Creato da pippop44 il 10/08/2014

Trasformazione

Ogni cosa si complica e poi ritorna semplice

 

 

Quando dormivo vestito

Post n°5 pubblicato il 19 Agosto 2014 da pippop44
 

Noi oggi sprofondiamo nei nostri materassi morbidi e dormiamo in lenzuola fini e delicate e con coperte o piumini che andrebbero bene a ripararci dal freddo nella Siberia a tranta gradi sotto zero.

Io da ragazzo abitavo a casa della nonna in campagna ed il materasso era ben diverso da quello attuale! Si componeva di un sacco (grande quanto il letto) fatto di fibre di canapa (non confondiamola con quella indiana!) che si coltivava normalmente in quel periodo.

L'interno era riempito di foglie secche di mais raccolte alla fine dell'estate e fatte seccare al sole. Poichè al mattino il peso del corpo le aveva schiacciate e quindi necessitavano di essere sollevate per agevolare il sonno la notte successiva erano stati lasciati due fori laterali dove si infilavano le mani per sollevarle.

Ogni anno si rinnovavano le foglie, ogni mese si faceva il bucato dentro i tini riempiti di acqua e cenere di legna dove si infilavano le lenzuola di canapa.

Per chi non ha provato i tessuti di canapa sul corpo giuro che erano delle vere grattugie e se ti azzardavi a dormire nudo ti raschiavano la pelle.

Diciamo che non c'era bisogno della pietra pomice !!!!!!!!!!!!!! 

 
 
 

i bambini spiegano

Post n°4 pubblicato il 18 Agosto 2014 da pippop44
 

Il mio nipotino di sette anni giocava con la sua amichetta e faceva il professore spiegando le abitudini degli animali.

Questo è quello che spiegava:

"Vedi il gufo è un uccello notturno mentre il falco è un uccello ........GIORNURNO"

Io naturalmente sentendo questa sentenza non visto non mi sono premurato a correggerlo per non farlo sentire a disagio di fronte alla bambina ma ridevo sotto i baffi.

 

 
 
 

il vino che non c'era più

Post n°3 pubblicato il 13 Agosto 2014 da pippop44
 

Tra i tanti ricordi che mia mamma (94 anni) mi propina quando vado a trovarla (sempre gli stessi) ve n'è uno che ricorre con frequenza.

Mia nonno che non ho conosciuto era mezzadro in una cascina in quel piccolo paese dove la famiglia abitava.

Si serviva di alcuni uomini nei periodi estivi per la raccolta del grano e per vari lavori inerenti alla campagna.

Un anno l'uva era stata mervigliosa ed il vino era ottimo.

La botte che conservava quello più buono era piena e l'autunno successivo alla vendemmia si doveva iniziare a bere.

La cantina fresca d'estate e calda d'inverno era ideale per la conservazione.

A settembre c'era una ricorrenza da festeggiare e la nonna munita di brocca scese a riempirla di quel nettare riuscito così bene.

Ma aperto il boccaglio di legno per la spillatura dalla botte non uscì nulla!

La forza lavoro (compreso mio nonno ed un mio prozio) avevano utilizzato il "canavoi" un tubicino che si infilava nel tappo per l'ispezione dello stato di consevazione per vuotare nel tempo il tutto, un sorso alla volta per un anno per 5 persone!!!!!!!!

Ecco perchè erano sempre allegri con mia nonna!!!!!!!!!!!!

 
 
 

la pignatta del tesoro

Post n°2 pubblicato il 12 Agosto 2014 da pippop44
 

Mia madre (94 anni) mi racconta che da bambina aveva un vicino di casa che si diceva nascondesse i suoi ori in una pignatta seppellita sotto un vecchio castagno nel bosco in collina.

La fantasia dei bambini la portò assieme ai suoi coetanei a fare una caccia al tesoro cercando in decine e decine di piante il luogo della sepoltura.

Dopo vari giorni di gioco la scoperta di terra smossa ed il rinvenimento di una vecchia pentola di ferro arruggginita dentro la quale non trovarono nulla.

Dopo 84 anni questo ricordo è vivo nella sua mente come la prima volta e ciò mi stupisce perchè tutto quello che le è successo dopo i 30 anni è completamente dimenticato.

Quanto è fragile la nostra mente!

 
 
 

RICORDI

Post n°1 pubblicato il 10 Agosto 2014 da pippop44
 
Foto di pippop44

Stamattina sono andato a trovare mia madre di 94 anni nella casa di riposo.

Una visita che faccio regolarmente ogni due giorni.

Lei ha perso la nozione del tempo e ricorda solo ciò che ha vissuto nei suoi primi trent'anni.

Oggi mi ha raccontato che un ragazzo di quattordici anni negli anni 30 si era ribellato al fascista di turno nel paesino 

di dieci case da lei abitato.

La punizione è stata ..appenderlo per i piedi ad un albero davanti alla scuola elementare frequentata da un pugno di alunni "a simbolo imperituro che l'autorità si deve rispettare" e lasciarlo in quella posizione per una giornata intera.

Penso a quale sarebbe oggi la reazione ad un fatto del genere!!!

 

 
 
 
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