pilarmivida

Combinare qualcosa.

Pilar detesta questa espressione.
Se poi a questo "combinare qualcosa" segue "di buono", allora la fatina s'altera.

Scusate, meglio ricominciare daccapo...

Allora.
Pilar ha aperto questo blog per provare a scrivere.
Il suo pseudoragionamento è infatti stato questo: "Se mi trovo bene con un blog del tipo Modello-Base, magari poi trasformo ciò che ho scritto lì in un racconto breve... che potrebbe essere successivamente ampliato per farne una prova letteraria..."
Sicchè la fatina è scesa sulla Terra per cimentarsi in questo passatempo.
Ogni tanto continua a scrivere qualcosa, fa delle prove che mette in cartelle singole del pc e che poi, nella fase di revisione, vengono tutte brutalmente cestinate.
Vergogna, tremenda vergogna.
Sicchè Pilar continua a provare, provare, provare... perchè, come si diceva in "Non ci resta che piangere", alla fine si dovrebbe riuscire nell'intento.
E invece, finora... nulla.
Pilar non riesce ad andare oltre questo.
Nella testa partorisce milioni di idee al giorno, miliardi di spunti e centinaia di fantasie.
Restano tutte lì.
Perchè appena prova a scriverle, ecco che perdono di significato, le sembra che nulla abbia una qualche "sostanza". Le idee che fino a due minuti prima le sembravano originali e perfette da sviluppare, diventano cazzate perfette solo per il cestino del pc. Pc che peraltro è disseminato di cartelle contenenti possibili spunti, personaggi, situazioni, luoghi... sì, come faceva Calvino.
Solo che Pilar non ne viene a una.
Nel frattempo la fatina continua a scrivere quassù. Perchè le piace. E perchè si libera di qualche cazzata che le viene in mente. Così lascia spazio per altre idee, altri progetti...

Veniamo a oggi.
Dialogo semi-reale:

G- Ma perchè non scrivi un libro?
P- Eh, fosse facile...
G- Vabè, quanto ci vuole? Tanto ora hai tempo...
P- Sì, è vero, ho tempo. Ma non ho idee chiare e sufficientemente adatte. Come dire... non ho l'ispirazione.
G- Dai, in due settimane non riesci a combinare qualcosa?
P- Combinare qualcosa? Due settimane? Cosa fai, mi dai le scadenze?
G- Hehehe...no, dai, però cerca davvero di combinare qualcosa, perchè il blog rischia di diventate troppo per te. E deve essere solo una prova, un esperimento, giusto?

Sì, tutto questo è una prova.
Ma è comunque importante.
Per lei il blog stesso è "combinare qualcosa". Di buono o no, è Fare Qualcosa.
Evidentemente la fatina non è stata abbastanza chiara, dato che le si chiede di Fare Qualcosa.
Fare.
Qualcosa.
Ecco.
Fatto.
Cosa?
Qualcosa.

Parigi... la vie en rose...

Pilar è drogata.
Ha trascorso un fine settimana a Parigi ed ora ne è dipendente.
Ha le scarpe consumate, le gambe doloranti, i piedi "cotti" e gli occhi pieni di bellezza.
Che goduria.
La fatina aveva già visitato la citè in gita, ma una serie di circostanze avevano fatto in modo che Pilar non godesse totalmente del fascino della città:

- era una gita, quindi si sa che si fa soltanto casino
- era inverno, e se non piovischiava c'era un nebbione che non faceva vedere oltre il naso
- la guida era un professore che, portata la combriccola nei pressi di place de la concorde, aveva indicato un punto oltre la nebbia dicendo: "Quelli sono gli champs elysees, e in fondo c'è l'arco di trionfo" e poi aveva aggiunto, indicando la parte opposta: "Noi andiamo di là". Pilar era rimasta sconcertata. Era a Parigi e non aveva visto gli sciamps e l'arc de triònf!

Così s'è rifatta in questi giorni di tempo splendido, cielo limpido e sole estivo: ha mangiato in place des Vosges, ha fatto la foto sotto la tour, ha toccato l'arco di trionfo, ha percorso TUTTI gli sciamps elisè, è entrata a notre dam, ha goduto il panorama di fronte al Sacre Coeur, ha passeggiato sui boulevards, s'è abbronzata al Trocadero. A Montmartre ha ascoltato un sassofonista suonare "La vie en rose" e ha rubato un acino d'uva (peraltro acido) dell'unica e preziosissima vigna rimasta. Ha fatto la scema fuori dal moulin rouge, shopping alle galeries Lafayette, giocato sugli scivoli del parco La Villette, s'è destreggiata nell'intricata metropolitana e ha sfottuto quello sciovinista d'un Napoleone (chissà perchè, ma quelli che in Francia si chiamano "eroi della patria", da noi si chiamano "caduti").

