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co_lori
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Fernando Graziano - Figura di donna con burattino
ti scrivo a memoria i miei chilometri di sogni..
il colore è il blu come le mie parole iris..
ne sento l'odore forte, intenso, di fiore che allude ,
di cielo che scolora..d' immagini che scorrono
come in un film d'amore appena nato..
sono fili di cuore ingarbugliato come i fili di luna
quelli che scrivo a memoria
mentre mi stai guardando..
"in cambio di un sorriso io ti rivelo il mio segreto"
lori
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I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle
A. Merini.
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Da: Fili di fiaba: La cucarachita Martina C’era una volta una cucarachita di nome Martina, che si alzava presto la mattina per sistemare la sua casetta. Tutti l’ammiravano, perché aveva la casa sempre pulita e in ordine e il giardino pieno di fiori colorati. Un giorno, mentre puliva il marciapiede, Martina trovò una monetina. “Oggi è il mio giorno fortunato” pensò la cucarachita, entrò in casa, posò la moneta sul tavolo e guardandola fissa esclamò: “Comprerò un cioccolatino!”Poi ci ripensò e disse tra sé: “No, meglio di no, il cioccolato fa ingrassare, con questa moneta comprerò un bel vestito!” Intanto continuò a pensare: “Ho già dei bei vestiti, perciò prenderò un paio di scarpe … hum, hum … anche le scarpe ce le ho già!” Poi finalmente esclamò: “Ecco ho trovato, con questa monetina comprerò un nastrino e cercherò un fidanzato da sposare”. Detto fatto, la cucarachita comprò un bel nastro, se lo sistemò in testa e si mise ad aspettare sul balcone. Passò di lì un gallo che camminava tutto impettito, alzò la cresta, vide la bella Martina e chiese: “Che cosa fai tutta sola su quel balconcino?” “Sto aspettando un fidanzato, ho deciso di sposarmi”, rispose la cucarachita. “Vuoi sposarti con me?, chiese immediatamente il gallo. “Prima fammi sentire meglio la tua voce” rispose Martina. Per essere sicuro di conquistarla, il gallo si mise a cantare e intonò un fortissimo chicchiricchì… “Il tuo verso mi fa paura, disse Martina, mi dispiace, non posso sposarti”. Poco dopo passò di lì un cane, che notò la cucarachita con il nastrino in testa, così, tutto allegro e scodinzolante, le chiese: “Che cosa fai tutta sola lassù?” “Aspetto un fidanzato, ho deciso di sposarmi” rispose lei. “Vuoi sposarti con me?” disse il cane. “Fammi sentire meglio la tua voce”, rispose Martina. Il cane accettò l’invito, ma per fare colpo sulla cucarachita, incominciò ad abbaiare forte forte: bau, bau, bau. “Oh, no, disse Martina, non posso sposarti, il tuo verso mi spaventa troppo”. Poco dopo passò di lì anche il pavone reale e, quando vide la bella Martina, subito le chiese di sposarlo, ma come al solito la cucarachita disse: “Fammi ascoltare meglio la tua voce” Il pavone reale cantò il suo verso con grande energia: guru, guru, guru… Martina si spaventò di nuovo e ancora una volta rifiutò la proposta di matrimonio. Sotto il suo balcone arrivò l’asino, che le parlò tutto emozionato: “Bella cucarachita, mi vuoi sposare? Senti come è gentile il mio verso!” Con tutta la delicatezza di cui era capace, l’asino cominciò a ragliare, facendo hi-hoo, hi-hoo, hi-hoo… “No, no … non posso sposarti, rispose Martina, anche il tuo verso mi spaventa troppo”. La cucarachita diventò triste, aveva perduto le speranze di trovare un fidanzato, quando passò sotto il balcone un topolino grigio di nome Perez, con il petto bianco e le orecchie grandi. Perez era molto gentile e salutò rispettosamente la cucarachita: “Buonasera, Martina! Voglio dirti che sei una cucarachita molto graziosa, ma perché te ne stai tutta sola sul quel balconcino?” “Aspetto un fidanzato, vorrei sposarmi” rispose Martina. “Vuoi sposarti con me?” chiese Perez timidamente. “Fammi sentire meglio la tua voce” disse come al solito Martina. Allora il topolino iniziò a cantare dolcemente il suo verso, facendo squick, squick, squick… La cucarachita rimase affascinata, era il suono più dolce che avesse mai udito ed esclamò felice: ”Sì, sì… mi sposo con te, mi piace la tua voce dolce e melodiosa”. La cucarachita Martina e il topolino Perez si sposarono. Per il matrimonio fecero una grande festa con i loro amici e ballarono tutta la notte… Poi vissero insieme felici e contenti.
