo così intenso. |
Post n°5 pubblicato il 20 Novembre 2006 da pauca
CAPITOLO QUINTO Nel frattempo, ignaro di tutto ciò che accadeva 36000 km sotto di loro, un satellite geostazionario in orbita al di sopra di Roma rilevava un oggetto sconosciuto che si muoveva ad altissima velocità, diretto verso nordovest. L'evento fu immediatamente registrato dai computer dell'ESA. Pochi minuti dopo un hacker si introdusse nel sistema informatico dell'agenzia spaziale europea e cancellò i dati di questa registrazione, dopodichè inviò un segnale al satellite che aveva effettuato il rilevamento. Rispondendo alla breve stringa di codice che gli era stata inviata, il satellite cancellò tutti i dati in memoria, dopodichè ricominciò nuovamente a svolgere il suo solito lavoro. Beh, non proprio il solito. L'oggetto, di forma discoidale e dal colore opalescente, giunse nel cielo di Milano e cominciò a zigzagare come impazzito ad una quota di 500 metri, ad una velocità inconcepibile. In lontananza si udiva rumore di elicotteri. L'oggetto si limitava a galleggiare in aria, senza emettere nessun rumore o fare niente.Reagì solamente quando due elicotteri Chinook, completamente neri e senza contrassegni, aprirono il fuoco sullo scafo. Intorno al disco apparve un'improvvisa luminescenza, che sembrò assorbire i colpi come se niente fosse. Gli elicotteri cessarono il fuoco, e proprio allora accadde il disastro: lo scudo di energia del disco si concentrò in un unico, sottilissimo raggio che si diresse verso il serbatoio dell'elicottero più lontano. Venendo a contatto con il metallo il raggio trasformò tutta l'energia che trasportava in energia termica, sciogliendo il rivestimento e incendiando il carburante. Dopo aver fatto ciò, curvò verso l'altro elicottero, fuse il raccordo tra il motore e le pale e poi venne riassorbito dal disco. L'Ufo scomparve in un lampo accecante prima ancora che i due elicotteri avessero iniziato la loro mortale caduta sulla folla sottostante. Eliana bloccata al centro della strada assieme a centinaia di persone guardava ipnotizzata i resti infiammati e fumanti degli elicotteri che in un looping mortale si stavano schiantando sulla folla di curiosi che in un ebete stupore aspettavano impassibili di essere dilaniati dal ferro incandescente e dalle pale impazzite dei rotori. Antonio, trascinato da Eliana fuori dal bar, guardava attonito la scena. Gli attimi di terrore piano piano scemarono, e, d’impeto, prese la mano di Eliana. Era fredda come il ghiaccio. Guardò la donna e si accorse che sul suo viso non c’era più segno di vita: era come si fosse trasformata in una statua. Immobile, inespressiva, gelida. Spaventato ed inorridito, gridò, chiedendo aiuto. Ma gli risposero solo altre grida. Si guardò intorno e si accorse che la stessa sorte di Eliana era toccata a tutte le donne presenti nella piazza. Immobili, inespressive, gelide…. La gente ripresasi dallo stupore iniziale , realizzò la situazione paradossale che si era creata e passò immediatamente al terrore e paura per ciò che non riusciva a capire. La luce è strana, pensò improvvisamente Antonio. Era tutto troppo chiaro, la luce era troppo forte. E a pensarci bene, era normale che la pioggia fosse così gelida? Ma soprattutto... quanti soli ha il nostro sistema solare?, si chiese vedendo ben 3 luci alte nel cielo. "Un momento... quelli non sono dei soli, questo non può essere vero!", esclamò mentre capiva di essere in un'allucinazione. I contorni della città iniziarono a sfumare, trasformandosi e diventando sempre più irriconoscibili. Tutto si fece nero. Poi, quando alla fine Antonio riuscì ad aprire gli occhi, rimase senza fiato per lo stupore. Non era affatto in piazza, e nemmeno all'aperto. Era disteso su un lettino d'acciaio, inclinato rispetto al pavimento di circa 45°: una figua indefinita lo guardava attraverso il vetro di cui era fatto il tubo in cui era racchiuso il lettino, mentre l'acqua continuava a salire sul fondo. |
Post n°6 pubblicato il 14 Dicembre 2006 da pauca
"Nooooooooo!" Carla scattò come una molla dalla poltrona del proprio salotto dove si era appisolata guardando il cd inserito nella tv. Carla in modo incansapevole e intontita dal sonno e dalle visioni di cui era succube , complici anche i numerosi ansiolitici che prendeva, in realtà era in vestaglia nel mezzo della strada antistante casa sua mentre le macchine le sfrecciavano, sfiorandola, veloci e urlanti.... "Cosa fai qui?Ti ho già detto di non creare false aspettative ,in Carla, di rivedere Angelo!" Aggredì subito Gisella che gli era andata incontro mentre Paola vegliava l'amica in camera da letto.
