Adesso che è saltato fuori il debito inevaso di circa 700mila euro da parte dei fratelli Cesaro, gestori della piscina comunale, ora caduti in disgrazia per storie di malaffare e camorra a Giugliano e perciò agli arresti domiciliari, si allunga la lista dei furbetti o furbastri che dopo aver ottenuto a prezzi scontati l'affitto di strutture pubbliche nella città di Avellino, pur incassando degli introiti considerevoli, non hanno rispettato i termini del contratto di affidamento. In alcuni casi, anzi tutti, hanno trasformato edifici appena restaurati o seminuovi in sedi di fumosi ristoranti con tanto di camerieri in divisa, oppure in palestre di pilates e ginnastica generale, ed asili per i più piccoli: tutto rigorosamente a pagamento. E questo solo per il complesso di valore storico del Casino del Principe, dove si svolgeva pure un mercatino di prodotti a chilometro zero, oltre a feste danzanti per l'Avellino da bere; e per l'ex asilo "Patria e lavoro", dove l'Acli ospitava salutisti e politici impegnati in convegni. Se poi aggiungiamo quello che è emerso dai conti controversi del Teatro "Carlo Gesualdo", con il balletto delle cifre e dei comitati di gestione; e dall'affaire Stadio Partenio-Lombardi, con la querelle Foti-Taccone, viene fuori una diffusa interpretazione soggettiva delle normative in vigore da parte di chi si è assunto l'onere di far funzionare un bene pubblico, sostanzialmente non pagando alcun canone all'amministrazione comunale, omettendo proditoriamente il saldo delle bollette per il consumo di acqua, energia elettrica e gas, dietro la realizzazione di lavori, non richiesti, di manutenzione delle strutture avute in affidamento. Le controversie adesso sono plurime e per il momento non si vede come potranno essere ottemperati i debiti nei confronti del Comune da parte di personaggi e associazioni che ufficialmente hanno operato in perdita e che non sembrano poter disporre delle cifre richieste per soddisfare i crediti vantati da Palazzo di città. Presumibilmente si arriverà a compromessi per diluire nel tempo il contenzioso finanziario. Sta di fatto che l'ammontare complessivo dei crediti ha raggiunto e superato il milione di euro. Somma che una comunità povera come quella avellinese non può permettersi di regalare a chicchessia. Una delega in Giunta appare tuttavia necessaria, quella al "recupero crediti".
Inviato da: carlopicone1960
il 01/07/2012 alle 12:48