pilarmivida

Il Riportatore.

La pista ciclabile lungo l'Adda riserva sempre molte sorprese.
Certi soggettoni non si trovano neanche alla Neuro-deliri.
Dopo il tizio di rosa vestito che ama lo scozzese (già descritto in un precedente post), questa volta a tampinare Pilar s'è messo un esemplare alquanto raro: Il Riportatore.

La fatina se ne stava sul prato a riprendere fiato dopo la pattinata: Mp3 nelle orecchie e piedini gonfi e fetidi. Quand'ecco che l'esemplare s'appropinqua pericolosamente, stende il telo sull'erba accanto a Pilar (ma porca vacca, c'è tuttunprato a disposizione!) e si denuda, mettendo in mostra lo slippino tigrato. Orrore (da leggere con la erre mòscia da snob).
Solo a questo punto Pilar alza lo sguardo in direzione della capoccia del vicino di telo... Avendo notato la calvizie incalzante dovuta alla non più fresca età, Il Riportatore ha pensato bene di far naufragare i peletti rimasti sopra le orecchie da una parte all'altra della zuccona tonda e lucida. Notate bene: il soggettone NON sposta i capelli tutti a destra o tutti a sinistra. Noooooooo! Sposta i capelli di sinistra verso destra, e quelli di destra verso la parte sinistra. A CIOCCHE. Risultato: una rastrelliera di peletti colorati di nero corvino che, sopra la pelata scottata dal sole, forma delle righine bicolore orizzontali che peraltro fanno da contrasto con le righine nere e bianche verticali del telo mare.
Nun te se pò gguardà.

Non contento, dopo aver fatto sorridere sotto i baffi la fatina semplicemente col suo arrivo, Il Riportatore non tarda a mostrare le sue reali intenzioni:
Riportatore - Ciao.
Pil - (No, merda, no!) ...
Riportatore - Hai pattinato?
Pil - (Che domanda del cazzo, ho i roller accanto!) Mh.
Riportatore - Guarda che mica ci sto provando
Pil - (no-ooo)...
Riportatore - Sei troppo giovane e carina per me
Pil - (ussigniur)...
Riportatore - Che chiacchierona, eh!
Pil - ...
Riportatore - Bhè, non sono giovane, ma potremmo fare conversazione, dimmi cosa ti piace...
Pil - (Gesùmmaria) No, sono stronza.

Così la fatina raccoglie il telo e i pattini e s'avvia verso altre mete.
Mapporcavacca, uomini, perchè cavolo vi volete così male? Con quelle rastrelliere non fate altro che rendervi ridicoli.
Accettatevi come siete.
Gli uomini che si fanno il riporto sono al pari delle donne obese che s'infilano improponibili minigonne solo per il fatto che vanno di moda.
Cazzarola, valorizzatevi per quello che siete.
E soprattutto: se avete cinquant'anni e siete rimasti soli ad agosto in una città noiosa...state alla larga dalla fatina: oltre a un 2 di picche potreste trovarvi mitragliati su un blog.

Statev'accuort.

La canappa di Pilar

Il setto nasale di Pilar è un po'storto. Rispetto alla faccia della fatina, quel naso è evidentemente grosso. Un po'picassiano? No, non esageriamo.
Comunque...

Pilar aveva tredici anni e la stupidèra nel sangue, tanto che dopo più di dieci anni ne ha ancora qualche traccia nelle vene. Ma non è un male.
E' andata alla festa di un paesotto vicino al suo, e il papo verrà a prenderla a mezzanotte, come una vera principessa-con-scarpetta-di-cristallo.
Pilar sta facendo i versi con le sue amiche nella casa degli specchi.
E' già arrivata alla fine del labirinto prima di tutti, ma non ha voglia di aspettare le altre, e decide così di tornare indietro a fare la scema.
Cambia percorso e si ritrova stretta in un corridoio che riflette tutte le luci. Centomila Pilar in pantaloni gialli e maglietta col cuore rosso (sì, i commenti si sprecano, evitateli, abbiate pietà). La fatina fa la spavanda, quindi la punizione non si fa attendere. Allunga le braccia in avanti e sente uno specchio; accanto a lei altri specchi. Con la mano sente un passaggio alla sua destra. C'è spazio. Fa per svoltare.
Sbam!

Bastardi, avete messo uno specchio storto.
Gli specchi moltiplicano il sangue uscito dal nasino di Pilar. Intorno è tutto rosso. Alla fatina gira la testa, sta perdendo i sensi, ma un amico la solleva e la porta fuori.
Aria fresca.
Naso gonfio.
Sangue.

Da sempre, quando Pilar se la tira la punizione arriva puntuale.
Questa è la legge. Senza pietà.

Afandou (ma a volte Afantou)

Il primo volo non si scorda mai

Intensi.

L'intensità non è poca cosa.
L'intensità non è scontata.

L'intensità è vivere senza stancarsi di vivere.
L'intensità è capirsi con gli occhi.
L'intensità sta nella quotidianità.
L'intensità è passione, coinvolgimento, un abbraccio stretto.
L'intensità è un bacio che fa tremare.
L'intensità è una carezza che scompiglia un po' i capelli, sta in una mano che ne stringe un'altra.
L'intensità è vedersi riflessi nello specchio di un ascensore e trovarsi bellissimi.
L'intensità è completarsi e non smettere mai di scoprirsi a vicenda.



When you call my name it's like a little prayer...