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...rimandato a settembre...

Post n°81 pubblicato il 23 Luglio 2007 da Nuvik75

almeno al momento a me è stato concesso: dopo 4 giorni di opsedale da una parte e 3 di clinica da un'altra mi sento dire dai medici che sono sano: certo propsio sano sano non sono, ho i miei "precedenti" ed in più questi valori ancora un po' "confusi" da "capire meglio, magari a settembre, dopo l'estate"...

ma c'è chi oggi non ha potuto godere di siffatto privilegio ed è stato "bocciato" o "promosso" a seconda di come la si volgia intendere la "signora dalla grande falce": e così mentre io sono stato in giro per ospedali prima e per il mio trasferimento a Roma adesso, proprio un paio d'ore fa, ti sei spento nonno...

lo so, forse non avrei neanche il "diritto di piangere" questa tua dipartita, peraltro annunciata ormai da tempo, visto che non sono stato capace neanche di venirti a salutare prima di oggi...

ma sai, è proprio buffo: sentirsi così incapaci di tutto: ingurgitare una pizza da asporto comprata all'angolo del residence senza neanche capire cosa si sta buttando giù... decidere di lasciare in frigo la birra che avevo comprato per accompagnare la pizza... e poi fagocitare con una sorta di violenza del cioccolato come se lo stesso potesse in qualche modo sollevare il mio stato d'animo...

ma io sto parlando ancora di "vita" mentre tu adesso non ci sei più anche se in me resterà sempre il ricordo di te, di un nonno autoritario ma con un cuore immenso, capace di stupire tutto e tutti con il tuo modo assolutamente unico di vivere... non dimenticherò mai come mentre io da piccolo per farmi ascoltare da Leone dovessi sgolarmi per ottenere ciò che volevo da lui, a te bastava uno sguardo, una girata d'occhi, uno schiocco di lingua... e lui ti obbediva come fosse un bimbo, incapace solo di parlare ai tuoi ordini, ma il suo guaito seguiva i suoi gesti e il suo scodinzolio di approvazione, qualunque cosa tu gli ordinassi...

sono tanti i ricordi di te, come tante le estati trascorse con te e la nonna che prima di te anni fa ci ha lasciati: ero proprio un bimbo quando a volte non volevo seguirti dietro i tuoi lavori, scoprendo solo dopo che quando mi volevi con te era perchè ti faceva piacere la mia compagnia e non per farmi lavorare e me lo dimostravi in un modo più unico che raro, quei modi che comprendi soltanto quando cresci... mi insegnavi il lavoro, perchè volevi che qualcuno imparasse così come tu avevi appreso da tuo nonno... e mi premiavi con della frutta fresca che raccoglievamo... e poi ogni volta che me la vedevi mangiare sbucciandola, be' non so quante volte mi avrai raccontato la storia di "pinocchio e delle pere"...

ti ho conosciuto che eri "anziano" ma la tua forza è sempre stata infinita: e ben ricordo come, fin quando non sei stato costretto dalla rottura del femore ad abbandonarti sul letto senza far più nulla, anche dopo tutti gli acciacchi che avevi avuto, con tutte le raccomandazioni dei medici di stare a riposo, non potessi stare lontano dalla tua terra: la stessa terra che amo e che odio al tempo stesso e che ci unisce e forse per sempre lo farà,  anche adesso che tu non sei più qui con noi...

non dimenticherò mai quella volta che mi dasti un chewin gum da masticare: era la nonna normalmente che ci dava caramelle e cioccolati... invece quella volta, dopo pranzo, mi chiamasti come avevi fatto tante altre volte, e mi mettesti in mano una brooklin... ero stupito... iniziai a masticarla con gusto... ma non feci neanche in tempo ad assopararne del tutto il sapore che me la chiedesti indietro... non potevo capire... ricordo come fosse adesso quella chewin gum utilizzata per tappare un microforo che c'era sulla tanica del vecchio trattore... e quante altre strampalate idee... già l'ho detto che eri unico nel carattere ma forse lo eri ancora di più nel tuo modo di lavorare, anche nell'onesstà che mettevi nel tuo lavoro umile di contadino che, seguendo le tue azioni, diveniva per me una delle arti pipù noobli che la vita umana abbia mai potuto conoscere ed incontrare...

ed oggi te ne sei andato, già... si, meglio per te, è vero e ne sono convinto, perchè soffrivi troppo ormai... ma adesso hai lasciato un altro vuoto incolmabile: si è vero il tempo aiuta e la "strana sofferenza" di stasera cederà presto il passo ai ricordi dolci e a nulla più... ma adesso fa male e versare delle lacrime per te mi sembra anche fin troppo poco per ciò che tu hai rappresentato per me nella mia giovinezza, anche se forse non ti ho mai detto grazie e non ti ho mai dato la giusta impressione di quanto oggi i tuoi insegnamenti siano in me molto più di quanto non lo fossero quando ero un ragazzino e non vedevo l'ora di andare a giocare con i miei cugini invece di stare dietro al nonno...

lo so è stupido dirlo adesso, ma sarebbe bello poter tornare a seguirti ancora una volta mentre mi conduci verso  una delle nuove avventure in mezzo alla campagna... e magari vedere dietro di noi Leone che ci segue trascinando stancamente la sua lingua penzoloni per la forte calura estiva che solca la terra rendendola un tuttuno con la tua pelle bruna solcata dalla fatica, dal sole, ma soprattutto dalla tua grande e discreta umanità... addio nonno, addio...

 
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