Creato da GESTIONESOST il 06/03/2007

Critiche

Commenti a valutazioni di impatto per interventi sull'ambiente

 

 

Costituzione del GTA (Gruppo Tutela Ambiente), Comune di Serravalle Sesia

L’area comunale ha un valore storico, affettivo ed identificativo per la popolazione. Conseguentemente oltre al valore naturalistico, che per altro ha la sua importanza salutare ed economica, l’ambiente assume anche un valore per l’Anima del Comune che è formata dall’insieme delle anime dei singoli abitanti.

Nel marzo scorso le osservazioni ed i commenti alla richiesta da parte di privati di adozione del Piano Particolareggiato "Oasi" con contestuale variante al P.R.G.C. (Piano Regolatore Generale) del Comune di Serravalle Sesia, pubblicati sul giornale Valsesiano il 16 marzo e Notizia Oggi il 19 marzo scorsi e spediti in Comune ed in Regione, facevano riferimento alla mancanza di un reale studio di valutazione ambientale. Il valore in gioco era la lesione di un ecosistema boschivo a Ronco di Vintebbio, di grande valore per la nostra salute e quella del nostro territorio.

Confidando sulla validità dei valori suddetti alcune persone hanno costituito un gruppo denominato “GTA” (Gruppo per la Tutela dell’Ambiente), ai sensi della legge 266/91, per partecipare senza fini di lucro all’attività dell’amministrazione locale, in linea con quanto previsto dall’art. 2 del nostro statuto comunale.

Il gruppo è motivato in particolare a proteggere e recuperare l’ecosistema, ossia quel complesso formato dall’ambiente fisico, composto da suolo, acqua ed aria, e l’ambiente naturale, che è l’insieme degli organismi viventi.

L’ambiente che ha valore per la nostra identità comprende inoltre le costruzioni storiche dei nostri avi ed il territorio su cui insistono.

L’art. 2 dello statuto al punto 3 cita: “Il Comune, nel rispetto della sua autonomia di azione, ricerca la collaborazione e la cooperazione con altri enti pubblici e privati e promuove la partecipazione dei singoli cittadini, delle associazioni e delle forze sociali ed economiche all’attività amministrativa.”.

Obiettivi:

1) Raccogliere le osservazioni che gli abitanti del Comune di Serravalle Sesia intendano sottoporci riguardanti i danni all’ambiente derivati da interventi inidonei.

2) Offrire ai cittadini interessati gli strumenti per criticare gli interventi lesivi dell’ambiente naturale e di quello storico.

3) Le intenzioni di critica hanno lo scopo di salvare e proteggere la natura autoctona da rischi di:
a) frammentazione del territorio,
b) invasione di specie aliene,
c) alterazione della qualità delle acque superficiali,
d) avvelenamento di suoli e falde acquifere,
e) disturbo della fauna e della flora,
f) sfruttamento insostenibile delle risorse naturali.

4) Indirizzare ufficialmente i commenti e le osservazioni alle Amministrazioni Comunale e Regionale.

Si invitano quindi i cittadini ad esprimere le proprie idee in merito.

Ci si potrà mettere in contatto col gruppo GTA ai seguenti indirizzi e numeri telefonici:

Mario Mazzone - Via Croso Plinio 16.

Pietro Demarchi - tel. 0163-450476 - e-mail: gruppogta@tele2.it

Fausto Agliotti - tel. 348-8002121

 
 
 