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Post n°7 pubblicato il 20 Marzo 2008 da pauca
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INFO
COMMENTO AL RACCONTO
ROSENKAR 30 OTTOBRE
"il tuo blog è un viaggio nel quotidiano ricostruito molto fedelmente"
PROFILO DI ANGELO
Angelo , figlio di Carla e Antonio era morto bambino in un attentato terroristico e Antonio aveva addossato la colpa a Carla che era dilaniata dai sensi di colpa.
PROFILO DI ANTONIO
ANTONIO, giornalista free lance in ogni angolo del mondo , dopo un attentato subito durante un servizio al seguito di un contingente ONU in namibia, viene ricoverato per un lungo periodo di riabilitazione nella clinica dove conosce Carla.La morte del figlio lo ha fatto sprofondare in una cupa depressione che gli fa vedere la compagna come unica responsabile della sua morte . Donnaiolo impenitente , sfoga in questa passione la sua rabbia e il suo dolore.
PROFILO DI GIOVANNI E IRINA
PROFILO DI ELIANA
Misure 88/ 65/90. Altezza 1.78. Bionda . fisico atletico . conoscenza delle arti marziali , campionessa di parapendio e free jumping.
E' decisamente una donna che si fa notare , single , gira il mondo inviando reportage per le riviste femminili di mezzo mondo sul ruolo della donna nel mondo e nelle professioni e realtà più disparate e spesso disperate . Ha avuto una storia con Antonio nel viaggio nelle due Coree ma come tutte le sue storie le scivolano addosso come sapone sotto la doccia..........
PROFILO DI GISELLA
Gisella 33 anni originaria di Milano, vestiva sempre di nero , in giovane età aveva fatto uso di droghe leggere e partecipato a gruppi punk di tendenza che proliferavano nelle periferie intorno a milano.
di quella esperienza le era rimasta la passione per il paranormale e la pratica di antiche arti orientali legate alla metempsicosi e autoipnosi.
Decisamente brutta non aveva avuto ancora un vero rapporto sessuale e si sentiva ogni giorno sempre più arida e priva di desiderio per l'altro sesso, ma era attratta da Paola per la sua bellezza e perchè l'amica, appassionata di paranormale, non nascondeva la sua ammirazione e questo la gratificava moltissimo.....
PROFILO DI PAOLA
PROFILO DI CARLA
Carla, 32 anni , fisioterapista presso il reparto ortopedico di una clinica privata situata nella zona Nord di Milano.
Fisico asciutto , nervoso , lineamenti minuti , capelli corti neri, abbigliamento sportivo .
Ha rivisto Antonio durante il ciclo di riabilitazione dopo la lunga degenza in ospedale, erano stati a scuola insieme un filarino da adolescenti e niente più, poi da adulti si erano accorti di piacersi ancora .
Non aveva avuto molte storie anche per la sua particolare riservatezza e l'attaccamento all'anziana madre con la quale viveva , in un palazzone di periferia fino a quando non era andata a vivere con Antonio...................................
PROFILO DI ALBERTO
Amico di vecchia data di Antonio e vicino di casa.
Vive al di sopra delle sue possibilità economiche ed è all'eterna ricerca del colpo grosso, a volte senza farsi troppi scrupoli.
PROFILO DI ROMINA
Alta, slanciata, molto carina, ha conosciuto Alberto non appena arrivata in città e gli si è affezionata anche perchè nei primi tempi lui l'ha aiutata molto ad ambientarsi.