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Post N° 153

Post n°153 pubblicato il 27 Aprile 2008 da perg
Foto di perg

Francesco Rutelli

Rutelli si avvicina alla politica iscrivendosi al Partito Radicale. Particolare è la decisione di aderire al partito di Marco Pannella: il giovane Rutelli infatti, dopo un'iniziale vicinanza al mondo cattolico, testimoniata dalla partecipazione ai "concorsi veritas",[2] le prove di cultura promosse dal Vaticano, decide di appoggiare i radicali dopo la morte della madre, con cui aveva un forte legame, e dopo alcuni scontri con i gesuiti che gestivano il liceo Massimo e non permettevano l'apertura della scuola anche alle ragazze.

Nel 1979, a 25 anni, è segretario regionale del Lazio del partito, e un anno dopo viene eletto alla segreteria nazionale.

Nel 1983 viene eletto alla Camera dei Deputati ed è capofila delle battaglie per i diritti civili proposte dai radicali. In questo periodo è arrestato per aver fumato uno spinello durante una manifestazione.

Durante gli anni ottanta, il Partito Radicale diventa Partito Radicale Transnazionale, dunque non presenta più liste autonome alle elezioni e si trasforma in "un'associazione di cittadini, parlamentari e membri di governo di differenti nazionalità".

In questo quadro gli aderenti al movimento radicale, pur sentendo sempre la comunanza culturale laico-progressista, si iscrivono ad altri partiti: Francesco Rutelli, insieme ad altri amici, dopo un periodo in cui aveva incoraggiato l'attività comune dei gruppi parlamentari Radicale, Verde, e Demoproletario, iniziò la formazione delle liste Verdi Arcobaleno.

Nel 1989 il Partito Radicale si trasforma in Partito Radicale Transnazionale e cessa di partecipare a competizioni elettorali di qualunque natura. Il giovane Rutelli partecipa alla nascita, insieme ad alcuni compagni radicali ed a fuoriusciti di Democrazia Proletaria, di una nuova formazione ecologista di sinistra: i Verdi Arcobaleno, poi confluiti (con le Liste Verdi) nella Federazione dei Verdi, della quale diventa coordinatore nazionale nel 1992 e capogruppo alla Camera.

L'anno seguente Carlo Azeglio Ciampi lo vuole nel suo governo come ministro dell'Ambiente: Rutelli accetta, ma si dimette dopo solo un giorno, assieme agli altri ministri dei Verdi e del PDS, per protestare contro il Parlamento che ha negato l'autorizzazione a procedere penalmente contro Bettino Craxi, già presidente del Consiglio dei ministri. Famoso l'augurio che fa al leader socialista di "mangiare il rancio a San Vittore".

Nel dicembre del 1993 la coalizione di centrosinistra lo propone come sindaco di Roma: diventando, così, primo cittadino della capitale. È riconfermato in questa carica anche nel 1997

Sotto i mandati di Francesco Rutelli a Roma inizia la costruzione di due opere che verranno poi inaugurate dal successivo sindaco Walter Veltroni: l'Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano e la nuova copertura dell'Ara Pacis dell'architetto Richard Meier.

 Il nuovo Auditorium

di Roma è uno dei vanti dell'amministrazione cittadina.

Dal punto di vista urbanistico, fin dall'apertura dei cantieri apparve evidente che il complesso fosse fuori scala. Ad aggravare la situazione è intervenuta la necessità di modificare radicalmente il progetto, anche a causa di alcuni ritrovamenti archeologici. È stato necessario traslare diversamente due dei tre "scarabei", in modo da sfiorare il viadotto di Corso Francia che taglia in due il Villaggio Olimpico e chiudere al traffico Viale De Coubertin. Per quanto riguarda le tecniche di costruzione, il cantiere ebbe vicende molto travagliate, sulle cui responsabilità è ancora in corso una vertenza giudiziaria (in corso d'opera il contratto con la ditta aggiudicataria fu risolto e fu indetta una nuova gara d'appalto). Ne è conseguita una forte lievitazione dei costi, sulla quale si sono concentrate critiche e accuse da parte della Corte dei conti.

