Pangasio, NO GRAZIE! Slow Food (anche malacibus ndr.) denuncia l’invasione, nelle mense scolastiche italiane, di Pangasio, un pesce di scarso valore nutritivo che viene allevato e pescato alle foci del Mekong, nel sud-est asiatico. La notizia rimbalza a Ho Chi Minh e una delegazione vietnamita piomba a Genova per difendere la salubrità del prodotto, al centro di un importante giro d’affari per l’economia del Paese.
E’ stato programmato a Slow Fish, il salone del pesce in corso alla Fiera di Genova, un “Laboratorio dell’acqua” dedicato - per la serie “Cosa mangiamo” - al “Pangasio: dalle foci del Mekong alle scuole italiane”. Anticipandone i contenuti, i vertici di Slow Food nei giorni scorsi ne hanno fatto un caso emblematico: di come, al posto del pesce locale e delle tradizionali sogliole (sempre più costose), le mense scolastiche tendano a proporre ai bambini un prodotto insapore, di scarso pregio nutrizionale e per di più coltivato in acque che raccolgono gli scarichi industriali Paesi come la Cina, la Cambogia, il Laos e il Vietnam. Avutane notizia, le autorità vietnamite non hanno perso tempo: hanno inviato a Genova una missione e hanno chiesto di poter replicare.
La storia del Pangasio, che i vietnamiti chiamano “Catfish” (pesce-gatto), «è fatta di contrasti fra verità e paure - ha dichiarato in una conferenza-stampa Tran Thanh Hai, consigliere economico dell’ambasciata vietnamita - e i timori dei genitori italiani derivano da motivi fuorvianti o da cattiva informazione che porta a emarginare il cibo straniero. In realtà da sempre in Vietnam consumiamo Pangasio pescato alle foci del Mekong e lo esportiamo in tutto il mondo, oltre 130 Paesi, superando senza problemi tutti i controlli internazionali. Anche in Egitto, dove le autorità avevano vietato le importazioni in seguito a una campagna di stampa - ha aggiunto il funzionario - il divieto è ben presto caduto perché le accuse si sono rivelate senza fondamento».
L’esponente vietnamita ha poi aggiunto che «da qualche tempo il Catfish viene allevato in stagni o piccoli laghi, per non utilizzare le acque del Mekong, non proprio pulitissime, e per valorizzare meglio le proprietà nutritive», ma ha anche rivelato che nei primi tre mesi del 2009 ne sono state esportate in Italia 110 tonnellate a fronte delle 142 tonnellate consegnate nell’arco del 2008. Intanto, secondo i dati dell’Inran (Istituto ricerca alimenti e nutrizione), sul piano nutrizionale il Pangasio, che viene commercializzato in filetti decongelati o congelati, perde nel confronto con un pesce nostrano di acqua dolce come la trota: quest’ultima vince infatti sia in termini di contenuto proteico (18% contro il 13% del pesce asiatico), di acidi grassi buoni (30-35% contro 12-18%) e di Omega 3, elementi importanti per la crescita dei bambini (30,5-35,7% contro 2,5-6,7%).
Speriamo che malacibus abbia contribuito ad una parte delle 32 tonnellate di spazzatura in meno esportate in Italia, la nostra azione contro il Pangasio continua.
By 43zero58
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il 18/10/2011 alle 11:47
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il 13/07/2011 alle 10:52
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