pilarmivida

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Profumo.

Sono le 4 del mattino, è estate, il cuscino è bollente e sembra non ci sia nemmeno uno spazietto rimasto fresco.
Coi piedi Pilar scaccia quel poco di lenzuolo che era rimasto a coprirla.
Come spesso le capita a casa, anche qui si sveglia nella notte e non prende più sonno.
Se fosse nel suo letto, allungherebbe il braccio sinistro, aprirebbe il cassetto del comodino, prenderebbe l'mp3 e ascolterebbe la musica fino a riaddormentarsi.
Qui non l'ha portato.
Allora si gira verso di lui.

Nasce l'alba su di me

mi lascio andare al tuo respiro

e mi accompagno con i ritmi tuoi

ti sento in giro ma dove sei...


Allora si gira verso di lui, che le dorme accanto.
Sta a pancia sopra, con la maglietta stropicciata e i capelli arruffati.
Pilar prima lo guarda come per non farsi notare, tenendo la guancia schiacciata sul cuscino e gli occhi socchiusi come due fessure. Poi si sente scema, perchè tanto lui dorme, e quindi apre meglio gli occhi.
Il suo respiro profondo, ritmico e sereno.
Pilar lo trova bellissimo, ora più del solito.


Sai di vento

sai di te

sulla tua pelle addormentata

e mi accarezzo coi vestiti tuoi

ti sento addosso, ma dove sei...

Sentirlo respirare così la tranquillizza, ma se ci pensa le sembra pazzesco, perchè la maggior parte della gente lo troverebbe fastidioso, mentre per lei è rilassante.
Socchiude un po'gli occhi.
Respira.
Lui nel sonno si gira e le appoggia una mano sul braccio.
Così lei torna serena.
E s'addormenta.

Nella mia stanza calda tu sei tu

stringimi ancora un po'di più

di più di più la mano...

Hey, tu.

Hey, tu.
Sì, tu, dico a te: a te che sei uscito dall'ufficio poco fa.
A te che per 8 ore consecutive hai costretto i tuoi piedi a stare stretti stretti nelle scarpe da ginnastica di plastica (sì, è plastica, non pelle. Pirla.) e nei calzini di lana.
Tu.
Tu che stai per zompare da quel trampolino.
Idiota.
Sotto di te c'è una lady che cerca di riprendere fiato.
Non farla incazzare.
Non è piacevole nuotare coi tue fettine formaggiose che ammorbano l'acqua e l'aria.
A cosa credi che servano, quegli spruzzini sotto la doccia prima di entrare nella vasca?
Fila a disinfettare le tue estremità inferiori.
Ora, subito, immediatamente.


Hey, tu.
Sì, dico a te.
A te che sei venuto qui dopo aver fatto l'aperitivo coi colleghi.
A te che dopo esserti scofanato pizzette, focaccine, tramezzini, olive, acciughine, patatine, fonzies, salamini, carciofini e cipolline sei venuto a nuotare nella stessa corsia di Pilar.
Sì, tu, sottospecie di saccaromiceto che non sei altro.
Se ti vuoi abbuffare di schifezze e fare il figo al bar, non puoi venire subito dopo ad affogare i tuoi sensi di colpa nella stessa corsia in cui nuota la lady.
Perchè quando butti fuori il fiato riemergendo dall'acqua, sappi che c'è una fatina che prende fiato per immergersi. E il tuo alito oscura l'aura di Pilar.
Oh grande megattera, non potevi sciacquarti con un po' di dentifricio i fenoni prima di immergerti con la fatina?

Non so se ci siamo intesi: in piscina ci si viene LAVATI. PULITI.
La fatina non vuole sentire le vostre patetiche scuse del tipo "Ma tanto in acqua mi lavo!". Perchè ti lavi nell'acqua dove c'è una lady.
E' come se Pilar venisse nella tua vasca da bagno dopo essersi immersa nella salamoia. Avresti schifo, o no? (Non rispondere, pirla, è una domanda retorica).
Allora dico a te.
Sì, a te, grande cima di rapa.
LAVATI.