VAL VOGNA - IL PARERE DEL GEOLOGO

Post n°6 pubblicato il 04 Luglio 2007 da GESTIONESOST
 

Il geologo pensa che le modifiche degli argini non siano reversibili, come riportato nella Valutazione d'Impatto Ambientale (sempre superficiali questi studi operati da competenti in tutte altre discipline). In effetti, le modifiche del substrato cambiano inevitabilmente le caratteristiche delle popolazioni faunistiche e floristiche perché esiste un'interazione tra gli organismi viventi ed il substrato che porta ad una co-evoluzione delle parti. La parte biotica (gli organismi viventi) e la parte abiotica (suolo, acqua, aria, ecc.) interagiscono tra loro. Soltanto per ricostituire le condizioni iniziali dell'ecosistema intaccato c'è una grande difficoltà perché non esistono dati ecologici sufficienti. Tanto meno esistono capacità scientifiche per ricostituire la complessità dell’ecosistema attuale. Soprattutto, per quanto riguarda l’impatto sugli argini di un torrente, la complessità aumenta dato che si tratta di un ecotono (zona di confine, fascia di tensione tra due ecosistemi, in questo caso quello acquatico e quello terrestre).
Dunque non esistono qui impatti “lievi e reversibili” come descritto nella valutazione d’impatto ambientale. D’altra parte quando si sposta un equilibrio ecosistemico è difficile riportarlo nella posizione primitiva, perché cambiano una serie di fattori di cui non si conoscono quasi mai le dimensioni antecedenti l’impatto.
Oltre al parere negativo del WWF, quello del Comitato di cittadini, quello del geologo Andrea Bavestrelli, informalmente contattato, c’è ancora quello del Naturalista che sono io, che registro la soddisfazione di questo interessamento in atto in Val Vogna per contrastare un impatto ambientale dannoso anche per il più vasto bacino del Sesia.

Il titolo dell’articolo sul giornale locale “Notizia Oggi”, da cui sono state tratte le notizie sulla centralina elettrica in costruzione in Val Vogna, è a questo indirizzo:
http://www.notiziaoggi.it/giornale/0702/Attualità/Att1/index.asp

Dr. Pietro Demarchi

 
 
 

VAL VOGNA - A RISCHIO IL BACINO DEL SESIA

Post n°5 pubblicato il 26 Giugno 2007 da GESTIONESOST
 

La realizzazione di un progetto che contempla lo sbarramento del corso d’acqua costituito da un muro di cemento alto 2 metri e largo 15, la posa delle condotte ed una nuova centralina permetterà lo sfruttamento idroelettrico del torrente Vogna.

Il prelievo di acqua rischia di lasciare quasi all’asciutto il torrente con conseguente danno all’ecosistema dell’affluente ed inevitabilmente anche a quello fluviale del Sesia.

Secondo il WWF lo studio di valutazione di impatto ambientale non ha tenuto conto di una adeguata analisi degli aspetti naturalistici. La flora e la fauna non sono stati sufficientemente studiati, come del resto viene spesso fatto ormai da decenni, considerando la natura ad uso dei furbi.

La storia si ripete come ho ricordato alcuni mesi fa con la ridicola valutazione d’impatto ambientale per la richiesta del Piano Particolareggiato in Comune di Serravalle Sesia.

Il danno per l’equilibrio ecosistemico non interesserà soltanto il torrente Vogna e la sua valle, ma inevitabilmente anche il Fiume Sesia ed il suo bacino imbrifero.

Il WWF sta giustamente valutando l’ipotesi di rivolgersi alla Commissione Europea e sembra qui giusto ricordare la richiesta, da parte della Sezione di Novara di Italia Nostra, di istituzione di un Parco Naturale Fluviale del Sesia dal Monte Rosa, dove nasce, al Po dove sfocia.

Vorrei ricordare che il progetto dell’Associazione Italia Nostra è “Parco Fluviale per il Fiume Sesia dal Monte Rosa al Po - emergenze naturalistiche e paesistico-ambientali delle fasce spondali del fiume e del suo bacino imbrifero”.

Potrete trovare il titolo dell’articolo sulla Val Vogna nel giornale locale:

 http://www.notiziaoggi.it/giornale/0618/Attualità/Att2/index.asp 

Dr. Pietro Demarchi

 
 
 

Manca l'approvazione del Piano Particolareggiato

Post n°4 pubblicato il 04 Giugno 2007 da GESTIONESOST
 
Foto di GESTIONESOST

A tutt'oggi non c'è ancora, sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, l'approvazione della richiesta del Piano Particolareggiato.

Forse, anche con l'aiuto di chi ha lasciato un commento nel blog, riesco ad interrompere in questa parte della Valsesia una pericolosa azione lesiva dell'ecosistema.

