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L’opera lirica è un posto dove

 un uomo viene pugnalato ed,

 invece di morire, canta.

 

 

Bianca Stagno Bellincioni

 

 

Francesco Tamagno

 

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giulietta e romeo: ultima versione

Post n°95 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da peonia99

 

ROMEO E GIULIETTA
Titolo originale: Romeo + Juliet
Regia: Baz Luhrmann
Interpreti: Leonardo di Caprio, Claire Daines
Durata: 120'
Paese: Usa
Anno: 1996

Si tratta di Romeo & Juliet, la versione rivista corretta ai nostri giorni del classico dramma d’amore shakespeariano.
Ai tempi dell’uscita al cinema destò molto scalpore per le scene di violenza presenti all’interno del film, ma a rivederlo oggi, al più fanno un po’ sorridere.Romeo è impersonato da Leonardo di Caprio, un Di Caprio biondo più che mai e sbarbatello, che si adatta molto bene al suo ruolo.
Infatti, nonostante l’ambientazione classica di un’America dei nostri giorni, Romeo-Leonardo veste molto bene i panni dell’appassionato innamorato dei tempi antichi.
E le parole che ripropongono il dramma classico, gli stanno a pennello.
Debole e fragile, docile ed innamorato, sorprende quando, colpito e ferito dalla morte di Mercuzio, si vendica uccidendo Tebaldo, il suo omicida.
Ma in fondo è il suo ruolo e non colpisce più di tanto.
Giulietta è Claire Daines, una ragazza davvero molto bella, come l’attrice che la impersona.
Di lei colpiscono la grazia, la bellezza dei lineamenti, una certa spontaneità nei gesti che la rendono ancora più vicina al suo ruolo interpretato.
E poi la trama, che penso ormai tutti conosceranno.
È la storia dell’avversità eterna fra due famiglie veronesi, i Montecchi e i Capuleti, cui la sorte si prepara a giocare un bello scherzetto.
Già, perché i loro figli, conosciutisi accidentalmente ad una festa, finiscono con l’innamorarsi fin dal primo minuto del loro incontro.
Ma le cose non vanno molto bene.
Le rivalità familiari sono superiori a qualsiasi tentativo di pacificazione e sposarsi in segreto non serve certo loro a guadagnare una possibilità di vivere in pace ed insieme.
Durante uno scontro poi fra le rispettive bande familiari, ne fanno le spese prima Mercuzio e poi Tebaldo, e quest’ultimo proprio ad opera di Romeo.
Romeo è costretto allora all’esilio e a Giulietta viene imposto un matrimonio riparatore …
… il finale?
Bè, questo non ve lo dico, anche se sicuramente lo saprete.

Cosa dire poi di questa versione moderna di “Romeo e Giulietta”.
Sicuramente rende il film più adatto ai giovanissimi e a tutti quelli che preferiscono vedere la realtà in modo moderno.
Anche se è un classico di molti secoli addietro.
L’ambientazione della scena, con le gang familiari, le pistole sempre a portata di mano, la Verona trasposta in un’America dai contorni spagnoleggianti, fa sicuramente un certo effetto.
E questo sia in senso positivo, che negativo.
Alcuni passaggi del film, resi in questo ambiente moderno, rasentano i toni della comicità.
In altri passaggi però, Romeo e Giulietta si lasciano ammirare molto bene anche in questa nuova veste cinematografica.
Per cui il film, nel complesso è carino da vedere, anche se distante dall’essere un capolavoro.


 

 

 
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romeo e giulietta :film di zeffirelli

Post n°94 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da peonia99

Romeo e Giulietta è un film del 1968, diretto da Franco Zeffirelli; trasposizione cinematografica della celebre opera teatrale omonima di William Shakespeare, è stato girato in lingua inglese.

Ha vinto due premi Oscar (miglior fotografia e migliori costumi) e 3 Premi Golden Globe(miglior film straniero in lingua inglese, miglior giovane promessa femminile e miglior giovane promessa maschile).Il film è stato adattato al grande schermo da Franco Brusati, Maestro D'Amico e dallo stesso regista Franco Zeffirelli, ed è noto per essere, oltre che tra le rappresentazioni più fedeli al testo scritto, una delle prime versioni dell'opera di Shakespeare in cui gli attori principali sono molto vicini all'età dei personaggi originali; infatti, durante le riprese Leonard Whiting (Romeo) aveva 17 anni, Olivia Hussey (Giulietta) 16.Colonna sonora di Nino Rota.

