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« MIGRANTI | una bottiglia di plastica » |
Post n°112 pubblicato il 18 Novembre 2009 da re1233
Questa mattina ho portato il nipotino di tre anni all’asilo. Finora era sempre stato entusiasta all’idea di entrare in classe. Oggi invece non aveva intenzione di andare e piangeva e non sapeva spiegare il perché di questo. Due giorni fa lo avevamo tenuto a casa per una forma di raffreddore, che non era influenza, per sicurezza sua e dei suoi compagni. Non si sapeva cosa covasse. La maestra mi ha detto che la sua era una reazione dovuta al giorno di assenza che era anche il suo primo. Aveva scoperto che c’era un’alternativa ad andare all’asilo. Dunque aveva scoperto che le regole non sono così assolute e c’è una possibilità di contrastarle. La maestra, con molti baci e buone parole è riuscita a convincerlo a rimanere, ma io ho maturato una constatazione: quanto siamo vincolati alle regole che ci vengono imposte fin dalla più tenera età! Atti che ripetiamo da sempre e dei quali non ci siamo mai chiesti se servano effettivamente. Alzarsi, vestirsi, lavarsi, mangiare, lavorare, rimangiare, rilavorare, uscire, rientrare, ri- rimangiare, svestirsi, impigiamarsi, dormire. Quante volte la vita è solo questo???!! Tutto questo è la regola! Imposta dal convivere cogli altri, improntata alla sopravvivenza, dettata da schemi mai scritti. E mi chiedevo chi abbia il coraggio di cambiare tutto ciò per inventare regole nuove, più adatte alla felicità delle persone??!! E’ indubbio che il frutto della nostra vita moderna, con nuovi strumenti atti a semplificare e migliorare il nostro quotidiano dipendono da persone che le regole le hanno infrante. Un esempio eclatante è dettato da chi credeva in cose al di fuori della regola generale: se la terra per regola era piatta, dire che era rotonda era rompere la regola, come affermare che la terra girava attorno al sole contro la credenza, che era regola, del contrario, supponeva che chi la affermava non sottostava al volere della regola. Tutte le invenzioni, dipendono da persone che non si fermano davanti all’imposizione di un’idea od un comportamento ma lo distruggono, lo modificano, lo aggregano ad altra regola antitetica. Non sempre i risultati ottenuti da questi “geni” sono buoni per l’umanità, talora generano veri e propri disastri, come i dissacratori che generano le dittature, o quelli che inventano armi di distruzione. Altri sono buoni: il primo che in pittura rifiuta la regola del disegno senza prospettiva, cambia la pittura stessa che diviene più reale. Chi rifiuta la regola della pittura fotografica e inizia il cubismo o altro, modifica la regola e la fa accettare da tutti come successiva. Abbiamo dunque bisogno di chi rompe le regole, ma ci vuole altresì il freno della staticità. Per questo l’umanità ha in se la maggioranza di conservatori ed una parte inferiore di inventori, riformatori, pensatori liberi, dissacratori di regole. Mi piacerebbe che mio nipote appartenesse a questa seconda categoria anche se penso che dovrebbe accettare la sofferenza dell’emarginazione e del dissenso. Ma è solo un desiderio perché la vita è sua e non mia e se la gestirà come meglio crede. Serenità |
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