Ci sono buone prospettive inoltre d'iniziare un'attività di recupero ambientale delle zone umide nel tratto del fiume Sesia compreso entro il territorio comunale di Serravalle Sesia.

Il fiume Sesia è un'importante rotta migratoria per l'avifauna che migra nel nord Europa per la stagione riproduttiva e che torna al sud per lo svernamento. Distruggere l'equilibrio ambientale equivale a togliere fonte di cibo per questi animali, che qui sostano per recuperare le energie necesserie alla loro migrazione.

Pietro Demarchi
Dott. Naturalista

 
 
 

EROSIONE DEL SUOLO

Post n°3 pubblicato il 16 Marzo 2007 da GESTIONESOST
 

In riferimento alle osservazioni sulla ormai chiaramente insufficiente analisi di compatibilità ambientale, riportata negli atti relativi alla richiesta di Piano Particolareggiato Oasi nel Comune di Serravalle Sesia, c'è un principio di una legge delega in vigore dal 2004, la n. 308, che è il principio di precauzione. Al comma 8 del primo articolo si fa riferimento al principio di precauzione oltre che a quelli di prevenzione, correzione e riduzione degli inquinamenti e dei danni ambientali.

A tali principi si conformano i decreti legislativi di riordino che tra gli altri interessano ai punti:
c) difesa del suolo e lotta alla desertificazione;
f) procedure per la valutazione di impatto ambientale (VIA), per la valutazione ambientale strategica (VAS) e per l'autorizzazione ambientale integrata QPPQ; -
Che in questo caso ho dimostrato essere largamente carente;
g)
tutela dell'aria e riduzione delle emissioni in atmosfera.
ecc.

A proposito dell'impatto ambientale in fase di realizzazione degli interventi non è stato considerato, nell'analisi d'impatto ambientale degli atti per la richiesta del suddetto Piano Particolareggiato, che in area di pendio, ove è situata l'area del Piano Particolareggiato Oasi, c'è il massimo rischio di erosione del terreno e che questa interessa la parte più fertile del suolo. L'erosione conduce alla desertificazione.

 
 
 

PIANO PATICOLAREGGIATO OASI

Post n°2 pubblicato il 16 Marzo 2007 da GESTIONESOST
 

Comune di Serravalle Sesia - Provincia di Vercelli

Gli autori degli atti per l'adozione del PP Oasi sono dottori Architetti, Geologi ed Ingegneri.

________________________

L'area interessata dalla richiesta del Piano Particolareggiato ha un'estensione di 45.820 mq. ed è sita su uno spartiacque, in sinistra idrografia del Rio Delle Moje, ad una altezza di 353m. s.l.m.

Nella relazione illustrata si fa riferimento ad una :

"…richiesta di privati di recuperare, con fine turistico - ricettivo e residenziale, la frazione Ronco, posta su una delle tante colline che contornano l’abitato di Serravalle Sesia, ed è il risultato di una precisa volontà dell’amministrazione di coordinamento e di controllo di un’operazione che avrà ricadute positive sull’economia e sul recupero di un’area altrimenti abbandonata."

Si indica qui la volontà di un'amministrazione di coordinamento e di controllo non meglio specificata che sembra debba essere quella del Comune di Serravalle Sesia. Allora l'amministrazione pubblica si sta accordando con privati per interventi sul territorio? Ma se fosse così dovrebbe essere specificato ed anche enfatizzato, visto che avrà ripercussioni economiche, anzi “ricadute”!

Si specifica anche un recupero di un'area abbandonata. La prima domanda è:

- A chi gioverà il recupero di quest'area?

Ed ancora:

- Chi dice che quell'area abbandonata, che ha una grande valenza naturalistica come viene più avanti ricordato, non fornisca già i suoi benefici alla popolazione di questo Comune?

Si può pensare che le valutazioni ambientali provino che convenga intervenire, ma vedremo più avanti che ci sono seri dubbi su tali valutazioni.

