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Lo sconosciuto d'Orta

Post n°625 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da pedro_luca
 

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Lo sconosciuto di Orta

Traccia n. 5

Il grande orologio a muro appeso sopra l’entrata della sala mortuaria segnava le quattordici e dodici quando il rumore di una frenata sulla ghiaia proveniente dallo spiazzo antistante l’obitorio segnalava l’arrivo del medico legale. Per il magistrato invece si sarebbe dovuto attendere ancora perché il titolare dell’ufficio indagini era in ferie, per ciò era stato chiamato da Borgomanero il sostituto, la dottoressa Angelica Forsuonno, una nuova del mestiere essendo al suo primo incarico dopo aver vinto il concorso.
Appena il medico mise piede a terra stringendo nella mano destra la valigetta degli strumenti, Gianfriglio s’avvicinò tendendogli la mano:
“Buongiorno Briacchi.”
Il maresciallo conosceva bene il medico, erano quasi coetanei, entrambi passavano la cinquantina e negli anni avevano avuto più di un’occasione per collaborare. 
“Buondì a voi maresciallo.”
Il dottor Briacchi era uno spilungone dai capelli grigi, fisico atletico con una smisurata passione per la bicicletta. Non era sposato ma conviveva con una farmacista in una villetta di Omegna. Non avevano figli e passavano gran parte del tempo libero sulle rive dell’altro lago, il Verbano. Nell’incamminarsi il medico ritrasse alzò le spalle e con la sinistra rialzò il colletto del giubbotto: 
“Che vento fastidioso, non vuol proprio smetterla. Cos’è successo, un annegato?”
“Abbiamo rinvenuto questo cadavere nelle acque antistanti il residence “Villa Giulia”.       
Abbiamo ricevuto la chiamata ch’erano passate da poco le dieci e trenta, siamo corsi subito là. Non c’era già più nulla da fare, chissà da quante ore stava in acqua. Comunque l’abbiamo portato a riva subito. Ora è  lì nella camera mortuaria, e non è un bel vedere,  con la faccia che si ritrova poveretto.”
Il medico s’avvicinò al tavolo su cui era stato posato il corpo di quello sconosciuto. L’espressione del volto dell’uomo tradì immediatamente un certo fastidio, seppure avvezzo a scende simili, vedere quel volto disastrato non era spettacolo da lasciare indifferenti nemmeno quelli come lui, abituati a corpi martoriati.  Si ritrasse per prendere la valigetta e la posò sul mobiletto che aveva alle spalle:
“Quel volto..”
“E’ a causa delle onde, dottore. Il corpo è rimasto impigliato tra le rocce e il movimento dell’acqua ha fatto il resto sbattendolo in continuazione. Credo che sia rimasto in acqua da ieri sera, al massimo da stanotte.”
Briacchi si mise gli occhiali da vista,  infilò i guanti in lattice e s’avvicinò al cadavere. Prese ad analizzare quel corpo minuziosamente, aiutato da un addetto lo rivoltò e rigirò più di una volta, segnando gli appunti su alcuni stampati che aveva disposto sul mobiletto a lato del tavolo:
Gianfriglio fece alcuni passi indietro e un cenno all’Anselmi di avvicinarsi, confabulò con lui per un attimo mentre uscivano all’aperto. Non era sopravvenuta alcuna novità, non era giunta nessuna nuova, si trattava solo di un pretesto del maresciallo per uscire, visto che la visita stava andando per le lunghe e lui aveva una gran voglia di fumare:
“Senta Anselmi, chiami Martiglio e gli dica di passare per gli alberghi di Orta a chiedere se risulta loro l’assenza prolungata di un cliente o di un dipendente. Comunque se c’è qualcuno che manca da ieri sera.”
“Se permette maresciallo, potrebbe essere finito in acqua da un’altra parte, che so, da Omegna piuttosto che da Pella.”
“Da Pella è possibile, ma fosse stato a Omegna mica finiva quaggiù, al massimo l’avrebbero trovato nello Strona, oppure mangiato dai pesci nel lago Maggiore. (Unico tra i laghi alpini quello d’Orta ha l’emissario a Nord, il torrente che attraversa Omegna, il Nigoglia)”

 
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