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ROBERTO E' TORNATO!
Post n°79 pubblicato il 30 Novembre 2007 da cupidina_82
E' tornato Roberto Benigni, ha dato all'Italia quello che tutti aspettavano, in una serata tutta per lui in cui si è diviso equamente tra la sua satira politica, a volte scontata ma raccontata in modo sempre originale, e la spiegazione del V canto dell'Inferno di Dante. Letto, spiegato e commentato in un modo che ci si è detti tutti: se a scuola i professori ci mettessero questa passione, gli studenti forse sarebbero più aiutati ad amare le loro materie. Ma tant'è di Benigni ce n'è uno. Benigni ama profondamente l'opera di Dante, e il suo amore è così viscerale che finisce con l'essere contagioso. Ha scelto il canto dell'Inferno nel quale si parla dell'amore, dell'amore che nonostante possa essere considerato il sentimento più nobile può persino portare alla dannazione eterna. Ma un amore che sia d'esempio, che non viene rinnegato da chi per averlo scelto in vita è destinato a subirlo per l'eternità. In un continuo ping pong tra i versetti originali di Dante e le sue spiegazioni, Benigni racconta, spiega, si emoziona, sottolinea. Penetra nell'essenza più interna dell'opera, per farci cogliere quei dettagli che non potremmo cogliere a una prima lettura più distratta. Ci guida tenendoci per mano, come Virgilio fa con Dante, a volte rallentando, a volte andando più veloce, invitandoci a godere di termini, terzine e metafore che sono entrate a far parte del nostro lessico più o meno quotidiano, ma che sembrano recuperare la loro vera essenza solo quando ce le spiega l'artista toscano. A volte si lascia andare anche a qualche battuta, per alleggerire il tono della spiegazione, ma senza mai esagerare, perchè Dante è una cosa seria, e lui non vuole distrarre gli spettatori. Ha scelto il canto dell'amore condannato all'Inferno per sottolinearne la sua importanza. E ne approfitta per insegnamenti e per qualche monito, soprattutto ai più giovani. Quelli che cercano rifugio nelle droghe perchè hanno paura di affrontare la realtà e i momenti di difficoltà. Quelli che si rifugiano nello sballo perchè temono il confronto con l'altro sesso, e il momento in cui non si sentono all'altezza. E dice non fate questo errore, perchè proprio il momento dell'insicurezza e della fragilità è il dono più grande che si possa avere dalla vita, e va vissuto fino in fondo. Invita tutti a non aver paura di amare, e condanna con forza quelle nuove dottrine secondo cui la perfezione l'uomo può trovarla solo nell'abbandono delle debolezze dell'amore e della carne. Dottrine da cui rifuggere, che offrono una soluzione troppo semplice cui nemmeno grandi teologi come Sant'Agostino avevano voluto piegarsi. Legge e spiega Benigni, senza fermarsi mai un istante. Ma lo fa in modo chiaro e sincero. Poi alla fine recita di nuovo tutto il canto, tutto a memoria. E si emoziona sinceramente, al punto di riuscire a fatica a completarlo. Gli occhi si fanno rossi e lucidi, la voce bassa, è una lotta per trattenere quasi il pianto. Commozione per la bellezza dell'opera immedesimazione, chi lo sa. Può piacere o non piacere Benigni. Può essere eccessivo, a volte demagogico. Passiamo persino il termine banale. Ma è un patrimonio dell'Italia intera, un grandissimo artista. Soprattutto come lui non ce n'è. Chi dopo la fine del suo show ha fatto zapping e ha continuato con la visione di altri programmi, sia detto senza offesa, non può non aver avuto la sensazione che fosse tutto più rozzo, più basso, più facile, più inutile. Ieri sera Benigni ci ha fatto emozionare, ci ha innalzato e nobilitato. Ci ha fatto pensare e arricchito. E di questi tempi basta e avanza. |
Inviato da: il_grande_boh
il 22/09/2008 alle 17:14
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il 31/12/2007 alle 16:14
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