A causa della scena di nudo tra i due e la minore età dei protagonisti, il film provocò qualche polemica, e il rating originale del film in Gran Bretagna e negli Stati Uniti fu "A", per adulti; infatti il regista Franco Zeffirelli, per mostrare il seno di Olivia Hussey in una scena, dovette ottenere un permesso speciale dalla censura italiana; alla stessa Hussey fu proibito entrare in sala per vedere il film perché ritenuto per adulti a causa della sua breve scena di nudo, e lei commentò su come fosse possibile che lei non potesse vedere qualcosa che "vedo nello specchio ogni giorno".

TRAMA:

Come nella tragedia in cinque atti scritta in versi e in prosa per il teatro da William Shakespeare tra il 1594 e il 1595, l'antico odio tra le ricche famiglie Veronesi dei Montecchi e dei Capuleti insanguina la città.

Romeo si reca mascherato a un ballo dei Capuleti, dove vede Giulietta Capuleti e si innamora perdutamente di lei. A fine ballo, Romeo scavalca il muro della casa dei Capuleti, e nascosto sotto il balcone di Giulietta, dove la loda con il suo amore, scopre, sentendola parlare affacciata al balcone che è ricambiato, e i due innamorati decidono di sposarsi i segreto. Il giorno seguente Padre Lorenzo li sposa, ma le cose cominciano ad andare male per i due giovani: Romeo incontra Tebaldo, cugino di Giulietta, e anche se viene offeso da quest'ultimo, rifiuta di battersi per la nuova, segreta parentela che li unisce. Interviene Mercuzio, parente del Principe e amico fidato di Romeo, che però viene ucciso da Tebaldo: Romeo deve vendicare l'amico, e così dopo un duello riesce ad uccidere Tebaldo. Il Principe di Verona lo bandisce dalla città, così Romeo dopo una notte con Giulietta fugge a Mantova. Nel frattempo Lord Capuleti vuole che Giulietta sposi il conte Paride, e Giulietta pur di non unirsi in matrimonio con lui accetta la proposta di Padre Lorenzo, una messa in scena in cui lei finga di acconsentire alle nozze e alla vigilia di esse beva una pozione che le dia morte apparente, da cui si svegli dopo 42 ore per fuggire con il suo Romeo. Ma Romeo viene solo a conoscenza della morte della sua amata Giulietta, perciò si procura un veleno e corre a Verona. Davanti a Giulietta, Romeo le dà l'ultimo saluto, beve la pozione e muore. Giulietta si risveglia subito dopo, e vedendo il suo Romeo a terra morto, decide di uccidersi, dapprima controllando se è presente dell'altro veleno nella fiala, però vuota, poi baciando le labbra ancora calde di Romeo e infine compie il suo suicidio pugnalandosi in mezzo al seno con il pugnale di Romeo, accasciandosi sul corpo dell'amato. Le due famiglie raccontano l'accaduto al Principe, e davanti ai cadaveri dei due sposi, si riconciliano.

CURIOSITA':

  • Un pettegolezzo sul film diceva che Olivia Hussey in realtà fosse la figlia di Franco Zeffirelli, ovviamente falso. Zeffirelli inizialmente aveva scartato Olivia Hussey per il ruolo di Giulietta perché in sovrappeso. L'attrice che egli scelse però tagliò i suoi capelli appena prima delle riprese, rovinando l'effetto che questa ebbe sul regista. La Hussey fece un altro provino, ma questa volta si era trasformata in una bellissima adolescente. Ebbe la parte.
  • Franco Zeffirelli rimase preoccupato dalla figura intera di Olivia Hussey durante le riprese, e ordinò che non venisse più servita pasta sul set.
  • Durante la scena del duello dove Mercuzio lancia una spada verso il piede di Tebaldo, l'ombra di Mercuzio è in realtà l'ombra di Zeffirelli, lì al suo posto perché l'attore John McEnery era indisposto quel giorno.
  • Inizialmente a Paul McCartney fu chiesto di recitare la parte di Romeo.
  • La canzone "Ai giochi addio" venne affidata al cantante Bruno Filippini che aveva vinto il festival di Castrocaro insieme a Gigliola Cinquetti.
  • Il film è stato girato in varie parti d'Italia. Di Verona, città in cui Shakespeare ambienta la tragedia, possiamo solamente vedere, all'inizio del film, il panorama del centro storico, con la grande ansa dell'Adige che gira attorno.

errori di regia:

 