Nel 1995 e nel 1997 il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici emise dei pareri fortemente critici, che furono minimizzati dal sindaco di Roma Francesco Rutelli, che in quell'occasione fu sostenuto della stampa e da larga parte dell'opinione pubblica.

Altro problema irrisolto sono i parcheggi; i pochi parcheggi, all'interno dell'auditorium, sono troppo cari e non li usa nessuno. Pertanto le auto in sosta per i concerti invadono senza limiti il villaggio olimpico che da quartiere residenziale è diventato un quartiere parcheggio.

Le critiche alla sala grande si sono concentrate sull'inadeguatezza del riscaldamento e sulla difficile accessibilità. Non essendo stato possibile intervenire nel sottosuolo, la sala insiste su un piano molto elevato rispetto al piano di campagna, e per raggiungere le gallerie sono a disposizione solo due ascensori. Altre critiche sono state rivolte all'insufficienza dei servizi igienici.

A cinque anni dall'inaugurazione, alcuni sostengono che una sala da oltre 2.700 posti sia sovradimensionata rispetto alle esigenze effettive del pubblico abituale dei concerti di musica classica.

I costi elevatissimi richiesti per la manutenzione della gigantesca struttura hanno poi portato la società a cui è affidata la gestione dell'Auditorium ad autofinanziarsi, cedendo i locali per manifestazioni come congressi, convegni, sfilate di moda e piste di pattinaggio. Dall'ottobre 2006, la "Città della Musica" ospita anche la Festa del cinema, che ha visto l'installazione di numerosissimi stand interni ed esterni e un'affluenza di pubblico notevole. Queste manifestazioni hanno tuttavia luogo in sale e ambienti che mal si prestano a questo genere di funzioni, con il rischio di favorire il veloce degrado delle strutture.Gli appassionati di musica hanno rivolto le loro critiche soprattutto all'acustica, in particolare quella della sala grande, fortemente penalizzata dalle eccessive dimensioni. I cento esecutori che possono trovare posto nella Sala Santa Cecilia, infatti, sono a malapena in grado di sonorizzare adeguatamente l'ambiente, e comunque scontanto un inevitabile scotto in termini di basse frequenze e di intelligibilità del segnale musicale.  I limiti di una struttura così dilatata sono apparsi evidenti anche alle orecchie di non addetti ai lavori

L'edificio destinato a racchiudere l'Ara Pacis, progettato dall'architetto Richard Meier

Dopo sette anni di lavori, è stato ultimato l'edificio destinato a racchiudere l'Ara Pacis, progettato dall'architetto Richard Meier in acciaio, travertino, vetro e stucco che è stato inaugurato e aperto ufficialmente al pubblico il 21 aprile 2006 in occasione del Natale di Roma. Ancora incompleto era stato aperto ai turisti anche nel settembre 2005.

I lavori sono stati più volte interrotti a causa di polemiche riguardanti l'aspetto della struttura. Sono state quindi concordate varie modifiche del progetto originale tendenti ad alleggerire l'impatto visivo di alcune superfici originariamente previste in alluminio e successivamente realizzate in travertino. Questo non ha impedito che l'opera sia stata accolta con pareri contrastanti. Il New York Times l'ha definita senza mezzi termini un "flop", mentre il famoso critico d'arte e polemista Vittorio Sgarbi l'ha liquidata spregiativamente definendola "una pompa di benzina texana nel cuore di uno dei centri storici più importanti del mondo" - nonché il primo passo verso una "internazionalizzazione" della Città di Roma.

Allo stato attuale deve ancora essere completata la costruzione di un sottopasso sul lato del lungotevere che consenta il convogliamento sotterraneo del traffico automobilistico, saldando la struttura alla linea del fiume.

 
 
 
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