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Mia musa

Eccolo il pittore,

in cerca di una musa che esca dai pennelli.

Eccolo l’artista che insegue un nuovo estro,

una donna ispiratrice, una femmina sensuale,

in cerca di una forma per riempirla di colori,

in cerca di una tela da imbrattare ogni notte.

Lasciati prendere la mano,

lasciati portare ovunque poi ti trovi,

perché appena li fuori c’è una donna che t’aspetta,

una gemma in pieno aprile, che fa le rime alle parole,

fa i ricami alle tue fantasie

e fa merletti, pizzi e la coda alla luna,

e t’offre il suoi guanti candidi, bianchi come la panna,

e t’offre il suo vestito impalpabile nero d’organza,

che ti lascia poi baciare se ne hai voglia con gli occhi

e con le mani o solo con le labbra.

Tu la guardi estasiato, ha poco di reale,

somiglia a quell’angelo che ti viene spesso in sogno,

con due labbra di fragola dall'odore di bosco

e una pelle vellutata, e un ciondolo che pende

tra quel seno madreperla, e tu tenti di toccarla per

essere sicuro, che sotto quella pelle di seta

batte per davvero un cuore,

poi chiudi gli occhi e ti lasci trasportare,

e lei ti prende la mano e ti guida passo passo,

poi s'apre in un sorriso come un lampo nella notte.

Dio mio è bellissima, un angelo in terra,

un viso di bambina misto ad un tormento presente,

sento il frusciare di quelle stoffe di seta,

come fossero strepitii di risacche di mare

o lunghe spighe di grano agitate dal vento.

Guardo i suoi occhi, li guardo nel fondo,

sono umidi come il sogno,

necessari come la tristezza...