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Benvenuti in Africa

Post n°120 pubblicato il 24 Giugno 2012 da carlopicone1960
 
Foto di carlopicone1960

Gli avellinesi che, tra una partita e l'altra degli Europei di calcio, avessero assistito, martedì sera, alla puntata di "Ballarò" andata in onda su Raitre, non si saranno certamente sottratti ad un moto di legittimo sdegno, ad un senso di fastidio diffuso per tutti i cinque minuti della durata del servizio sugli sprechi di danaro pubblico nella nostra città. Muovendo il bisturi del giornalismo di denuncia nella ferita aperta rappresentata dalle diverse opere incompiute, anzi "finite e mai assegnate", presenti nel capoluogo, l'inviata di Floris, Paola Baruffi ha restituito all'ignaro telespettatore un quadro generale da paese del terzo mondo, anzi da realtà sottosviluppata del continente africano. Fate un po' voi. Quelle immagini, abilmente assemblate, di ambienti degradati, strutture nuove e già abbandonate, oppure chiuse e danneggiate, divenute preda di vandalismi dopo essere costate fior di milioni di euro, hanno ulteriormente contribuito ad alimentare lo stereotipo del Sud che non funziona. Dell'Italia delle ruberie e degli sprechi, in tempi di recessione e spending review. A partire da quelli compiuti per costruire il famigerato "Mercatone", descritto in tutta la sua inutilità dopo la sontuosa inaugurazione officiata da Ciriaco De Mita e Nicola Mancino, puntualmente raccontata con filmati d'epoca, e che ora necessita di una totale ristrutturazione. Per passare poi al buco lasciato aperto proprio in mezzo alla città che è il cosiddetto "Tunnel" o sottopasso, dove, ci ha ricordato la giornalista, sebbene la galleria non sia stata ancora aperta già sono stati messi i cartelli per gli automobilisti. Fino alla conclusiva tappa presso l'opera ormai terminata dell'ex Gil-Cinema Eliseo, complesso di epoca fascista in stile razionalista, ritratto mentre alcuni studenti di architettura facevano rilevazioni dall'esterno, in quanto gli era stato vietato l'ingresso, consentito però a teppisti e vandali, attraverso una porticina laterale lasciata colpevolmente incustodita. E il tutto, pur nella brevità del reportage, che ha toccato velocemente anche Parco Santo Spirito e gli altri progetti di riqualificazione urbana rimasti incompiuti, condito dal balletto di cifre in milioni di euro, già spesi o ancora da spendere facendo ricorso ai fondi europei, mentre l'Italia vive una grave crisi economica. Un vero affronto, per chi sta pagando sulla propria pelle questa crisi. Senza dimenticare mai, inoltre, che l'Irpinia resta, a trentadue anni dal terremoto del 1980, la capofila assoluta degli sprechi, per l'incredibile flusso di miliardi buttati via nella ricostruzione, come ha puntualmente osservato l'inviata di "Ballarò".

Malgrado qualche forzatura, c'è da dire che il quadro illustrato è assai veritiero. Niente di inventato, insomma, né di mediaticamente manipolato. Tuttavia il tono irridente del servizio con la giornalista che non riusciva a trattenere le risate, assistendo alle telefonate del presidente del Consiglio comunale, Antonio Gengaro, alla ricerca spasmodica dei dati attendibili dei costi affrontati per le opere in questione, tradendo non poco un'insopportabile accento terrone; il ricorso, per realizzare l'esercitazione di giornalismo di denuncia a figure di secondo piano per la raccolta delle informazioni, sia sul fronte dei rappresentanti istituzionali, pressoché non interpellati, che su quello della stampa locale: il sito Orticalab.it, seppur valoroso è sorto appena da sei mesi, evitando di dare la parola sia ad esponenti della maggioranza che, ancor più, a quelli dell'opposizione, di destra o di sinistra che fossero, come a personalità della società civile avellinese, fa calare più di un'ombra sull'interessamento riservato dal programma di Giovanni Floris alla nostra città.

Nella troppo semplicistica e riduttiva strutturazione del servizio sulle "Incompiute", si è finito infatti per far prevalere non l'analisi delle cause degli sprechi e della cattiva amministrazione del bene pubblico, quanto piuttosto l'uso strumentale degli effetti procurati, in nome del teorema già preconfezionato del Meridione inefficiente e sprecone. In pratica, niente di nuovo.

Sicché il ritratto dell'assolato capoluogo irpino, sullo sfondo delle fontane di piazza Libertà, è sembrato agli occhi del telespettatore che non l'avesse mai visitato, troppo simile a quello delle città siciliane del malaffare o a quello di uno dei grossi centri dell'hinterland partenopeo o casertano, per essere vero. E le stesse polemiche che, a livello locale, sono scoppiate all'indomani della messa in onda della trasmissione sono apparse altrettanto strumentali  rispetto a progetti precostituiti di apertura anticipata della campagna elettorale per le prossime amministrative, da parte di personaggi ognuno dei quali coinvolto secondo diverse gradazioni nello scempio della città ripreso da "Ballarò". Certo però che chi è avellinese non può essere contento di come ci ha dipinto il programma di Raitre.      

 
 
 
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