Colorin, colorado este cuento se ha terminado!
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un rettangolo bianco per raccontare i miei pensieri e qualche sensazione sparpagliata...mi piace pensare al momento in cui giungono dopo un viaggio attraverso l'etere..e mi piace anche vedere questo contenitore virtuale ritornare carico di sensazioni e pensieri che non sono miei...
uno strano modo di chiacchierare in differita, uno strano modo di cercare e di ritrovare colori suoni e impressioni..
a tutto do' un colore, ma non sono capace di regalare il colore ad una voce con l'immaginazione senza sentirla davvero..
solo ipotesi di suono leggendo...
sto preparando il tè....mi piace non avere un tempo per questo piacere.....una tazza trasparente ospitera' il filtro che ho preparato con attenzione..bisogna che la dose sia quella giusta perchè il gusto non risulti sgradevole...la giusta proporzione dunque...il bricco in cui ho messo a bollire l'acqua ora sta fumando di vapore..
verso piano e comincio a percepire l'aroma del mio tè.... agrumi zenzero e cannella, un sapore forte e dolce e aspro di tradizione..avvolge,sovrasta e pizzica un po'.. è cosi' intenso che si diffonde in un attimo nella mia cucina ...
aspetto..ora posso bere..
il colore è caldo, bellissimo aranciato quasi rosso trasparente...il profumo di te ha il colore di un ipotesi di suono..di una voce..
lori
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luce di faro arroccata sulla torre,
sto cercando di comporre..
il mio pensiero guida di timone
acido e assoluto... giallo limone,
parole di lama in un giro di faro
nascoste come un asso nella manica di un baro,
svela lumino lo strategico gioco
ch'io possa navigare ancora un poco
lori
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sera tranquilla di primavera...guido, la musica si prende i pensieri...
la strada scorre veloce, non c'è molto traffico..è un'ora che vede esaurirsi il ritorno e che invece prevede partenze per una serata diversa, mi piace viaggiare cosi'..
ho spento il telefono..è assente la voglia di altre presenze, il sole mi brilla negli occhi e mi abbaglia per un momento, ma non metto gli occhiali ..potrei rovinare l'effetto tramonto che tinge il mio cielo di rosso e di viola..
non so se è la musica ma qualcosa mi agita il cuore ..forse è il suo ritmo che viaggia con il mio, vitale..entrambi colonne sonore di questo pezzetto di vita..
ho accanto quel mazzo di fiori arrivato per caso..non avrei accettato ma erano proprio donati col cuore..colori e profumi che sembrano pronti a scappare veloci ed intensi di forza e di forme, peccato che durino poco .....
continuo a guidare e continuo a pensare, immagino il viaggio che sogno da tanto ......
è un'ora che vede esaurirsi il ritorno e che invece prevede partenze ... ma manca il coraggio di farlo..
lori
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Dedalo e Icaro
...... Poi non vidi altro più, se non il Sole.
Poi non volli altro più, se non da presso
mirarlo eretto sul suo carro igníto,
giugnerlo, farmi ardito
di prendere pei freni il suo cavallo
sinistro, Etonte dalle rosse nari.
Il pètaso e i talari
d'Erme Cillenio avea conquisi il mio
sogno meridiano, il mio delirio.
Congiunto era con Sirio
altissimo nel medio orbe, nell'arce
somma dei cieli Elio d'Eurifaessa.
E l'altezza inaccessa
e l'ardore terribile agognai
ed offerirgli l'ali che sul monte
crètico escluse avea dall'olocausto.
Mi sembrava inesausto
il valor mio ché l'animo agitava
le morte penne, l'animo immortale
e non il braccio breve.
Ed ecco, vidi come un'ombra lieve
sotto di me nella profonda luce
ove non appariva segno alcuno
del mare cieco e dell'opaca terra;
ancóra un'ombra vidi, un'altra ancóra.
E dissi: "Icaro, è l'ora".
Ma il cor non mi mancò. Non misi grido
verso il mio fato, come la devota
alla saetta aquila moritura;
nè rimpiansi il paterno ammonimento.
Guatai senza spavento
in giuso; e l'ombre lievi eran le penne
dell'ali, che cadeano tremolando
dalla cera ammollita....
