pensieri svogliati

Assisi, 10-16/8/2008

Un gigantesco punto di domanda. Non so bene come andrà questo campo, anche se mi sembra sia partito alla grande. Sono positiva (…). Questi erano i miei pensieri il primo giorno del mio campo ad Assisi, affidati ad un quadernetto che ci avevano dato gli animatori. Non credevo mi sarei affezionata così tanto ad Assisi, tanto da non voler ripartire il sabato dopo. Mi ci sono affezionata per la sua sobrietà e per la sua magia, per la sua spiritualità così accesa, e anche per quelle bellissime serate passate scalzi a cantare e a ballare. Ho ritrovato un po’ della mia spontaneità.

La giornata più bella e importante, ma anche la più dura, è stata mercoledì, quando siamo stati al santuario di s. Damiano. Il crocifisso, lo ammetto, mi ha commosso (o scosso) profondamente: era il primo che vedevo rappresentato in maniera veritiera, tutte le ferite al loro posto e un Gesù per niente ripulito del suo sangue. Mi ha colpito molto anche il fatto che guardandolo da tre angolature diverse, il Cristo sembrava assumere tre espressioni diverse. Guardandolo da sinistra, sembrava sorridesse.

Tuttavia non posso dimenticare martedì, quando abbiamo fatto due ore di deserto (si sta un po’ da soli e in silenzio, e ,con un libricino, si tenta di far un po’ di ordine nella propria vita) all’eremo delle Carceri. E nemmeno gli ultimi giorni: un frate e tre suore ci hanno fatto testimonianza sulla vocazione, tutti incontri che mi sono piaciuti moltissimo e che mi hanno affascinata.

In ogni caso, oltre al santuario, ho amato molto anche la chiesa di s. Chiara, forse più della basilica di s. Francesco, dove si trova il crocifisso originale che ha parlato a s. Francesco. Sul banco davanti al crocifisso, c’era scritta questa preghiera: o alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. Dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda. Dammi, o Dio, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà. (s. Francesco)

L’ultima sera è stato un momento del tutto speciale, che è cominciato alle 23. Gli animatori ci hanno portato in piazza s. Francesco, dove, tolte le scarpe, siamo saliti alla piazzetta della basilica superiore e abbiamo fatto una bella e soprattutto veloce condivisione. Veloce perché faceva freddissimo e tirava un certo vento, e in pochi avevano la giacca! Io ho raccontato un po’ qualcosa che mi aveva colpito e commosso, e l’inizio di crisi che questo campo ha segnato. Inizio di crisi perché mi sono posta interrogativi nuovi, senza sapere se sarei stata in grado di rispondere. So, d’altra parte, che Dio è al mio fianco in ogni istante e che allora non avrò paura di affrontare tutto questo.

kikka90_littlegirl
ps. non ho scritto ieri perchè ho avuto un mal di testa fotonico dalle due del pomeriggio fino alle nove di sera, ora in cui, spinta dal consiglio di mia mamma ho preso una bustina di Aulin (generalmente non mi piace prendere farmaci). Domani vi racconto il ritorno alla vita di sempre. Un grande bacio a tutti i miei lettori.