pilarmivida

Santa Pazienza

Il lavoro di Pilar richiede necessariamente un macello di pazienza; la fatina se ne accorge in particolari occasioni, del tipo:

- Quando sta facendo qualche attività che richiede un certa attenzione da parte dei mocciosi di seconda...e a un certo punto, uno per volta si alzano e la raggiungono per dirle cose del tipo: "Maestra, lo sai che ieri il mio cane è uscito dal cancello?"..."Maestra, ma Leonardo ha tolto una scarpaaaa"..."Ma la pancia fa rumoreeee"...
La cosa tremenda è quando uno si alza e dice a Pilar:
M:"Maestra, non trovo più la penna blu..."
P:"Eh, come hai fatto a scrivere fino ad ora?"
M:"Ma ce l'avevo, solo che adesso non c'è più..."
P:"Sarà lì vicino..."
...e a quel punto scatta il momento peggiore: tutta la classe si butta per terra per cercare la penna, spostando cartelle e accusandosi a vicenda di aver preso la penna... ci vogliono mediamente 15 minuti per ristabilire la calma...

- Quando sta dando ripetizioni al bambino che arriva sempre mezz'ora prima... è di una lentezza spaventosa, tanto che a Pilar capita di appisolarsi pensando ai fatti propri...tanto quando torna in sè lui è ancora al punto di prima...

Anche con gli adulti, non sempre le cose sono diverse...come quando cerca di comunicare col papo al cellulare (ma anche di persona non cambia molto): sembra una comunicazione tra matti...
P: Pronto, dimmi, papo
Papo: Pronto, pronto, pronto...mi senti?????
P: Sì, papo, dimmi...
Papo: (alzando la voce) ci sei??? ma 'sto telefono non funziona...
P: Papo, dimmi...il telefono funziona, non ti preoccupare...
Papo: ma stai ferma dove si prende!! che ti muovi a fare???
P: papo, SONO ferma.
Papo: (il tono si fa più alto) eh??? che dddici???
P: papo, calmati...
Papo: (ormai sta gridando nell'orecchio di Pilar) eeehhhhh????come hai deeeeetto???
P: vabè, facciamo che ti richiamo...

In queste situazioni, tempo fa Pilar avrebbe scomodato tutti i santi del calendario. Dopo aver lavorato nella scuola speciale (e dopo aver capito che gli smadonnamenti sono totalmente inutili) ha imparato che l'unico aiuto in certi casi viene solo da lei: Santa Pazienza.
Fine del sermone.

Come fare?

Nella classe di Pilar c'è un bambino che dà chiari segni di omosessualità e che purtroppo viene preso per i fondelli da tutta la scuola.
Ecco i segnali:
- se deve scegliere un colore, sceglie il fuxia.
- gioca sempre e solo con le femmine, soprattutto al "gioco delle sfilate".
- se deve chiedere il permesso per andare in bagno, non dice (come tutti e tutte)"Maestra, posso andare in bagno?"...ma di solito usa una cantilena che fa più o meno così: "Ma-è-str-aaa...po-sso an-da-re in baa-agn-ooo??"
- se si sgrida un bambino qualsiasi, quello si difende in tutti i modi possibili. Lui pesta i piedi per terra, mette il muso e frigna: "Ma ce l'hanno tutti con me-ee-ee-ee..."

...e via di seguito.
Ora: a parte il fatto che un bambino lagnoso come questo è particolarmente irritante per la maestra, i compagni bastardissimi lo stanno emarginando. Lui s'è confidato con la maestra Pilar perchè dice che non sta bene coi suoi compagni, e Pilar gli ha risposto che dovrebbe fare meno la "spia" e che sarebbe più apprezzato se togliesse il tono lagnoso da ogni frase pronunciata.
Le cose sembravano essere migliorate, MA il padre ha avuto la brillante idea di togliere il figlio dalla squadra di pallavolo per iscriverlo in quella di calcio. Bravo pirla: così l'unica cosa che cambierà sarà il disagio del bambino.

Così Pilar ha riflettuto sul fatto che probabilmente se avesse un figlio come questo bambino sarebbe dispiaciuta NON perchè è gay, ma perchè, essendo gay, non avrà una vita affatto facile. Se alle scuole elementari soffre già tanto, come sarà alle superiori? E tutta la vita?

Giornatacce

Quando Pilar si sveglia sapendo che l'aspetta una giornata di mocciosi lagnosi (in formissima dopo il w-end), niente pausa pranzo (riunione con psicologa per bimba con grooooossi problemi), 2 ore di teatro con i rinco di quinta (tra i quali anche un presunto gay che spacca i cabbasisi) e un'ora di riunione con mamme pettegole e scassacazzi (che c'han sempre qualcosa da dire, quindi la riunione si protrae anche fino alle 18,30)... bhè, Pilar si prenderebbe a mattonate le palle. Avercele...

                                       

Sinceramente

Porca vacca, diciamolo chiaro e tondo: la domanda "Sinceramente, cosa pensi di me? Ti piaccio?" è posta male già dal principio, in quanto dà per scontato che solitamente non sia un rapporto sincero. Quindi fai già lo stronzo.

Volendo proseguire nella conversazione, ci sono 2 possibilità su 3 che si finisca col farsi del male. Infatti:
- se ti dico "Sì, mi piaci" tutti sono felici e contenti. E si va a limonare.

- se ti dico "Al momento non mi sento attratta fisicamente, ma con te mi trovo bene e mi piacerebbe conoscerti meglio" ti offendi perchè ti fissi SOLO sul fatto che non mi piaci esteriormente E NON sul fatto che mi diverte passare del tempo con te.

- se ti dico "No, non mi piaci" sono stronza in quanto diretta e sincera.

Ora, SINCERAMENTE, 'ste domande del cazzo possiamo evitarle, per favore?

Pilar vi ringrazia per l'attenzione e vi augura un buon w-end.