  • Dopo il colpo mortale a Tebaldo, il sangue presente sulla sua camicia continua a cambiare posizione.
  • Nella stanza da letto, il braccio di Giulietta giace sul suo petto, mentre nella ripresa successiva è sul suo lato.
  • Nella cripta, alla fine del film, le mani di Giulietta sono in posizioni diverse mentre Romeo parla.
  • Quando Romeo e Benvolio arrivano al ballo dei Capuleti, l'interesse amoroso di Benvolio è vista stare ferma. Nella ripresa successiva viene vista camminare e nell'altra ripresa successiva viene vista stare di nuovo ferma nello stesso luogo precedente, prima che cominciasse a camminare.
  • Nella scena al ballo dei Capuleti, quando il menestrello sta cantando, nell'inquadratura generale il menestrello è mascherato, anche se egli aveva rimosso la maschera all'inizio della canzone.
  • Quando Giulietta si pugnala dal suo corpo non esce il minimo sangue
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    giulietta e romeo:musical

    Post n°93 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da peonia99
     

     

    La nuova opera popolare

    La musica di Riccardo Cocciante, accompagnata dai versi di Pasquale Panella, trascina il pubblico del Gran Teatro a Roma (in scena fino al 04/11/2007), che rivive commoventi emozioni assistendo alla più celebre storia d’amore di ogni tempo.

    L’affascinante Verona, città che ha visto incontrare i due amanti, è stata scelta come prima tappa per il debutto dell’opera, avvenuta il primo Giugno 2007, ed è qui che la scenografia naturale dell’Arena ha rievocato l’atmosfera romantica di Romeo e Giulietta, così come ci descrive William Shakespeare.

    Come si può notare dal titolo, Cocciante, ha volutamente dato una nuova impronta allo spettacolo, invertendo i nomi dei due protagonisti, per mantenere alta la tradizione italiana da cui ha origine la novella.

    Durante la stagione estiva, oltre Verona, numerose città italiane hanno già ospitato l’Opera Popolare, poi Milano, Firenze e Roma per il mese di Ottobre.
    Una lunga tourneé che durerà ancora molto e vedrà impegnati i giovani artisti che si alternano a rotazione nei differenti ruoli, esperienza questa decisamente formativa per tutti.

    L’assegnazione dei ruoli, per i personaggi del cast artistico, tra le moltissime richieste giunte (più di 1250 i candidati), è frutto di una selezione accurata che ha visto impegnato Riccardo Cocciante in prima persona sempre presente, lasciando sorpresi e stupiti i ragazzi, nel corso delle audizioni.

     Lo spettacolo risulta più romantico che tragico, molto apprezzato il paragone tra le ragazze e le stelle cadenti che si esibivano con dei costumi sgargianti infondendo una vera scena d’amore quasi come a voler riprodurre la magica notte di San Lorenzo. La definizione di “Opera Popolare” nasce dalla volontà di associare canzoni che danno vita a musica e testi molto attuali con linguaggio sobrio che rispecchia i sentimenti dei giovani artisti. L’ingenuità adolescenziale delle parole riporta alla luce la purezza di un amore vero, disposto a superare ogni ostacolo (vedi i pareri contrari delle rispettive famiglie veronesi di quel tempo dei Capuleti e dei Montecchi) perché vuole essere vissuto fino in fondo e per l’eternità.

    Un grande evento, che interessa anche l’ambito del sociale infatti, parte dell’incasso dei biglietti (un euro per ogni biglietto venduto) sarà devoluto all’AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) per finanziare la ricerca.

    Regia ed organizzazione curati nei minimi particolari da uno staff tecnico di valore, un connubio perfetto tra scenografia mobile, un mix di proiezioni grafiche e video di enorme impatto visivo.

     

     
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    opera lirica: i capuleti e i montecchi

    Post n°92 pubblicato il 13 Gennaio 2010 da peonia99
     

    I Capuleti e i Montecchi è un tragedia lirica in due atti con musica di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani rappresentata in prima assoluta al Teatro La Fenice di Venezia, l'11 marzo 1830.

    Il libretto costituisce un adattamento di un precedente melodramma di Romani, già messo in musica da Nicola Vaccaj. Esso si basa su un'ampia tradizione letteraria italiana (tra cui la novella IX di Matteo Bandello - 1554) dedicata alla celebre coppia di innamorati veronesi, e non, come talvolta si legge, sulla tragedia Romeo e Giulietta di William Shakespeare, all'epoca pressoché sconosciuta in Italia.

