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« la relatività dell'immaginenemici »

liberi di pensare

Post n°49 pubblicato il 01 Marzo 2009 da re1233
 

Non si possono chiamare religioni bensì filosofie di vita che è come dire la stessa cosa ma senza un essere supremo che ci governa.

Praticamente democrazia anziché monarchia.

Parlo del Buddismo e del Confucianesimo.

Il primo pone il pensiero umano alla sommità dell’Universo, essenzializzando il proprio Io, prendendo come base la liberazione da ogni pensiero esterno imposto,  e la costruzione del Proprio pensiero mettendo in discussione ogni luogo comune creato dal convivere con altri.

Il secondo considera la vita degna di essere vissuta se regolata da rapporti interpersonali che seguono regole definite.

Il confucianesimo pone come base della sua filosofia l’accettazione di un primato da onorare nei riguardi di chi è più acculturato o di chi ci ha generato.

Rapporto Padre Figlio, Marito Moglie, Anziano e Giovane,  Suddito e Principe, Saggio e Nonsciente.

Tra Suddito e principe si accetta la regola che il Suddito può denunciare il Principe se governa in modo non adeguato o male, ciò è democraticamente giusto, e comunque pone i problemi del singolo al di sopra degli intrallazzi del potere.

Il Buddismo cerca nella mente della persone quel pensiero unico nell’esaltazione del proprio Io, eliminando da se ogni coinvolgimento pubblicitario di pensieri altrui, direi”pensando con la propria testa”.

Potrei elencare molte filosofie di vita minoritarie nel mondo, che comunque si avvalgono di “culti o superstizioni” più che di vere e proprie filosofie di vita.

Ma tutto ciò dura in civiltà vecchie di millenni e che non capiscono il nostro deismo unico dove l’accettazione di fenomenologie inspiegabili devono essere accettate senza riserve pena la dannazione eterna o il castigo in questa terra.

L’animismo che dà al mondo vegetale ed animale ed atmosferico diritto  di esistere è vecchio quanto l’uomo ed è forse , a mio parere, la filosofia che dovrebbe renderci tutti figli di uno stesso mondo fatto di diversità da salvaguardare, di futuro da consegnare ai nostri figli integro, abbandonando la voglia di consumare  le ricchezze che ci siamo trovate davanti e che divoriamo in modo spasmodico ed indifferente.

 

 

“era una voce nel deserto e nessuno la udì ma si capì  dopo, e troppo tardi, che essa era reale e premonitrice”.

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Commenti al Post:
altro_che_mela
altro_che_mela il 02/03/09 alle 12:22 via WEB
un saluto veloce ma sentito :-)
 
trampolinotonante
trampolinotonante il 04/03/09 alle 09:32 via WEB
Hai ragione" Tutti figli di uno stesso mondo fatto di diversità da salvaguardare". Verissimo!Riprendo da te un commento che ho fatto ad altri su un filmato indiano di comunanza fra gli esseri viventi.E' un pò il grande miracolo della vita, visto con gli occhi dell'amore, l'unità della bellezza del mondo, l'unità di un fluttuare nell'impenetrabile mistero delle differenze. Mi dà il concetto di unità e crea una memoria di eccezionale purezza, ci vedo un fluttuare della nostalgia che risuona continuamente nell'intimo dell'anima. E' nostalgia ? O gioia totale? O disperazione per ciò che si può perdere per colpa della violenza o per colpa del nostro tempo limitato di vita? Disperazione nel dover lasciare tutta queta meraviglia? L'unità, la totalità delle voci, afferrare l'inesprimibile, afferrare dalle labbra della Natura una piccolissima ma sufficiente espressione per ciò che è l'inesprimibile. Ci vedo una consonanza di tutte le voci, del passato, del futuro, della memoria, dell'oblio e poi bisbigli, sussurri e poi un grande rimbombo. Il rimbombo del battito del cuore del mondo. Un rimbombo come percuotere un timpano gigantesco e sentire il pulsare del cuore della Natura.Questo ci vedo. Grazie. buona giornata. Ah, ti volevo ringraziare per il commento al mio post sul "DIALOGO TERRIBILE". speriamo di risentirci!. tt
 
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