Gabriele D'Annunzio
da: Alcyone -Ditirambo IV - 1903
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camminavo a passo veloce costeggiando il fiume ..
riuscivo ad intravedere le sponde attraverso la fitta vegetazione del canneto mentre macchie di biancospino profumatissimo spuntavano qua e la' diventando protagoniste di un paesaggio imparato giorno dopo giorno...la bellezza ed il veloce avanzare della vegetazione in direzione del fiume conferivano a quel posto troppo silenzioso una strana atmosfera...
la stradina in terra battuta era l'unico modo per raggiungere i sassi rossi ..un percorso non proprio lineare e un po' in salita..nonostante ci avessi fatto l'abitudine riuscivo sempre ad arrivare con un po' di affanno, quella strada separava il bosco dal fiume quasi a dividere due realta' ben distinte, ognuna con i suoi misteri, ognuna con le sue leggende di fate e folletti e di credenze pagane..
bello ascoltarle dagli anziani, fonte di saggezza e di conoscenza... da bambini erano serviti a tenerci buoni buoni nei pomeriggi estivi di temporale..non si era mai capito se quei racconti tramandati da generazione in generazione fossero solo storie inventate..ricordo di aver adorato quei pomeriggi..mi stupivo alla voce narratrice di mia nonna..entravo in un'altra dimensione e vivevo quella storia come se ne fossi stata la protagonista...magnifici ricordi ..
un brivido di freddo...troppo leggeri gli abiti quel giorno..la giornata era iniziata con un magnifico sole e nulla aveva fatto presagire che di li' a poco si sarebbe scatenato una sorta di diluvio..
lentamente la limpidezza di un cielo primaverile fu contrastata dalle dense nuvole nere e cariche di elettricita' ..comincio' piano piano a piovere..impercettibile la sensazione iniziale di piccole gocce...dovevo affrettarmi..
una lama di luce divise in due il cielo e un tuono potente sembro' impadronirsi di ogni singola particella del mio corpo..la pioggia divenne insistente e il vento mosse tempesta..
i sassi rossi dominavano la collina.. visti da quaggiu' mi sembrarono irraggiungibili.. correre non sarebbe servito a nulla se non per cercare un riparo...
entrai nel bosco...alberi secolari dall'altezza irraggiungibile intrecciavano i rami componendo un tetto naturale di foglie e fruscii di vento..
scelsi un angolo di quercia e raccolsi i miei pensieri nell'attesa..
lori
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nel mio disegno il sole è dispettoso
non vuole rider molto perchè il cielo è nuvoloso
allora ne ho cercato uno con un cielo sereno
con un sorriso di bambino e i coLori arcobaleno
sorrisi sinceri e colori piu' puri
li aggiungo con il cuore a parole di auguri.
peace and love
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dal blog La porta dei sogni di no_chances:
In due panifici)
"PANE FRESCOCALDO "
"QUANDO VI DIVENTA DURO VE LO GRATTUGIAMO GRATIS E META' CE LO TRATTENIAMO" .
"PATATINE FRITTE A MANO" (scritto su una confezione di patatine distribuita nei supermercati GS a Palermo)
(Alla Gelateria)
"VENDESI GELATERIA, LIQUIDO TUTTO "
(Da due mobilieri)
"SI VENDONO LETTI A CASTELLO PER BAMBINI DI LEGNO "
"SI VENDONO MOBILI DEL SETTECENTO NUOVI "
(In due macellerie)
"DA ROSALIA - TACCHINI E POLLI, A RICHIESTA SI APRONO LE COSCE "
"CARNE BOVINA OVINA CAPRINA SUINA POLLINA E CONIGLINA "
(In tre pollerie diverse)
"POLLI ARROSTO ANCHE VIVI "
"SI AMMAZZANO GALLINE IN FACCIA "
"SI VENDONO UOVA FRESCHE PER BAMBINI DA SUCCHIARE"
(Dallo sfasciacarrozze)
"QUI SI VENDONO AUTOMOBILI INCIDENTATE MA NON RUBATE"
(In un negozio di fiori)
"SE MI CERCATE SONO AL CIMITERO.....VIVO "
(Genere abbigliamento)
"NUOVI ARRIVI DI MUTANDE, SE LE PROVATE NON LE TOGLIETE PIU'"
"NON ANDATE ALTROVE A FARVI RUBARE, PROVATE DA NOI "
"IN QUESTO NEGOZIO DI QUELLO CHE C'E' NON MANCA NIENTE "
"AL REPARTO BAMBINI 3 AL PREZZO DI 2 "
"SI VENDONO IMPERMEABILI PER BAMBINI DI GOMMA"
(Nell'autofficina)
"VENITE UNA VOLTA DA NOI E NON ANDRETE MAI PIU’ DA NESSUN'ALTRA PARTE "
(Dal fioraio)
"SI INVIANO FIORI IN TUTTO IL MONDO VIA FAX "
(Genere derattizzanti)
"QUI ULTIMA CENA PER TOPI "
(C'è anche la ferramenta)
"GRANDE OFFERTA: SEGA A DUE MANI E A DENTI STRETTI:50 EURO"
(Alla lavanderia)
"SI SMACCHIANO ANTILOPI"
(Dal ciclista)
"SI RIPARANO BICICLETTE ANCHE ROTTE "
(Sul citofono in una caserma dei Carabinieri)
"ATTENZIONE PER SUONARE PREMERE, SE NON RISPONDE NESSUNO RIPREMERE "
(In un negozio di mangimi)
"TUTTO, VERAMENTE TUTTO, PER IL VOSTRO UCCELLO "
(In una palazzina in vendita con officina artigianale sul retro)
"SI VENDE SOLO IL DAVANTI, IL DIDIETRO SERVE A MIO MARITO".
