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Portici.L’ultima partita casalinga dello Sporting Camus Torregreco è un addensato di emozioni per lo più confliggenti tra loro. Perché la serata in cui si è avuta certezza di aver conquistato la permanenza matematica al primo anno in un campionato di livello nazionale e difficile come la serie C, ha rischiato di diventare una notte da incubo per l’infortunio occorso a Ferrante che, per la gravità temuta nelle sue prime ore, ha tenuto tutti col fiato sospeso. La guardia biancorossa, a seguito di uno scontro di gioco con un avversario, ha battuto violentemente il capo per terra, manifestando subito i sintomi di un evidente stato confusionale. Trasportato con emergenza al più vicino presidio ospedaliero, gli esami effettuati in un primo momento avevano evidenziato la frattura composta della prima vertebra cervicale, evento di assoluta gravità. L’atleta, che non ha mai perso conoscenza, è stato così immobilizzato e tenuto in osservazione per una notte presso il reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale Loreto Mare di Napoli in attesa di successivi e più approfonditi esami da svolgersi il giorno successivo. La TAC ripetuta nella giornata di lunedì, ha poi scongiurato qualsiasi frattura e, a parte la gran paura e il trauma cranico, Ferrante è stato già dimesso e dovrà soltanto osservare un paio di settimane di riposo a casa. Se non avessimo ottenuto certezza del miglioramento delle condizioni del giocatore, testimoniate al telefono dalla sua stessa voce, non avremmo certamente avuto l’animo di commentare il risultato ottenuto a fine partita, che ha permesso di raggiungere, nonostante la sconfitta contro Monteroni, l’obiettivo prefissato ad inizio anno. La Camus Torregreco è salva nel girone G della Serie C Dilettanti, quello da tutti considerato il più difficile e il più competitivo. Numeri alla mano non è un risultato da poco, il motivo ce lo spiega direttamente l’allenatore Dello Iacono. “Negli ultimi anni le squadre campane neopromosse che hanno disputato il girone G, sono retrocesse o hanno conquistato la salvezza ai playout. Noi possiamo dire di aver ottenuto con un certo anticipo l’obiettivo stagionale”. E crede che si sarebbe potuto ottenere anche qualcosa in più? “Personalmente, ritengo che con tutti i problemi di natura logistica e legati agli infortuni avuti quest’anno, quello ottenuto risulta essere il miglior risultato possibile. E devo questo traguardo allo straordinario impegno mostrato da tutta la squadra nel corso della stagione. Continuando – prosegue il coach – vorrei ricordare a tutto l’ambiente che non bisogna perdere di vista l’obiettivo che ci eravamo proposti di raggiungere. E se a metà stagione avevamo ottenuto risultati estremamente positivi, proprio perché, in un momento di estrema difficoltà eravamo stati bravi a trasformare l’emergenza in energia positiva, il perdurare dello stato di necessità – per oltre due mesi – ha poi logorato la tenuta psicofisica della squadra e, nonostante l’inserimento di due nuovi giocatori e il recupero parziale di Rusciano (rimasto fuori nel periodo più delicato della stagione, quando andavano consolidandosi gli equilibri e la caratterizzazione tecnica della squadra), non siamo più riusciti a mantenere lo stesso rendimento fino al termine della stagione. Mi sento di dire in conclusione, che avremmo potuto scalare la classifica di qualche altra posizione solo se non avessimo avuto un anno così travagliato. Da Mola a Giulianova – le prime nove che precedono lo Sporting Torregreco in classifica – sono tutte squadre che hanno fatto investimenti programmati nel tempo e adeguati agli obiettivi che stanno perseguendo. Noi, invece, chiudiamo al decimo posto, mettendoci alle spalle squadre che hanno messo in campo le nostre stesse risorse, ma senza le difficoltà legate per esempio all’aver dovuto giocare praticamente sempre fuori casa o all’essersi dovuti allenare per circa quattro mesi alle tre del pomeriggio dovendo far conciliare gli impegni di studio e di lavoro di ogni singolo componente del gruppo. Il bilancio, in conclusione e alla luce di tutte queste considerazioni, non può che essere positivo”. Silvio Ciniglio-Ufficio Stampa