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Un giorno da cani alle Poste centrali

Post n°122 pubblicato il 04 Luglio 2012 da carlopicone1960
 
Foto di carlopicone1960

Sarà pure un'importante misura antiriciclaggio, che porterà progressivamente ad un risparmio di vari miliardi, ma il primo giorno dell'entrata in vigore dello stop ai pagamenti in contanti oltre i mille euro ha provocato ad Avellino il forsennato assalto alle Poste da parte dei tanti pensionati, costretti dalla norma del decreto salva Italia (legge 201/2011) a inedite peripezie per la riscossione o il deposito della pensione, qualora la cifra sia superiore a 999,99 euro.

Lo stato di allarme generale, in vista dell'attuazione della legge sulla tracciabilità dei pagamenti, fra persone anziane poco abituate all'utilizzo di conti correnti o di carte di credito, ha generato una ingiustificata corsa agli sportelli postali da parte dei titolari di pensione, decisi a riscuotere per intero le spettanze mensili, nonostante la fase transitoria annunciata dall'Inps, che per tre mesi continuerà a disporre i pagamenti mensili in attesa che i pensionati si decidano ad aprire la pratica bancaria, e le altre iniziative dalla loro parte, come quella dell'assegno di traenza per chi non è ancora titolare di conto o libretto, ed il cosiddetto conto di base a condizioni particolarmente vantaggiose o addirittura a costo zero per le categorie più deboli.

La paura di non riuscire a portare a casa l'assegno, che, seppur di entità limitata come può essere una pensione sociale, risulta spesso indispensabile per aiutare figli e nipoti rimasti ai margini del mondo del lavoro, ha indotto un gran numero di contribuenti ad assediare sin dalle prime ore del mattino gli uffici di via De Sanctis, ben presto intasandoli. Con il risultato di contribuire, complici il personale ridotto agli sportelli e le lungaggini burocratiche delle operazioni richieste, a determinare un'intollerabile situazione di disagio per chiunque avesse l'urgenza di effettuare un versamento, pagare una bolletta in scadenza o ritirare delle piccole somme dai propri libretti postali.

Dalle quattro alle cinque ore di attesa,  i tempi minimi impiegati dagli utenti più fortunati per sbrigare le proprie faccende, in un ordinario lunedì di follia, esasperata dal caldo afoso, che, associato al fresco artificiale dei condizionatori d'aria, ha restituito alle centinaia di utenti, sfortunatamente capitati in quell'inferno, un vero e proprio "giorno da cani" alle Poste centrali. Queste, d'altra parte, hanno risposto all'emergenza pensionati utilizzando solo cinque addetti agli sportelli, alla guida di macchine informatiche che sembrano ormai aver fatto il loro tempo. Meno male che almeno l'aria condizionata funzionava.  

 
 
 
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