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Un antidoto al vandalismo

Post n°118 pubblicato il 04 Giugno 2012 da carlopicone1960
 
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Di fronte al dilagare degli episodi di vandalismo, che si registra ultimamente ai danni di opere pubbliche, serve a poco appellarsi astrattamente, come ha fatto il sindaco Galasso, al senso di civiltà dei cittadini di Avellino. Piuttosto, in considerazione del fatto che il teppismo è frutto dell'ignoranza, e non delle invasioni periodiche di barbari che scendono da luoghi lontani ed impervi per distruggere quello che trovano nel capoluogo, c'è molto da lavorare, se si vuole che scene di ordinari danneggiamenti urbani, come quelle a cui in questi giorni abbiamo potuto assistere, nostro malgrado, in vari punti della città non si ripresentino più. Due sono i piani sui quali l'amministrazione comunale è chiamata a confrontarsi: in primo luogo, quello della necessaria vigilanza e del controllo, per evitare e reprimere l'assalto delle bande di vandali, che si divertono a rompere e sporcare; in secondo luogo, ma di certo appare più importante, c'è da metter su un profonda opera di educazione intellettuale, che riguarda la cultura ed i costumi odierni degli avellinesi. Un'opera inedita perché mai intrapresa finora, visto che non è la prima volta che il fenomeno del teppismo si manifesta. La questione è più alta di quanto sembra. Essa attiene il senso di appartenenza di una comunità e dei suoi membri. Da queste parti assai deficitario. Dovremmo, infatti, interrogarci tutti sui fondamenti del nostro essere una collettività, coesa ed animata da valori condivisi. Renderci finalmente conto di essere parti integranti di uno spazio sociale comune; sentirci, in altri termini, membri di una medesima comunità, resa tale dalla forza del vincolo che ci tiene uniti, avendo a cuore le sorti delle altre persone con cui conviviamo. Non possono che essere questi gli obiettivi da raggiungere se si vuole essere davvero una città e non un agglomerato indiscriminato di individui casualmente insistenti sullo stesso luogo. Ci sarebbe insomma da riflettere sullo stato dei legami sociali esistenti in questa sorta di "paesone" denominato Avellino. Rafforzando proprio questi legami ed il corrispondente senso di appartenenza dei cittadini, sollecitando la loro partecipazione attiva alla gestione della città, essa potrebbe essere restituita al decoro in molte sue zone e si allontanerebbe lo spettro del maniaco distruttore di strutture pubbliche, pronto a colpire il patrimonio comune indifeso. Tutte belle teorie, si obietterà, tuttavia risulta cruciale la necessità di ripartire da questi principi per mettere in pratica un'azione più condivisa da parte dell'amministrazione comunale. In che modo? Impegnandosi proprio nei settori del sociale, della cultura e dell'istruzione, allo scopo di rivitalizzare l'esangue comunità locale in cui siamo raggruppati, magari aprendo una buona volta per tutte le opere destinate alla collettività che restano inspiegabilmente chiuse, attuali prede designate di delinquenti e teppisti. E questo è un altro punto essenziale. Se fosse stato dato uno scopo sociale all'ormai ristrutturato ex Cinema Eliseo, affidandolo finalmente ai cittadini, non ci ritroveremmo di continuo a fare l'elenco dei danni subiti da una struttura come tante altre lasciata lì ad essere aggredita e danneggiata. Basterebbe che fosse vissuta, riempita di contenuti, per evitare l'attacco di manigoldi e buontemponi. Così pure per i parchi pubblici, dove il verde di tutti dovrebbe essere tutelato attraverso la presenza necessaria di coloro i quali sono destinati a vigilare, in nome sempre del bene comune, senza dimenticare di renderli al contempo più vivibili e attraenti. Magari con iniziative di aggregazione organizzate dentro i parchi comunali, che potrebbero avere come protagonisti i giovani, finalizzate a riempire il vuoto e la desolazione che ora li affligge attraverso momenti di vita associata. Invece di abbandonarli al libero arbitrio di tutti, invece di lasciarli nella condizione amorfa in cui si trovano, sarebbe opportuno, da parte di chi ci governa, un'attenzione ed una guida consapevole rivolta al funzionamento migliore di quello che viene realizzato per il godimento della collettività. Solo responsabilizzando giovani e anziani, facendoli sentire componenti importanti di una comunità, si possono sconfiggere gli atti vandalici. Ma siamo davvero una comunità?          

 
 
 
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