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Scenari possibili del dopo Galasso

Post n°119 pubblicato il 16 Giugno 2012 da carlopicone1960
 
Foto di carlopicone1960

Mentre la città versa nelle condizioni di sempre ed i suoi abitanti hanno ricevuto la brutta sorpresa di dover pagare più di quanto era stato annunciato per quanto riguarda l'odiata Imu, con un aumento considerevole pure della Tarsu, c'è qualcuno che già pensa al dopo Galasso.

A due anni dalla fine del secondo mandato consecutivo con cui l'attuale sindaco ha governato, lasciando il segno per la quantità di "grandi opere" realizzate ma clamorosamente rimaste chiuse e ancora inaccessibili alla cittadinanza che ne doveva usufruire, in vista dell'impossibilità sancita dalla legge di una sua ricandidatura, sembra che il suo destino sia quello di provare ad entrare in Parlamento. Forte della messe di consensi riscossi soprattutto nelle ultime amministrative, quando è stato fra i sindaci del Pd più votati in Italia.

Ritenendo realizzabile il sogno di sedersi in Senato, il primo cittadino, che in questi anni non ha rinunciato a svolgere la sua professione di medico, primario di rianimazione al "Moscati", è sicuro di poter concorrere nelle prossime elezioni politiche, previste fra un anno. Non altrettanto sicuro il partito con cui si schiererà: il dubbio è tra il Pd, diviso fra debolezze congenite e correnti in acerrima lotta fratricida, e l'Idv di Di Pietro, pressoché inesistente in provincia di Avellino.

Chi è certo di candidarsi nelle Politiche 2013, a prescindere dal partito di riferimento, è anche l'intellettuale, a torto o a ragione più sovraesposto della provincia di Avellino, vale a dire il "paesologo" amico di Roberto Saviano, Franco Arminio, che, come ha riportato una nota uscita addirittura sull'inserto domenicale del "Corriere della Sera", "La Lettura", ha affidato al suo blog la personale dichiarazione d'intenti, spiegando che "questa volta non sarà una battaglia simbolica". E chissà che avrà voluto dire.

Ma se l'appuntamento elettorale per il rinnovo delle Camere viene vissuto da queste parti in un clima di generale disincanto, malgrado sia quello temporalmente più vicino, a causa delle incertezze e criticità che attraversano il mondo della politica nazionale, in attesa di riforme e leggi che non arrivano, tra il qualunquismo dilagante ed i tentativi di mimetizzazione condotti da partiti decisi a cambiare nome e indirizzo, ma non i propri leader di riferimento; non si può dire altrettanto per la scadenza, pur posticipata rispetto alle Politiche, delle prossime amministrative.

Già un competitor si è fatto avanti e si tratta del capogruppo del centro-destra al Comune di Avellino, Giovanni D'Ercole, che ha rivendicato la legittimità di una sua candidatura a sindaco, con largo anticipo, nel corso di una recente trasmissione di un'emittente televisiva locale. Mentre i rumors più insistenti, al momento, riferiscono della discesa in campo di due esponenti dell'attuale amministrazione, alla guida di due differenti liste civiche contrapposte. Alludiamo a Dino Preziosi e Franco Mercuro, che sembrano essere fra i più accreditati a concorrere per il dopo Galasso. Entrambi rappresentanti di un populismo più o meno illuminato, hanno dalla loro un certo distacco dagli apparati partitici a livello locale. Il primo, più compromesso per essersi schierato alle ultime elezioni in un raggruppamento legato all'Udc di Ciriaco De Mita; il secondo, ex dipietrista, in rapida ascesa nel consenso popolare per le campagne moralizzatrici condotte da assessore "tecnico" della giunta Galasso, delegato alla gestione del patrimonio e attivissimo nella delicata opera di normalizzazione nell'assegnazione delle case popolari. Entrambi di gradimento trasversale, possono pescare sia a destra che a sinistra.

Così, mentre i centristi neo-demitiani restano alla finestra ed il Pd, schieramento di maggioranza relativa al Comune, prepara il colpo a sorpresa, a meno che non punti sull'avvocato Leonida Gabrieli, inviso però ad ampi settori del partito, oppure sull'eretico Antonio Gengaro, che, di certo, non rinuncerà a candidarsi ancora una volta alla poltrona di primo cittadino; con un centro-sinistra che appare costantemente dilaniato dal correntismo, ed una destra che si appresta a cambiare ancora una volta la denominazione del suo partito di riferimento, in attesa che si chiariscano le volontà di Berlusconi & co., il destino amministrativo della città capoluogo sembra dover finire nelle mani di un civismo diffuso che tende a diffidare delle forze politiche tradizionali. Esso è ritornato di moda, dopo le clamorose affermazioni ultimamente conseguite su tutto il territorio nazionale dal Movimento 5 Stelle del comico Beppe Grillo. Anche se qui, ad Avellino, c'è poco da essere allegri.  

 
 
 
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