Creato da Erikasimo il 15/06/2011
 

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Perversioni femminili: quando lo sono davvero?

Post n°11 pubblicato il 31 Agosto 2011 da Erikasimo
 
Foto di Erikasimo

Nell’immaginario comune si utilizza spesso il termine perversione per indicare delle pratiche sessuali che vanno fuori dagli schemi moralmente accettabili. Ma cos’è la perversione?

 La perversione è una vera e propria patologia, che viene definita dal DSM IV (il manuale diagnostico che classifica i disturbi mentali) come “fantasie, impulsi o comportamenti ricorrenti che riguardano oggetti inanimati, la sofferenza e l’umiliazione di se stessi o del partner o bambini e altre persone non consenzienti. Tale patologia, spesso, viene attribuita al genere maschile; tuttavia anche le donne possono avere delle perversioni sebbene queste si prefigurano in maniera molto diversa.

 Helen Singer Kaplan si interessò per prima delle perversioni femminili, chiarendo come la fissità e la ripetizione ossessiva di alcune pratiche sessuali imprigionano e vincolano un individuo a determinati riti e possono essere considerate le caratteristiche principali delle perversioni. Inoltre, la nota psichiatra americana afferma che le perversioni maschili e femminili si presentano in maniera molto diversa, in parte perché lo stereotipo sociale di genere è messo in primo piano dalla perversione. Nell’uomo c’è l’esagerazione del maschilismo e del potere narcisistico, mentre nella donna sono accentuati aspetti di sottomissione.

Notoriamente le virtù che rendono desiderabile una donna sono l’essere una buona moglie, una buona madre o figlia. La fissità di questi stereotipi portano alla perversione: non è il mettere in atto comportamenti devianti piuttosto l’autosvalutazione nella propria femminilità per non essere considerata un’usurpatrice del potere maschile.

 Ci sono altri tipi di perversione poco collegabili all’eccitazione sessuale quali: infliggersi ferite, strapparsi i capelli in modo coatto, collezionare fallimenti sentimentali, mascherarsi con abiti e trucco, il dominio esercitato sulla persona amata, la cleptomania, la sottomissione estrema. Anche se nella perversione femminile non è rintracciabile facilmente un collegamento con la sessualità, sono presenti fantasie, motivazioni e travestimenti analoghi alle perversione maschili. Queste vengono spostate su un “feticcio” che permetta di scindere gli aspetti positivi e negativi e ad evitare il senso di colpa e la vergogna.

 
 
 
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