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Post N° 52

Post n°52 pubblicato il 19 Marzo 2008 da picilongo
Foto di picilongo

Domande 3 _ Ricchezza e povertà: l’economia diventa politica

 

1.        In quali stati l’attività mercantile affiancò il sistema economico basato sulla proprietà terriera?

GB e Olanda. In questi paesi l’attività mercantile aveva precocemente affiancato la più tradizionale cultura dei proprietari terrieri, ampliando quel concetto del mercato come luogo principale dello scambio che aveva accompagnato dagli albori il cammino della civiltà. Il mercato moderno funzionava ancora secondo le regole della domanda e dell’offerta al pari dell’antico; solo che queste due forze elementari erano mosse da una mano invisibile azionata dal principio di interesse che consentiva l’allocazione di beni e servizi all’interno di aree amplissime ricondotte a unità in virtù di una cornice istituzionale e giuridica.

2.        Quali furono le origini e la localizzazione del fenomeno dell’urbanesimo?

La riv. Industriale. L’industrializzazione arricchiva enormemente uno stato rendendo disponibili risorse prima immaginabili. Gli operai apparivano certamente come la categoria che più dava al processo capitalistico e meno otteneva in cambio. L’impetuoso urbanesimo che aveva alterato il profilo delle città inglesi creò nuovi ed enormi problemi sociali. 

3.        Quali conseguenze provocò l’urbanesimo?

Centinaia di migliaia di uomini e donne si ritrovarono nelle città industriali alla ricerca di lavoro o solo di un aiuto per sopravvivere; a questa massa d’indigenti cercò di far fronte, nel 1834, una legge sui poveri, che prevedeva il finanziamento di case di lavoro da parte dei contribuenti. Gli operai occupati compresero che solo rafforzando lo spirito di associazione essi avrebbero potuto costituire un efficace contrappeso al potere degli imprenditori: Trade Unions sorte a partire dal 1824-25 e furono il primo sindacato moderno: raccoglievano i soci in base alla professione e cercavano di tutelare gli interessi sia con la contrattazione di migliori condizioni salariali e di lavoro, sia con lo sciopero

4.        Quale atteggiamento politico mantenne il governo inglese nel XIX secolo di fronte alle questione economiche?

In questi decenni e per tutto il XIX sec il governo inglese restò coerentemente persuaso che le autorità pubbliche fossero chiamate a regolare il mercato, ma che non vi fosse alcuna necessità di un intervento diretto nell’economia da parte dell’amministrazione. Il parlamento votò normative a salvaguardia della salute dei lavoratori, fanciulli e donne cercando di fungere da arbitro nelle contese tra lavoratori e datori di lavoro. Ma solo con il trionfo delle posizioni liberoscambiste (anni 40) si sarebbe realizzato un temporaneo compromesso tra i ceti popolari (abbassamento dei prezzi). La testimonianza più importante di questo sentimento di fiducia collettiva nel futuro è rappresentata dal Palazzo di Cristallo inaugurato a Londra nel 1851: una vetrina della capacità economica, innovativa e culturale di una civiltà. 

5.        In che periodo ebbe luogo la Grande depressione?

La grande crescita economica della prima metà dell’800 conobbe tra il 1873 e il 1896 un rallentamento. Non fu una vera e propria crisi perché lo sviluppo continuava, ma fu una battuta d’arresto. Si verifica una sovrapproduzione che il mercato non riusciva ad assorbire. Ciò portava a licenziamento di quelle industrie che non vendevano e chi aveva i capitali li investiva in titoli di stato piuttosto che nelle stesse industrie. La grande depressione dimostra che le attività industriali non crescono sempre: come ogni fenomeno naturale esse conoscono una battuta d’arresto. È il ciclo economico. Se il libero mercato poteva incepparsi, allora gli stati erano chiamati a prendere provvedimenti per attutire gli effetti della crisi.

6.        Quali furono le nazioni maggiormente colpite dalla crisi?

La grande depressione sviluppatasi a partire dal 1873 colpì soprattutto le nazione nuove venute che stavano cercando di colmare il divario che le separava dal punto di vista industriale, dalla GB. La Germania e gli USA furono per qualche tempo travolti dalla crisi: nella prima il denaro ottenuto dalla Francia come riparazioni di guerra, dopo la vittoria del 1870 era stato investito nel settore siderurgico. Nel secondo si era convinti (grazie alla ferrovia) di fare fortuna puntando sulle azioni, ma il valore di tali titoli precipitò collassando il sistema.

7.        Illustrate la teoria dei «grandi cicli economici».

Nel corso del XX sec numerosi economisti avrebbero riflettuto sulla possibilità di analizzare e di prevedere le fasi dello sviluppo: fra questi Kondrat’ev elaborò negli anni20 una teoria dei grandi cicli che avevano scandito lo sviluppo capitalistico. Secondo l’Autore, gli imponenti respiri dell’economia duravano circa 50anni ed erano composti da una fase ascendente e una discendente. La fase ascendente era preparata da scoperte ed invenzioni, destinate a trasformarsi, per buona parte, in preziose innovazioni tecnologiche che egli considerava gli autentici motori dello sviluppo.

8.        Quali furono i principali mutamenti introdotti nel mercato dopo la Seconda guerra mondiale?

Negli stati si instaurò una politica di interventismo nel mondo della produzione; interveniva attivamente nell’economia sia rafforzando il settore pubblico, sia rafforzando i meccanismi di protezione sociale a vantaggio dei ceti medi e inferiori. Istruzione, salute e previdenza furono i capisaldi dell’intervento dei governi a partire dalla metà degli anni40. Si afferma l’idea del welfare state. Grazie a ciò i governi dei paesi industrializzati poterono godere di un largo consenso sociale riuscendo ad integrare all’interno dei sistemi liberaldemocratici e rappresentativi quote importanti di popolazione, fino ad allora tenute ai margini della cittadinanza effettiva. Vi è una nuova grande rivoluzione: il terziario, il settore dei servizi. Il nuovo ordine mondiale nasceva sul principio di cooperazione e di libero scambio, almeno nell’ambito della nazioni a economia di mercato. Il flusso di merci, beni e servizi, accelerato dalla riv dei trasporti e da straordinarie innovazioni tecnologiche, spinse verso la piena affermazione di una società dei consumi di massa. La disponibilità di risorse capaci di assicurare a una famiglia l’acquisto di determinati beni, che diventeranno presto status symbol cominciò a ridisegnare la mappa della società.

 
 
 
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