Post n°17 pubblicato il 17 Ottobre 2015 da pioneerp200
CIT Nei luoghi abbandonati della mia fantasia, ----------------------------------------------------------------------------- Fine |
Post n°16 pubblicato il 01 Luglio 2015 da pioneerp200
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Post n°15 pubblicato il 01 Luglio 2015 da pioneerp200
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Post n°14 pubblicato il 19 Giugno 2015 da pioneerp200
Esattamente tre secondi dopo l'orgasmo vedi quell'essere sudaticcio, sconosciuto, con cui non hai un cazzo da dire, e ti chiedi che senso abbia. Satana ha deciso di fare la cuccia da te stasera, fortunello.. |
Post n°13 pubblicato il 19 Giugno 2015 da pioneerp200
Insonne ti scrivo. Sei molto delicata sai? Effettivamente i tuoi complimenti mi hanno spiazzato. Tu hai espresso un apprezzamento disinteressato (di cui ti ringrazio) ed io sono caduto vittima dell'ansia da prestazione, quell'ansia che mi fa soppesare ogni parola, che mi fa curare la forma e la grammatica, tutto per mantenere alto il livello che mi ha reso interessante ai tuoi occhi. Francamente, non ne ho voglia. Tu non mi hai chiesto niente, lo so, ma tremo all'idea di essere in qualche modo sotto esame. I post che hai letto sul blog (altri li celo altrimenti quelli di chatta chiamerebbero pronti pronti la postale) risalgono ad un annetto fa, scrivevo spinto da una smania viva, in sfregio di orrori concreti. Ora sono un'altra persona, decisamente. Ma non è questo il motivo a monte della mia ritrosia. La vedi la data della mia iscrizione a chatta? sono iscritto da una decina di giorni, e mi sono già rotto le palle, sicuro che la mia permanenza mi inchioderebbe all'indigesto teatrino del "conoscersi a pezzi". Hai presente no? prima ci si scrive, poi si chatta, poi ci si scambiano le foto. Poi ci si parla al telefono e se l'assortimento di tranci di carne raccolto con tanta meticolosità soddisfa il palato ci si trova, ormai esausti e rincoglioniti, seduti a un tavolino di un bar sperando che quella persona tanto seducente a parole non si riveli un patetico stronzo. O un patetico stronzo noioso, la morte.. Ed io sono qui che salto da una scarpa all'altra perchè la mia umanità reclama altra umanità, di quelle da toccare, da annusare, ma non voglio prestarmi di nuovo a questa carneficina. Parlare con te è piacevole, rimango un po' interdetto dalla tua misura, incuriosito da questa tua compostezza sfacciata. Forse le mie speculazioni sono viziate dalla mia tara mentale per la quale anche la più sboccata delle galeotte mi appare come una scolaretta spaventata. In chat non cerco più di quanto non cerchi anche fuori. Però è vero, cerco. Le emozioni mi sovrastano, sono un fanatico delle emozioni, e la consapevolezza di stare provando qualcosa che è al di fuori della mia comprensione mi porta, per ripicca, a sezionare nevroticamente ogni singolo passaggio, vorrei avere chiara la sequenza logica, vorrei decifrare la concatenazione di pensieri che portano a quel tale risultato. Compito arduo, lo so da me, lo faccio più che altro per esorcizzare l'insondabile, col risultato che mi rompo le palle, mi fotto il cervello e rimango con le mie paure. Paradossalmente spesso trovo la mia pace invitando al mio volere mezzi meccanici, li' ho il controllo, e la sensazione di controllo e la ricerca di esso acquieta anche gli spasmi più dolorosi. Governare, per esempio, un aeroplano, è una piccola panacea, soggiacere alle leggi di Newton, cosi' imperturbabili e accoglienti, e interagire con esse è il mio personale viatico per una temporanea pace dei sensi. Ma non dura. Mai. |
Post n°12 pubblicato il 05 Agosto 2014 da pioneerp200
Mi capita di tanto in tanto di cercare donne su internet per scopare. E quando la voglia è tanta e il tempo è poco, ripiego mio malgrado su esseri che identificheresti come donne solo consultando l'anagrafe. Come quella di ieri sera, brutta da non potersi nominare, che però, inaspettatamente, mi ha regalato attimi di paradiso. Ella sapeva fare i pompini. E non è mica scontato, sapete? Perchè le brutte, tra le altre croci, si portano appresso anche quella di essere delle totali incapaci sotto le lenzuola. E prese dalla foga a volte te lo succhiano come se volessero strappare via una carota dal sottosuolo. Si mettono di puntiglio con le labbra serrate proprio dove c'è l'incavo tra il glande e il pene, per avere più presa, e mentre tentano l'amputazione coatta ti guardano anche con quegli occhioni da cerbiatta come a dire - Visto che brava che sono? Te lo mastico fino all'emorragia interna, cosi' godi di più - Pensano di fare un'opera di bene e in realtà ti fanno più male di una biopsia ai coglioni. E fa proprio male, e dal male scaturisce la rabbia, e dalla rabbia un calcione in culo e bestemmie multicolor cosi' da eiettare la detestabile fuori dalle palle e dall'uscio di casa mia con massima sollecitudine e pregiudizio. Ma ieri no. La lorda sapeva fare i pompini. E' stata delicata, premurosa, materna, ma soprattutto mi ha lasciato un ricordo che non si palesa in cicatrici. Perchè le cicatrici dell'anima, è vero, sono dolorose, ma le cicatrici sul cazzo, beh... |