    L'opera fu composta in poco più di un mese, tra la fine di gennaio ed i primi di marzo.I Capuleti e i Montecchirientrano nel novero delle opere più rappresentate, nel corso dell’Ottocento, nei teatri italiani ed europei. All’opera belliniana legarono il proprio nome tutti i principali cantanti dell’epoca, fra i quali Maria Malibran, Giuditta Pasta, Fanny Tacchinardi Persiani, Giovanni Battista Rubini, Domenico Donzelli; interpretando Romeo sulle scene tedesche, negli anni Trenta, Wilhelmine Schröder-Devrient impressionò vivamente il giovane Wagner. Nel NovecentoI Capuleti e i Montecchisono stati ripresi dapprima a Catania nel 1935, in occasione del centenario della morte di Bellini, poi in vari teatri a partire dagli anni Cinquanta (alla Scala di Milano nel 1966, in un discusso allestimento diretto da Abbado, la parte di Romeo venne affidata al tenore Giacomo Aragall); oggi l’opera occupa nuovamente un posto stabile nel repertorio dei teatri lirici. In tempi recenti al ruolo di Giulietta hanno legato il loro nome Mariella Devia, Katia Ricciarelli e Cecilia Gasdia; a quello di Romeo, Agnes Baltsa, Martine Dupuy e Diana Montague.

    Personaggi
    Vocalità
    Capellio
    Basso
    Giulietta
    Soprano
    Lorenzo
    Tenore
    Romeo
    Mezzosoprano
    Tebaldo
    Tenore

     

    Atto primo. A Verona nel XIII secolo. La città è dilaniata dalla lotta che oppone la famiglia dei Capuleti, guelfi, a quella dei Montecchi, ghibellini. Capellio, principale esponente dei Capuleti, ha chiamato i suoi a raccolta per esortarli alla lotta contro la fazione avversaria: informa gli astanti che i Montecchi, sostenuti dall’amicizia di Ezzelino, hanno per capo Romeo, l’odiato uccisore di suo figlio, e che questi sta per inviare un ambasciatore con proposte di pace. Lorenzo, contro il parere generale, consiglia di ricevere e ascoltare il messaggero. Capo della fazione guelfa è Tebaldo, che promette di vendicare col sangue di Romeo (“È serbata a questo acciaro”) l’uccisione del figlio di Capellio. Quest’ultimo gli offre in sposa la figlia Giulietta: le nozze si celebreranno la sera stessa. Lorenzo, che conosce il segreto legame della fanciulla con Romeo Montecchi, sconsiglia il matrimonio accampando il pretesto della malattia di Giulietta. Tebaldo si dichiara pronto a rinunciare alle nozze, se dovessero costare una sola lacrima alla fanciulla; ma Capellio lo rassicura che Giulietta sarà eternamente devota a chi vendicherà il fratello ucciso. Giunge, intanto, l’ambasciatore dei Montecchi con proposte di pace: questi non è altri che Romeo, rientrato in Verona sotto mentite spoglie. Propone che la pace sia suggellata dalle nozze tra Romeo e Giulietta (“Se Romeo t’uccise un figlio”); ma Capellio e i suoi rifiutano sdegnati, rinnovando anzi i loro propositi bellicosi. Intanto Giulietta, sola nei suoi appartamenti, ha appreso la decisione paterna: compiange la sua sorte e invoca l’amato Romeo, che crede lontano (“Oh, quante volte, oh, quante”). Lorenzo le rivela che il giovane è tornato in città, in incognito, e lo introduce per un uscio segreto nella stanza di Giulietta. Romeo si getta nelle braccia dell’amata; alla sua proposta di fuggire con lui (“Sì, fuggire: a noi non resta”), la giovane rifiuta in nome del dovere e dell’obbedienza filiale. Romeo cerca inutilmente di persuaderla; poi, al risuonare della musica nuziale, si fa convincere ad allontanarsi e a mettersi in salvo. Nel palazzo di Capellio dame e cavalieri festeggiano le imminenti nozze di Giulietta con Tebaldo. Romeo, introdottosi tra i convitati in abiti guelfi, confida a Lorenzo che nel frattempo mille ghibellini armati sono penetrati in Verona, pronti a cogliere di sorpresa gli avversari. Lorenzo cerca invano di convincerlo ad allontanarsi da Verona e a rinunciare ai suoi propositi. S’ode un tumulto: un gruppo di Capuleti è assalito da alcuni Montecchi in armi; i convitati fuggono, Romeo corre ad unirsi ai suoi. Mentre si spegne il clamore, giunge Giulietta in abito da sposa, in ansia per l’esito dello scontro. Romeo la raggiunge e cerca nuovamente di convincerla a seguirlo; ma irrompono Tebaldo e Capellio, alla testa dei guelfi armati. Romeo, riconosciuto, riesce a sottrarsi all’ira dei nemici solo grazie all’intervento dei suoi.