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Alain Ferraris - l'imbecile heureux
Meglio stare zitti
dando l'impressione di essere stupidi,
che parlare
e togliere ogni dubbio..
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Valente Taddei - Il vaso di Pandora
mi chiedo che succederebbe
se provassi a togliere il siggillo proprio ora..
non proprio come per il vaso di Pandora ma la speranza forse, ancora uscir potrebbe..
Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne Le opere e i giorni, il vaso (pithos, πßθος in greco antico) era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo. Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Prima di questo momento l'umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini erano, così come gli dei, immortali. Dopo l'apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza.
Oggi l'espressione vaso di Pandora viene usata metaforicamente per alludere all'improvvisa scoperta di un problema o una serie di problemi che per molto tempo erano rimasti nascosti e che una volta manifesti non è più possibile tornare a celare.
eccheccavolo!!! non funzionano i link!!!
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cuoricino preso nel bosco del folletto Rob...
ce n'erano tantissimi ..
anch'io auguro a tutti
un buongiorno pieno d'amore..
lori
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la buona sorte
ho sempre creduto che esistessero persone predisposte a ricevere gli influssi benefici della buona sorte..un assoluto pensiero un po' fantastico e sempre in funzione di cio' che arrivava da eventi propizi qualsiasi fosse stato il loro genere di appartenenza..
generalizzando si arrivava anche a pensare che la fortuna sapesse dove bussare..e che una volta imparata la strada avrebbe anche potuto ritornare..
"la buona sorte", diceva mia nonna "è qualcosa gia' scritto nel destino di tutti ..
mi sono sempre chiesta perchè parlasse sempre e solo di un destino buono..forse perche' aveva timore a parlare del'esistenza della parte in netta contrapposizione al bene, quasi che la parola avesse il potere scaramantico di attirare le forze negative...
forse pensava che la cattiva sorte fosse solo una conseguenza di scelte più o meno sbagliate...
mia nonna era una strana fatalista..e aveva ragione..
lori
ho voluto usare la metafora della "buonasorte" in riferimento al disastro annunciato della scorsa notte ...una trasposizione puramente simbolica su cio' che invece è stata una grave mancanza nei confronti di tutta quella gente che aveva ancora tutta una vita da vivere..una leggerezza degli organi preposti a regolare la materia nei termini di sicurezza nazionale in caso di eventi naturali..
sul fatto che ci sia stata una traccia scritta da qualche parte ne sono assolutamente sicura ma non in senso cabalistico, anche se la fatalita' ha sempre un suo fascino quando si tratta di accadimenti che non rientrano neanche con l'immaginazione nei parametri usati per il calcolo delle probabilita'....
infatti dopo le avvisaglie della settimana precedente, con le dovute attenzioni e un buon piano di evaquazione le persone avrebbero potuto essere allertate sull'avvicinarsi di un evento cosi' forte..non era impossibile da organizzare un temporaneo esodo di massa soprattutto se consideriamo che i centri che controllano i movimenti tellurici sono in grado con largo anticipo, di stabilire e di circoscrivere le aree geografiche interessate e, approssimando in eccesso o in difetto ma di poco, anche il momento in cui la terra ha intenzione d' impazzire di nuovo...
molta gente avrebbe potuto salvarsi...mia nonna avrebbe detto "chi puo' dirlo? "
a me invece viene da pensare alla "Condicio sine qua non " ovvero alla "condizione senza la quale non" si può verificare un evento...
in poche parole hanno preso coscienza della gravita' solo dopo che il peggio si era gia' verificato..ma succede sempre cosi' non è una novita' ...
un abbraccio di pensiero alla mia amica Teresa e a tutti gli abruzzesi..
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Antonella Cavallaro - l'infinito
all'orizzonte di quell'oceano
ci sarebbe stata sempre un'altra isola
per ripararsi durante un tifone
o per riposare e amare...
quell'orizzonte aperto
sarebbe stato sempre li'
un invito ad andare...
Hugo Pratt
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