Si legge più avanti: "La gestione del territorio non seguirà una filosofia di salvaguardia volta alla conservazione pura e semplice, intesa come mantenimento dello stato di fatto, ma terrà conto delle nuove esigenze, valorizzando le risorse ambientali, ricreando un paesaggio naturale ma vissuto, antropizzato nell’ottica di confort abitativo attento a non alterare gli equilibri del luogo."

Non si può evitare l'alterazione di equilibri ecologici dove si crea un insediamento umano e non si può valorizzare delle risorse ambientali ricreando un paesaggio naturale perchè non si è ancora in grado, con le attuali conoscenze scientifiche, di creare degli equilibri naturali. I fattori che governano i sistemi ecologici non sono del tutto conosciuti. Si riesce con grande fatica a proteggere l'ambiente, ma da qui alla presunzione di essere in grado di ricreare la natura con tutti i suoi equilibri occorre soltanto la visione di ignari sognatori.

Anche l'affermazione all'art. 7 " ... L’intervento dovrebbe essere realizzato in modo da non compromettere irreversibilmente l’ambiente ..." non è corretta, dato che gli equilibri ambientali, e sarebbe meglio dire equilibri ecologici, si modificano sempre ogni qual volta si creano delle ferite del continuum ecosistemico a seguito della realizzazione di strutture ed infrastrutture. L'estirpazione di piante, sia erbacee che legnose, il dissodamento del suolo, l'inquinamento, il disturbo antropico, ecc. creano sempre degli spostamenti dell'equilibrio del sistema ecologico che, in seguito, si potrà forse solamente in parte curare.

 

Uno sguardo all'analisi di compatibilità ambientale.

Le categorie considerate al punto "c" sono " clima, atmosfera, ambiente idrico, suolo e sottosuolo, vegetazione, flora, fauna, ecosistemi e paesaggio e rumore. "

E di seguito viene subito dichiarato " Non si ritengono rilevabili influenze di alcun tipo sul clima e sull’atmosfera e, in generale, impatti ed influenze minime se non addirittura trascurabili sulle altre categorie. "

Ma quali studi sono stati fatti e quali dati sono stati presi in considerazione per poter arrivare a tale valutazione?

Dato che si dice che " ... Non si ritengono rilevabili influenze di alcun tipo sul clima e sull’atmosfera e, in generale, impatti ed influenze minime se non addirittura trascurabili sulle altre categorie. ", tale deduzione deve scaturire da dati rilevati in loco o quanto mento da preesistenti studi effettuati su quest'area. Sarebbe quindi scientificamente, oltre che eticamente, corretto riportare gli estremi delle pubblicazioni tecnico-scientifiche reperibili per qualsiasi diritto di visione pubblica.

Riguardo al " ... primo, ma sempre molto ridotto, impatto ambientale in fase di realizzazione degli interventi individuati spazialmente e temporalmente nella durata del cantiere. " ( sempre il punto “c” dell'analisi di compatibilità ambientale) la valutazione dell'entità dell'impatto può essere fatta soltanto dopo lo studio delle categorie di cui sopra ( ...clima, atmosfera, ambiente idrico, suolo e sottosuolo, vegetazione, flora, fauna, ecosistemi e paesaggio e rumore.) e per le quali non sembra esistano dati in loco.

Al punto "d" successivo si legge " … si potranno, per godere di punti di vista sul territorio, creare tagli mirati delle grosse alberature. "

Le grosse alberature non sono soltanto piante, ma anche micro-habitat che complicano tra l'altro non poco lo studio e la valutazione degli ecosistemi ed è proprio irragionevole, attraverso un'analisi di compatibilità ambientale, che come stiamo vedendo è sempre più lacunosa ed inesistente, arrogarsi il diritto di " ...creare tagli mirati delle grosse alberature. ".

Per un permesso così delicato per l'equilibrio ecologico occorrono studi reali dell'ecosistema e della natura di quel territorio, studi da commissionare ad esperti in materia.

Al punto "e" si legge " Per quanto riguarda la componente di tipo naturalistico, cioè quella predominante, il verde potrà essere anche sostituito con essenze autoctone, facendo attenzione a scegliere essenze diversificate per fornire un habitat ideale a più specie di animali. ".