    Atto secondo. Giulietta è sola nei suoi appartamenti: la battaglia è ripresa e la fanciulla attende, in ansia, che Lorenzo le comunichi l’esito dello scontro. Apprende che Romeo è salvo, ma che una minaccia incombe su di lei: l’indomani sarà condotta al castello di Tebaldo e costretta alle nozze. Lorenzo le consiglia allora uno stratagemma: le consegna un filtro in grado di simulare la morte, che la fanciulla beve dopo qualche esitazione (“Morte io non temo, il sai”). Giunge Capellio, che impone alla figlia di ritirarsi e di prepararsi alle nozze. Giulietta scongiura il padre di abbracciarla; questi è turbato, ma mette a tacere i propri rimorsi. Manda a cercare Tebaldo e gli ordina di sorvegliare Lorenzo, di cui comincia a diffidare. In una via di Verona, intanto, Romeo – allarmato dalla mancanza di notizie – è in cerca di Lorenzo. S’imbatte in Tebaldo, che lo sfida a duello (“Stolto, a un sol mio grido”); ma sul punto di battersi, i due rivali sono trattenuti da una musica funebre: è il corteo che accompagna alla tomba Giulietta, creduta morta da tutti. Romeo e Tebaldo si abbandonano alla disperazione. Nel luogo in cui è sepolta Giulietta giunge Romeo, con seguito di Montecchi; fa aprire la tomba e parla, in delirio, all’amata. Ordina ai suoi di allontanarsi, invoca nuovamente la salma di Giulietta (“Deh, tu, bell’anima”) e si avvelena. Giulietta si risveglia, pronunciando il nome di Romeo: scorge il giovane ai piedi del sepolcro e pensa l’abbia raggiunta perché avvertito da Lorenzo. Appresa la terribile verità, i due amanti si stringono in un ultimo abbraccio; Romeo muore e Giulietta cade riversa sul suo corpo. Giungono i seguaci di Romeo, inseguiti da Capellio e dai suoi: di fronte alla tragica scena, Capellio sente ricadere su di sé tutte le conseguenze dell’odio tra le due fazioni nemiche.

     

     
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    nicola vaccaj: compositore

    Post n°91 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da peonia99
     

    Nacque a Tolentino il 15 marzo del 1790. Dopo aver seguito gli studi classici, a 17 anni si trasferì a Roma per seguire a Santa Cecilia la sua passione per la musica. A Santa Cecilia si diplomò nel 1811, poi si trasferì a Napoli per perfezionarsi con il grande Paisiello, ed al “Nuovo” di Napoli debuttò nel 1815 come compositore con l’opera “I solitari di Scozia”, che riscosse buon successo.
    Il lusinghiero debutto lo convinse a trasferirsi altrove alla ricerca di fortuna. Fu così a Venezia, dove all’attività di compositore affiancò quella di insegnante di bel canto per le migliori famiglie dell’aristocrazia locale.
    Esercitando tale doppia attività fu successivamente a Trieste, in Austria, e infine a Milano con l’incarico di censore al Conservatorio. Nel 1824 furono rappresentate, ancora con lusinghiero successo, al “Regio” di Parma l’opera semiseria “Pietro il Grande” e al “Carignano” di Torino “La pastorella feudataria”. Seguirono, sempre con successo, le prime di “Zadig e Astartea” al “San Carlo” di Napoli, “Bianca di Messina” al “Regio” di Torino e, infine, quello che gli viene riconosciuto come il suo capolavoro, “Giulietta e Romeo”.
    Scritta su libretto di Felice Romani in seguito ad una delusione amorosa, fu data a Milano nel 1825. Secondo la tradizione una parte dell’opera fu manipolata ed usata ne “I Capuleti e Montecchi” di Bellini.
    Ultimo portavoce della tradizione della scuola musicale napoletana, Vaccaj soffrì il confronto con la “nuova generazione” che con Bellini, Rossini, Donizetti, inaugurava una nuova stagione della lirica italiana. Se ne andò così prima a Parigi, poi a Londra dove attese con successo all’attività di maestro di canto. Nel 1834 pubblicò il suo “Metodo pratico di canto italiano per camera”, ristampato ancora a Parigi e Milano, un testo che per decenni fu basilare nell’insegnamento del bel canto.
    Tornato in Italia, si sposò ed iniziò la sua attività nel Conservatorio di Milano, dedicandosi principalmente alla riorganizzazione della classe di canto, sempre seguendo gli schemi della scuola napoletana. Ritiratosi a vita privata morì a Pesaro il 5 agosto 1848.
    Vasta la sua produzione giunta fino a noi, e di recente valorizzata: 17 le opere, molti i balletti, le cantate, la musica sacra. In particolare centinaia le arie e le cantate a forma di romanza.

     
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