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La voce è un po’ criptica nella sua formulazione «consulenze ed analisi rischi-sorveglianza sanitaria», più precisa la spesa prevista per il triennio 2006-2008 che si rileva dalla tabella del programma di interventi infrastrutturali: 2 milioni e 850 mila euro. In cosa si sostanzino queste consulenze, a chi sono state o verranno affidate, con quali competenze, non è dato sapere. Le carte non lo dicono. È un capitolo del sostanzioso programma economico di interventi che segneranno l’era bertinottiana della Camera dei Deputati. Una spesa complessiva che sfiora i 100 milioni di euro, circa 200 miliardi di vecchie lire. Una spesa che non va confusa con quella ordinaria. Si tratta di interventi straordinari da «realizzare secondo le priorità individuate» per migliorare la sicurezza e la qualità del palazzo di Montecitorio e degli altri siti attigui. Per rifare le stanze dei gruppi parlamentari di qui al 2008 si spenderanno 3 milioni di euro, per il rinnovamento degli ascensori verranno spesi 2 milioni e 520 mila euro. I deputati sanno bene che con il surriscaldamento del clima non si più fare a meno dell’aria condizionata, le gravose decisioni a cui sono chiamati vanno prese a mente fresca, ebbene il nuovo impianto di condizionamento costerà 6 milioni. Un capitolo a sé è costituito dallo «sviluppo dei processi informatici» la cui spesa ammonterà in tre anni a 74 milioni e 645 mila euro. Solo la sicurezza dei servizi informatici costerà quasi 30 milioni mentre 8 milioni e 889 mila euro sarà la spesa per «servizi informatici diretti per i deputati e i gruppi parlamentari » e 6 milioni serviranno a rifare i siti web. Gli arredi non ergonomici fanno male al deputato, per cui occorre gettare via quelli che non rispondono a questi requisiti, costo 750 mila euro. Diverse dalle consulenze nel settore dei rischi sono quelle in ambito informatico,che costeranno 2 milioni. La Camera produce anche rifiuti speciali, per smaltirli si spenderanno in tre anni 870 mila euro, in media di più di quanto spende uno stabilimento metalmeccanico che da lavoro a 600 operai. Giova ricordare che il Parlamento italiano costa di più di quello britannico e di quello francese, nazioni che hanno, più o meno, lo stesso numero di cittadini dell’Italia e un reddito pro capite superiore. La spesa per la gestione della Camera, nel 2007 e nel 2008, crescerà dell’1,98 per cento e del 2,51 per cento. Vengono spesi per la sola Camera 1 miliardo e 513 mila euro l’anno, quasi pari al 5 per cento della recente manovra finanziaria. Ad esempio si acquistano 12 mila euro di carta igienica, 75 mila di prodotti farmaceutici, 24 mila di servizio di lavanderia, 344 mila per i pedaggi autostradali. Queste le spese minute perché la fetta grande finisce per le retribuzioni dei deputati. E’ curioso notare che per convegni e conferenze si spendono oltre 25 milioni di euro, mentre tutto il cerimoniale ammonta a 47 milioni. Le consulenze, nota dolente dell’intera pubblica amministrazione, costano oltre 1 milione di euro. Una piccola cifra, appena 50 mila euro, è destinata all’acquisto di opere d’arte, che suona più come il piacere a un amico scultore o pittore, mentre rilegare libri e documenti costa 212 mila euro. L’arrivo di Fausto Bertinotti, comunista e predicatore del pauperismo non sembra aver modificato la tendenza a una crescita della spesa. Il vero nodo resta quello del numero dei deputati, più di Germania, Francia e Gran Bretagna. La riforma costituzionale del centrodestra ne aveva drasticamente ridotto il numero, poi è stata bocciata dal referendum popolare. Il centrosinistra, affermando di condividere la diminuzione del numero dei parlamentari, si era impegnato a procedere con legge costituzionale. Ma al momento sul punto è buio completo.

Fonte: la rete