Sorridere è Amare...Crederci e mettersi in gioco sempre... |
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Messaggi di Gennaio 2018
Post n°259 pubblicato il 28 Gennaio 2018 da pazza105
Ricomincia nella notte questa storia troppe volte Quante volte avremmo detto con fermezza che tra noi era finita Come te che mi hai dato Solo tu mi hai donato Non lasciamo che sia il tempo a cancellarci senza un gesto Come te che mi hai dato E’ con te che è iniziato Eravamo solo due perduti amanti E sei tu che mi hai dato |
Post n°258 pubblicato il 22 Gennaio 2018 da pazza105
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Post n°256 pubblicato il 11 Gennaio 2018 da pazza105
Stupita e disorientata. Una distesa di fogli di giornale, una sala piena, tanti, tantissimi, più strati, infiniti. Buttarsi, essere riempiti di fogli volanti e poi cavalcarli e poi nascondercisi sotto ed esserne immersi sopra, e poi correre, scivolare, inciampare.. Mi è sembrato incredibile riconoscerlo così chiaramente tanto che più mi entrava dentro più cercavo di sentirlo, più lo sentivo e più cercavo di andargli incontro ed entrarci dentro. Mi guardavo intorno ed ero felice. Avevo immaginato tanto davanti a quella distesa di fogli ma mai mi sarei immaginata tutta quella potenza.
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Post n°255 pubblicato il 05 Gennaio 2018 da pazza105
Le onde...
Graduale progressione per entrare in relazione con l'altro. Utilizzare vari oggetti, quelli più comuni, la palla, i cerchi e poi le corde... infine arrivare ad utilizzare uno strumento già sperimentato ed essere serena nel mettersi in gioco nuovamente. La benda la indosso appena me la consegnano e senza esitazione continuo a camminare nello spazio. Mi rendo conto solo dopo che le mie mani non sentono il pericolo, rimangono distese lungo il corpo. Sento i passi, sento le vicinanze e le distanze di chi mi sta intorno, sento il mio respiro e ci resto, in relazione con me stessa. Cercare la relazione secondo quello che è il proprio bisogno, la propria necessità, muoversi nello spazio... ..e sentire quel fuoco nello stomaco risalire rapidamente fino a trasformarsi in lacrime, fiumi di lacrime. Rimango sola e poi vengo ancorata al gruppo, mi divincolo con cautela perché lì in quello spazio e in quel tempo non c'è benessere, non lo sento.. cercare il mio luogo, vagare nel vuoto immenso, diventato infinito, ampio e sentirmi profondamente. Quella mano che va via, un saluto. Mani fredde le mie, che cerco di scaldare consapevole che probabilmente darebbero fastidio così gelide nell'incontro con l'altro, ma tant'è non c'è verso, si scaldano e sudano quando si intrecciano in altre mani, si raffreddano immediatamente appena finisce il contatto... poi ne incontro una forte, ferma, stretta, calda che mi tiene e mi abbraccia. Non volerla più lasciare, percorrere insieme un pezzetto di strada.. e poi via di nuovo sola, nello spazio.. ..Fango
..io lo so che non sono solo anche quando sono solo..
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Post n°254 pubblicato il 01 Gennaio 2018 da pazza105
E così accontento anche mio padre, ogni tanto mi chiede di accompagnarlo; oggi era la volta del cimitero e della pasticceria. Poi, poi l’ho accompagnato. La mia macchina, lui passeggero. A metà strada “sbamm”.. Alfa romeo Giulietta Grigia, sedili posteriori, poggia braccio centrale sempre abbassato a separarci, io a destra, Enrico a sinistra, io dietro mia madre, Enrico dietro mio padre, sempre. Mio padre, jeans e maglione, giacca, barba sempre perfettamente fatta. Mio padre che sbuffava ogni volta, perchè mia madre era in ritardo sulla partenza, ogni volta. Ma io già la difendevo: mio padre pronto con la macchina accesa, io e mio fratello caricati, poi mi offrivo di andare a vedere a che punto era mia madre, andavo piano, la aspettavo e scendevo solo un attimo prima per dire “sta arrivando”...di corsa col tichettio dei tacchi sul marciapiede, un saluto ai cani e poi la ventata di profumo che mi arrivava quando chiudeva la portiera. Lei. Quanto mi stimavo di starle a fianco, anche mio padre talvolta prendevo a braccetto, ma lei, lei trasmetteva qualcosa di più, calore, pace, armonia, affetto. Erano rari i momenti in cui ci muovevamo insieme, le occasioni della domenica per cimiteri, dei sabati sera alle corse dei cavalli e le uscite in giornate dai parenti romagnoli. Poi il cimitero. Anche il cimitero è sempre stato per me un momento importante. Poi c’erano le storie di “corridoio”, quelle morti che avevano riscosso qualche clamore in più, che magari erano finite sui giornali, per lo più di persone abbastanza giovani e che ogni volta chiedevo di dirmi, di raccontarmi e nella mia testa immaginavo, visualizzavo la mia realtà, pensavo a dov’erano, cosa facevano, dove andavano, qualcuno che ha scelto di morire, qualcuno che ha avuto “sfortuna”, qualcuno che ha incontrato la malattia. "Sbamm" dicevo..
Perché questa mattina ho ritrovato quelle storie, perché la strada tra un parente e l’altro è sempre la stessa ma ho rivisto quella bambina ricciolona e boccolosa, con le calze di lana bianche o rosa e gli stivaletti, che rifletteva sulla vita e si stimava per mano a suo nonno. |
Inviato da: mariano6
il 22/10/2020 alle 14:14
Inviato da: cassetta2
il 31/05/2020 alle 19:37
Inviato da: prefazione09
il 03/11/2019 alle 12:26
Inviato da: Coulomb2003
il 04/07/2019 alle 23:27
Inviato da: Alice0506
il 03/01/2019 alle 12:44