Creato da jared.fitch il 28/07/2009
se non puoi mangiare la malinconia, almeno guardala
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Le zampine di Gregorio ronzavano quasi,
quando si avviò a mangiare.
Le sue ferite dovevano del resto esser già rimarginate poiché non sentiva più nessun impedimento;
n'era anzi stupito, e si ricordò che un mese prima si era fatto col coltello un piccolo taglio al dito, e che ancora due giorni innanzi la ferita gli doleva abbastanza.
Sarei dunque ora meno sensibile? pensò, e già stava succhiando ingordamente il formaggio, verso il quale s'era sentito attrarre con violenza più che verso tutti gli altri cibi.
A rapide boccate e con lacrime di soddisfazione divorò i legumi e la salsa;
i cibi freschi invece non gli piacevano: non poteva neppure sopportarne l'odore e anzi trascinava un po' lontano quelli che preferiva.
(Franz Kafka)
Man soll sich nicht dicke tun mit seinem Schicksal.
Ich bin Gegner des Fatums.
Ich bin kein Grieche, ich bin Berliner.
(Alfred Döblin)
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Post n°18 pubblicato il 23 Novembre 2009 da jared.fitch
è stato vicino al Berghain. mi ero trovato a fare il buttadentro proprio io che ho il tedesco artritico e il complesso di una vecchia balbuzie mai completamente superato. Ma ero HIGH quei giorni, viaggiavo sulla business class delle comunicazioni, mi trovavo bene, mi masturbavo controvoglia, dipingevo paesaggi con rovine rurali e come sempre non dormivo mai, prendevo GBH che in genere è una situazione molto così, sopra le righe e stupendamente sotto steroidi, come i Pet Shop Boys remixati. Era male in arnese ma lo avrei riconosciuto attraverso una folla di mutanti con le stesse identiche caratteristiche fisiche, io avevo una felpina con un teschio bianco enorme, che sorrideva. E sorridevo anch'Io. Stasera c'è Tomas Andersson. Il Pifferaio mi guardava senza osservarmi, portava dei pantaloni troppo larghi, un cappellino NY, un'immensa barba tra il giallo e la cenere,sandali con unghie molto lunghe alle estremità,capelli bislacchi,i solidi denti irregolari ma ancora, se Dio vuole, solidi. uh. Tomas Andersson. ti assicuro che spacca. House spaziale con tante tante tante distorsioni e un'immensità di filtri. uh. è un sacco che.... hai qualche cent? sto lavorando. dicevo è un sacco che..... Mi guardò ancora e questa volta riuscì ad osservarmi. Montagne di impressioni gli ombreggiavano la vista, Distonie, illusioni un'intera vita per una missione, i giorni belli delle fantasie, la carovana attraverso i guadi, dirupi e slanci, un pò di musica semplice, i passaggi sotterranei attraverso Golgozia,Amirthi,Sufla e Gingurt, i tanti ragazzi e quella ipnosi gradevoli, come mettere le mascherine ad assorbire i pugni, divertimenti lievi e sottofondi inebrianti, i rischi e l'incoscienza, vortici e narcosi dove il Mondo come lo conosciamo non esisteva proprio. Sei invecchiato Giorgio perchè non ti decidi a fare un lavoro decente invece di drogarti correr dietro ai culi, e farti un giorno sì e un giorno no con quella robaccia: House spaziale con molte distorsioni. Rise. era la prima volta nella mia esistenza che mi chiamavano col mio nome. Mi scoraggiai. mi buttai su altri due ragazzi un pò incerti davanti ai flyers, il pifferaio ora mi misurava con un ghigno sostenuto. c'è Tomas Andersson stasera: house spaziale con molte molte molte distorsioni. tornò ad erompere in una risata da mangiafuoco e prese ad muoversi verso Pariser Kommune Strasse. Avevamo perso. Un barbone e un illuso. Avevamo passeggiato attraverso tutto ciò che era possibile sognare e ci incontravamo a Berlino percorrendo una viuzza stretta che ci accompagnava, tortuosa, a una strada senza uscita. Pessimi Bastardi. La notte incombeva come una scimitarra dalmata, non l'avevo mai vista così brutta, avvizzita ed ostile. Tutti i miei lustrini s'erano sparsi in mezzo alla neve e le poche luci dei casermoni mi indicavano a dito, ecco l'uomo che si aggrappa a sè stesso e trova un pifferaio sciancato nello specchio. La mia Città, la mia Grande Amata Città mi mangiava crudo quella sera. |
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