Ora è tornata, esausta e felice.
Solo alcuni appunti:
- se atterrate all'aeroporto Charles de Gaulle e non sapete dove cazzo andare per prendere la metropolitana, non sbattetevi a cercare cartelli: non ci sono. Evidentemente i francesi trovano divertente vedere quei poveri cristi di turisti vagare a caso in cerca d'un passaggio per la città. Comunque dovete prendere le scale mobili e salire di un piano per trovarvi alla metro.
- Se vedete che una Coca Cola costa 3 euro e 80, non spaventatevi: ci vedete benissimo. D'altra parte, stai in un paese dove un gelato ti costa 5 euro...
- Se credi che un francese possa spiegarti la strada da percorrere, ti sbagli di grosso: non solo non s'impegnerà a scandire le parole, ma nemmeno vorrà usare quel pochino di Inglese imparato a scuola. Sono-cazzi-tuoi. 
- Se devi fare delle fotografie, non contare sulla mamma di Pilar, perchè quando tornerai a casa, sulla foto vedrai un bel pezzo di pavimento, cielo, turisti, un pezzetto di notre dame e il cordino della macchina fotografica. Diciotto foto così. E Pilar deve accontentarsi dei ricordi della sua mente che, si sa, ha una portata molto limitata.


E ora? Bhè, alla prossima...

Nuova partenza.

Altro giro, altra corsa.
Pilar parte con la sua mamma alla volta di Paris...
Riusciranno le due stordite (tale madre tale figlia) a barcamenarsi tra complicati mezzi di trasporto, cucina dalle porzioni decisamente poco generose, incomprensibili mappe della sitè e... un altro viaggio in aereo?
Ma soprattutto... come faranno a farsi capire se non parlano francese?
Sì, gli unici vocaboli conosciuti dalla lady sono:
- puassòn
- escargò
- uì
- messiò
- viv la tur viv la frans
- mesòn
- dior
- jan lui david
- alè
- croassan
- baghèt

Ora: mettendo insieme queste parole, non si riesce a formulare neanche una frase di senso compiuto.
Si spera nell'inglese, magro residuo di anni di liceo.

Un'ultima cosa è dovuta...
Essendo lontana dal suo paesino, la fatina si perderà la consueta festa in onore di Lucio Battisti che si terrà esattamente questo fine settimana... siate gentili, abbiate compassione di questo luogo lontano da dio: fate una capatina da queste parti.

Ureuàr, amigos... cioè... mon amìs...cioè... vabbè, lasciamo perdere...


Via via
vieni via di qui
niente più ti lega a questi luoghi
neanche questi fiori azzurri
via via
vieni via di qui
nien epiù ti lega a questi luoghi
neanche questo tempo grigio
pieno di musiche
e di uomini che ti son piaciuti
it's wonderful, it's wonderful, it's wonderful
good luck my baby
it's wonderful, it's wonderful, it's wonderful
I dream of you...

Sei sfigata, Pil!!

Sono le due del pomeriggio.
Sole.
Pilar sta pedalando faticosissimamente sulla salita che porta a casa del ragazzino a cui deve dare ripetizioni.
Pant pant pant...
Caldazza, Scassona e salita. Niente di peggio.
Solleva il didietro dalla sella: scendere e spingere a mano sarebbe vergognoso.

Quand'ecco che...

la fatina passa accanto ad un gruppo di muratori che stanno lavorando in una casa.
Uno di loro ha la brillante idea di pulire un muretto fresco fresco di cemento puntando la canna dell'acqua verso la strada.
Sulla strada passa quellasfigatadiPilar.
Pilar viene così investita da questo getto d'acqua + cemento + terra.
In un secondo è TUTTA sporca. Faccia, braccia, jeans, scarpe da ginnastica, canottiera (pure dentro!), borsa, bici, sella, occhiali da sole e soprattutto... CAPELLI.
E' zuppa e ha terra e cemento in ogni dove, persino nelle orecchie.
"Oh scusa!" dice il muratore.
"Ma va' a dar via i ciàp'!" risponde la lady.

Arriva a destinazione e il ragazzino cosa le dice?? "Hai giocato col cane?"
Ma sei scemo??

Dannata e beffata.
Sei sfigata, Pil, rassegnati.

Il nuovo inquilino.

Da qualche tempo a casa di Pilar c'è un nuovo ospite, non molto simpatico e neanche troppo di riguardo.
E' un pipistrello.
Dopo che l'estate scorsa il papo aveva dovuto togliere il nido (non v'aizzate, era vuoto vuotissimo, davvero) con l'aspirapolvere, il fetente ha avuto il coraggio di tornare.

In pratica succede così:
Fase 1: sul balcone della camera della fatina, proprio fuori dalla finestra, si comincia a trovare qualche cacchetta...
Fase 2: ogni tanto, la notte, Pilar si sveglia e sente strani rumori un po'inqietanti provenire dalla finestra.
Fase 3: dato che alla fatina capita di tornare tardi o di svegliarsi per fare la pipì (è una pisciona, nda), talvolta sente un rumore tipo "corda che fa plum plum" e "vari strusciamenti di ali & Co." provenire dal cassone.
Fase 4: il merdone fa un casino tale che non può passare inosservato e la lady non riesce più a dormire.

Il pipistrello ha preso l'abitudine di spiaccicarsi ben bene, diventare sottile sottile e, quando le tapparelle della camera di Pilar sono abbassate (grazie al cielo), s'insinua nel cassone. E ci fa il nido.

Ora il pipistrello s'allarga e prende troppa confidenza, mentre la fatina sclera.
Eccheccazzo, con tutte le case, i balconi e le tapparelle, porcadiquellavacca, deve proprio scegliere sempre quella di Pilar??