Non ci sono più le favole di una volta
C'era una volta una bambina piccola, bastarda, maleducata e cattiva il cui vero nome ormai tutti avevano dimenticato.
Questa bambina era molto disubbidiente e indossava sempre un largo mantello e un cappuccio con all'altezza del collo, un lungo taglio provocato da un colpo di machete.
Nessuno sapeva bene cosa era successo quella notte in quel vicolo, ma lei d'allora non si era più tolta dal collo quello straccio fradicio di sangue e quando la gente l'incrociava per strada con quel suo cappuccio rosso rappreso, la gente cambiava in fretta direzione mentre in silenzio sussurrava alla propria anima "Oddio Cappuccio Sozzo, Signore fa che non mi uccida"
Ormai terrore del quartiere, era divenuta in breve il capo di una banda di piccoli ma feroci delinquenti che terrorizzavano tutta la regione, bersaglio preferito erano gli ignari passanti che si fermavano quando la vedevano affacciarsi dalla botola della fogna in cui si rifugiava la notte.
Questi, avvicinandosi ignari alla delicata frugoletta non s'avvedevano del serramanico che pareva una tavola da windsurf ch'ella nascondeva sotto il mantello, cosicché quando si chinavano verso quel viso angelico domandandole come mai una sì bella bambina vivesse là sotto, lei per tutta risposta mutava il sorriso in ghigno balzando fuori come una belva depredandoli di ogni avere se non, di quando in quando della vita stessa.
Seguendo uno schema ormai collaudato, dapprima tramortiva le vittime con bieche parole poi risucchiava a morsi ogni stilla di vita e in ultimo col serramanico incideva il suo marchio nella carne a perenne ricordo di chi incautamente s'era inoltrato nei bassifondi della città, a volte addirittura, si faceva dono di qualche falange, con cui aveva il vezzo di adornarsi il collo lacerato e putrido.
Questo continue rapine ai danni dei turisti avevano fatto sì che le polizia aumentasse a dismisura i controlli perché ormai gli abitanti erano esasperati e i turisti terrorizzati ma lei, Cappuccetto Sozzo se ne infischiava, muovendosi di notte tra le fogne eludeva abilmente i controlli.
Non altrettanto poteva però Wolf, lo spacciatore del quartiere e di tutta la zona sud della città che con tutto questo andirivieni di sirene e pula annesse vedeva il suo giro languire, ma sapeva bene, come tutti nell'ambiente sanno che se non spacci sei spacciato ed infatti aveva dovuto respingere le infiltrazioni di giovani puscher che vedendolo in difficoltà con la Rossa dal coltello facile alzavano ogni tanto la cresta, così da saggiare il terreno oltre che naturalmente la roba.
La nostra bella bimbetta però aveva una nonna, sua unica parente, che viveva rintanata in un tugurio vicino alla stazione dall'altra parte della città, e Wolf lo sapeva benissimo in quanto la vecchia rimbambita che tirava coca come un aspirapolvere, era proprio da lui che si riforniva.
Si raccontava che la nonna quando batteva i marciapiedi facesse più grana della zecca, ma ormai i bei tempi erano passati e a parte qualche vecchio sifilitico che ancora se la sbatteva dipendeva per sopravvivere dalla nipotina prediletta che tutte le settimane le portava qualche cosa da mangiare e soprattutto gli euro per la coca.
Chissà come andrà a finire..
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il 14/11/2022 alle 19:03
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il 13/02/2020 alle 02:40
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il 20/11/2018 alle 15:06
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