Dunque senza aver rilevato dati ed aver studiato le caratteristiche floristiche, vegetazionali, faunistiche, pedologiche, ecologiche dell'area interessata si prescrive che il verde potrà essere anche sostituito con essenze autoctone e si rimarca che occorre fare attenzione a sceglierle diversificate per fornire un habitat ideale a più specie di animali.

Non ci è dato sapere quale grado di diversificazione occorre adottare e per quali e quante specie faunistiche debba convenire. Non si conosce per altro neanche la mappa di una specie, tramite questi atti, e si pretende di favorire la vita di più specie animali senza pensare ai danni delle popolazioni esistenti (botaniche e faunistiche).

Non è sufficiente aumentare la ricchezza in specie, soprattutto senza metodo scientifico, come scaturisce da questa analisi di compatibilità ambientale, per garantire una protezione dell’ambiente naturale.

Riguardo la ricchezza in specie vengono considerate solo le seguenti: “ castagni, querce, ontani, farnie, frassini ”.

Prima di tutto non sono riportati neanche i nomi scientifici delle specie botaniche. In secondo luogo tre dei nomi riportati, nella nostra area climatica non sono riferibili unicamente ad una specie (ontani, querce e frassini) e debbono quindi essere considerati nomi volgari di genere. Il genere sta qui ad indicare un gruppo tassonomico. Mentre le farnie sono querce. Cosicché di cinque nomi si può limitare la lista a quattro essenze, di cui tre non si sa a quale specie corrispondano. Possiamo allora pensare che sia stata rilevata e classificata una sola specie: il castagno. Sperando che non si sia fatta confusione con il Castagno d’India o Ippocastano.

Il punto “g” riguarda le misure previste per impedire ridurre e ove possibile compensare gli impatti ambientali significativi derivati dall’attuazione del piano o del programma. Qui si legge “ … Per quanto riguarda invece le scelte localizzative gli spazi per la viabilità e la sosta seguiranno criteri di accessibilità e fruizione integrandosi con l’esistente e mitigando il loro impatto (se pur ridotto) con l’interposizione di spazi e di barriere verdi sotto forma di siepi ed alberature, che, saranno un filtro visivo, acustico e di inquinamento atmosferico (le piante assorbono parte delle sostanze inquinanti).

L’impatto visivo delle auto riguarda forse più la vista degli ospiti del complesso in progetto che l’ambiente naturale perchè il disturbo della presenza delle persone che frequenteranno l’area sarà molto maggiore ed interesserà un’area molto più grande di quella destinata al parcheggio ed alla viabilità. Per l’ambiente conta invece l’impatto di disturbo acustico creato da tutti i fruitori dell’Oasi e del personale assunto e l’inquinamento creato dai gas di scarico. Ci sono altri inquinamenti che non sono stati contemplati e sono gli oli, ad esempio, persi dai motori dei mezzi di trasporto. Per quanto riguarda l’ecosistema suolo non sono stati previsti interventi mitigatori di questo tipo di impatto, né nelle aree preposte alla viabilità, né in quelle destinate alla sosta.

Sono stati dimenticati altri aspetti qualitativi dell’ecosistema bosco, presente nell’area oggetto della richiesta di adozione del piano particolareggiato Oasi. Come in tutti i boschi l’attività di sintesi clorofilliana ha una efficacia maggiore che quella svolta da singole piante. E la fissazione dell’anidride carbonica nel tessuto vegetale tampona la produzione che di CO2 prodotta dalle automobili e nel caso specifico anche nell’area industriale presente a pochi metri di distanza lungo la strada statale 299 e per una superficie molto maggiore di quella interessata dal Piano Particolareggiato Oasi.

Quali sono i vostri commenti? - Nelle osservazioni che presenterò in Regione Piemonte allegherò i commenti che mi autorizzerete.

 
 
 

Commenti alla richiesta di variazione del piano particoraleggiato

Post n°1 pubblicato il 06 Marzo 2007 da GESTIONESOST

Esistono studi e valutazione insufficienti che pretendono di soddisfare le richieste alle modifiche di piani regolatori generali, ma non sono fatti da competenti.


 
 
 
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