Post n°8 pubblicato il 30 Aprile 2014 da pioneerp200
I miei morti non mi lasciano in pace. Piuttosto, invece, sono io che non li lascio andare. Ma come potrei, sarebbe come arrendersi al mistero. - Eh, Luca, sai che novità, il mistero della morte, del dolore, il senso della vita. è un problema universale - - Eh, se solo potessi torturarti per una notte, se solo potessi anestetizzarti cosicchè tu possa vedermi mentre scavo nelle tue interiora e ti strappo via il fegato di dosso, sentire l'esatto rumore della carne che non vuole staccarsi dall'osso, e tutti i tendini e i nervi e i vasi che si oppongono, e tu lo sai quello che sto facendo perchè lo vedi e lo senti , un rumore sordo che viene fuori da dentro, ma io piano piano, piano piano, e poi l'intestino e lo stomaco e se potessi appoggiarteli in seno, e tu li' a guardare il tuo stomaco a un palmo dal tuo naso, attonito e atterrito per uno uno stomaco che non sta dove dovrebbe stare e per una morte che non tarderà, ti assicuro, e tu lo sai che non tarderà, e ti duoli di questo, e inizi a piangere e a singhiozzare perchè non vuoi morire e singhiozzi talmente che lo stomaco e il fegato e l'intestino ti cadono di dosso ma io te li riappoggerei in seno, e tu dunque piangeresti più forte, allora forse, mentre sei già morto e i maiali finiscono di smembrarti pezzo a pezzo e le ossa anche, potrei addirittura provare pena per te e perdonarti, finalmente, una risposta cosi' da stronzo. - |
Post n°6 pubblicato il 07 Maggio 2013 da pioneerp200
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Post n°5 pubblicato il 07 Maggio 2013 da pioneerp200
Lo scrupolo è soggettivo. come quasi tutto in questo porco mondo. Lo scrupolo che manca a un vaccaro che pungola la sensibilità di donne che hanno subito violenza sessuale, narrando sui forum di sontuosi e sovradimensionati vibratori. Lo scrupolo che manca all'amico del vaccaro che ogni sabato sera si diverte a prendere a pugni, e sovente riduce in fin di vita, il malcapitato borghese di turno in qualche squallido bar di periferia. Lo scrupolo che è mancato al padre dell'amico del vaccaro che ha sfondato il cranio alla moglie con un martello davanti al figlio dodicenne perchè sospettava di un amante. Lo scrupolo che manca al giudice di turno, grasso, sudato, megalomane, col rolex al polso e la merda nel cervello che decide della vita di un padre squilibrato mentre con una mano si tiene l'uccello e con l'altra beve il cappuccino. Lo scrupolo che manca all'uomo vile e morboso che compiace se stesso perchè c'è chi pecca più di lui. In fondo lui non è poi cosi' male, che vuoi che sia fare un po' lo stronzo. Mica va in giro a spaccare la testa alla gente col martello, lui... |
Post n°4 pubblicato il 07 Maggio 2013 da pioneerp200
Forse un mattino andando in un'aria di vetro Forse un mattino andando in un'aria di vetro,arida, Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto Eugenio Montale, Ossi di seppia. CIT. Siamo di fronte a un testo poetico che ha un contenuto indubbiamente filosofico, quantunque espresso attraverso immagini anziché mediante concetti. Esso descrive infatti una rivelazione, una manifestazione improvvisa del "nulla", del "vuoto", e dunque dell'assurdità dell'esistenza. Il futuro ipotetico ("Forse... vedrò") presenta il "miracolo" (cioè l'epifania del "nulla") come un possibile eppur straordinario evento, che infrange le leggi naturali. L'"aria di vetro" (cioè così tersa, limpida e secca da sembrare artificiale) indica infatti il carattere irreale di una simile esperienza. La scoperta o l'intuizione del "nulla", del "vuoto", è salutata dal poeta con favore (come "miracolo" appunto) perché corrisponde all'acquisizione della verità contrapposta all' "inganno consueto" (cioè all'apparente realtà delle cose); ma tale scoperta è anche sofferta come spaventosa vertigine: il "terrore di ubriaco" è infatti l'incertezza terrificante di chi ha perso ogni stabile punto di riferimento. Dopo la folgorazione tornano nuovamente a profilarsi le cose consuete della realtà, "alberi case colli". Ma appunto, se la vera realtà è il "nulla", gli oggetti dell'esperienza non sono che parvenze ingannevoli. Perciò, dopo la miracolosa esperienza, il poeta non può più tornare alla condizione abituale ma illusoria degli "uomini che non si voltano", cioè sono incapaci di porsi i grandi problemi metafisici e non possono, quindi, attingere alla consapevolezza del "nulla". Tale consapevolezza è per il poeta un privilegio, ma anche una condanna, perché lo obbliga alla solitudine e al silenzio ("me n'andrò zitto"), impossibilitato a svelare il suo "segreto" a chi non potrebbe intenderlo. |
Inviato da: lunanelpozzo53
il 29/01/2016 alle 08:49
Inviato da: lunanelpozzo53
il 17/10/2015 alle 01:31
Inviato da: lunanelpozzo53
il 17/10/2015 alle 01:22
Inviato da: bianca.green
il 04/09/2015 alle 14:59
Inviato da: bianca.green
il 04/09/2015 alle 14:58